Alpinismo

Nanga Parbat: tempesta perfetta

[:it]Ore 16,12. ISLAMABAD, Pakistan – “Sono esterrefatto dalla comunicazione inviata stamane dal Capospedizione Alex Txikon all’Ambasciata d’Italia a Islamabad e ad altri destinatari, tra cui giornalisti e associazioni che nulla c’entrano con il Nanga Parbat. Non comprendo l’animosità, la scelta del mezzo, dei tempi, dei modi e i contenuti del suo scritto”.

“Voglio chiarire che solo il capo della spedizione ‘Winter Nanga Parbat’ ha trattato con l’Agenzia K2Pakistan, a cui ho comunque versato degli anticipi nei mesi scorsi. Sono invece rimaste in sospeso una serie di voci quali: la suddivisione dei costi dell’agenzia; la quota di rimborso dei due alpinisti che hanno rinunciato all’ultimo momento prima della partenza; il mio apporto in termini di materiali e attrezzature fornite e lasciate in dotazione al campo base. Alla mia partenza ci eravamo ripromessi di regolare il tutto a fine spedizione e appena avuti tutti i dati, per questo non mi spiego queste comunicazioni ufficiali dal capospedizione.

Ho sempre onorato i miei impegni e continuerò a farlo. Vorrei che gli sportivi rimanessero degli sportivi, affrontando le montagne, la vita e le persone sempre con spirito di lealtà”.

Queste le dichiarazioni di Nardi.

Alex Txikon che non ci ha mai, ma proprio mai, “ca…considerato”, oggi ci ha onorato inviandoci due email per attaccare con un livore fuori da ogni comprensibile senso Daniele Nardi, reo a suo dire di non aver pagato dei conti. Alla faccia di chi dice che fomentiamo noi media i “dissapori”.

Certo che abbiamo sentito Nardi, che stamane era a salutare il nostro Ambasciatore a Islamabad e che al rientro dalla visita, aprendo il pc, si è trovato di fronte all’incredibile, secondo lui, email di Txicon, seguita a breve da un’altra, del tutto incomprensibile, con le fotografie dei documenti dei convolti, i quali supponiamo personali e la cui diffusione lascia perplessi anche per la tutela della privacy.

Di certo c’è che ad andar male questa vicenda finirà davanti ad un tribunale, ma forse Alex avrà modo, magari quando scende di quota e con maggiore serenità, di riposizionare i suoi pensieri anche rispetto alle sue responsabilità di capo spedizione, che sono tutte sue nei confronti dei pakistani di ogni ordine e grado, e della confusa elencazione delle presunte malefatte di Nardi, non suffragata da nulla di scritto, come riconosce anche il blog simonemoro.gazzetta.it.

Nardi esterrefatto dice che gli anticipi richiesti lui li ha pagati e che con Alex era rimasto che a fine spedizione (Alex è ancora lì) avrebbero messo insieme tutto e fatti i conti. L’agenzia usata da Alex Txikon per organizzare la spedizione, interpellata, riferisce che ha ricevuto buona parte del dovuto e che nulla deve ricevere direttamente da Nardi, ma aspetta il saldo da Alex Txikon, che è il loro interlocutore.

Di sicuro ad andar bene si sta scrivendo un’orrenda pagina ai piedi del Nanga Parbat.

I protagonisti sono certamente Alex Txicon, la sua fidanzata Igone (addetta stampa) iscritta nel permesso della spedizione e usufruente dei servizi della Agenzia pakistana che li fornisce (per cui i cui costi dovrebbero esser divisi per tre e non per due) ed infine Ali Sadpara, che credevamo un alpinista della spedizione ed invece scopriamo essere un salariato d’alta quota, il che nulla toglie al suo valore.

Poi ci sono i due alpinisti aggregati sulla Khinshofer che magari almeno ai costi del permesso vorranno contribuire, magari anche dando qualcosa per le spese di attrezzatura della via, visto che Alex Txikon li ha invitati (gratis?). Alex aveva chiesto a Bielecki qualche migliaio di euro per utilizzare le corde fisse piazzate sulla Khinshofer. Se ci rifacciamo alle consuetudini, alla quali Moro, per la verità anche in occasione della faida dell’Everest, si era ribellato con qualche conseguenza fisica, un minimo di riconoscimento sarebbe dovuto per i materiali piazzati e per il lavoro degli alpinisti che attrezzano la via o dei “poveri” sherpa. Nel caso di Ali Sadparà, che ha prestato la sua utilissima opera per attrezzare la salita, lo ha fatto per chi? Txicon/Nardi o per Txicon/Moro/Lunger? Alì a chi deve chiedere i pagamenti per il suo lavoro? E l’agenzia che ha chiesto il permesso per due alpinisti più un trekker (Alex/Daniele/Igone), a chi deve chiedere ora i soldi? Al capo spedizione certamente, ma per la partecipazione di chi alla spedizione? Di certo anche di Nardi che ha usufruito fin qui di servizi e assistenza, ma non solo lui. Oltretutto i frutti anche del suo lavoro e denaro potrebbero poi essere raccolti da altri.

Con un minimo di buon senso una quadra c’era.

Nardi è l’ultimo protagonista della storia e visto che l’alpinismo rischiosissimo d’alta quota in inverno è strettamente dipendente da un rapporto di fiducia con i compagni di cordata, visto quello che è successo, ha fatto bene a ritornare a casa. Glielo ha detto anche la Revol. Ha pagato il dovuto? Lui dice di si, in riferimento a quanto richiestogli da Alex, che è il capo spedizione, ma dice anche che la spedizione non è finita e i conti non sono stati ancora tirati.

Come sostiene anche Filippini dal suo blog, oltre alle affermazioni che riguardano accordi verbali, evidentemente poco documentabili, rimane il vuoto riguardo a documenti scritti. La cautela è d’obbligo, ma le accuse lanciate da Alex sono veramente gravi. Il metodo orribile.

Una tempesta perfetta. Speriamo in un bicchier d’acqua.[:]

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