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Monte Bianco, è finita. Nonostante il guardaroba della Balivo e il clima da giochi senza frontiere, speriamo che torni in onda

[:it]Cara Magnolia, hai investito qualche milione di euro sul “Monte Bianco” reality. Tu non sai quanto ti sia grato per aver creduto che la montagna possa essere una buona location e anche un’ispirazione per un gioco televisivo, che poichè è televisivo è un format e nel caso un reality, quale è Monte Bianco.

Ora le mie ansie. Credo di potertele raccontare anche perchè mi son guardato le cinque puntate. Io ho dato.
Ieri sera ero in Cittá Alta, in una birreria. Lo ammetto. Ho incontrato un amico che è anche l’idraulico del mio condominio e socio del Cai di Bergamo (le due cose non hanno connessioni). Mi ha spifferato che Simone qualche giorno fa in sede Cai avrebbe detto (ma sará vero?) che Zambrotta sarebbe arrivato in vetta. Mi perdonerá il presidente generale del Cai Martini (è mai salito in vetta al Bianco?), se definisco la salita sul Monte Bianco, seppur per un reality, una bella salita alpinistica. E Gianluca Zambrotta ci è arrivato in vetta, a piedi, e pure con qualche inghippo in più. Bravo! E brava la sua guida Giovanna Mongilardi. A parimerito in cima al Bianco per simpatia e bravura Filippo Facci e Andrea Perrod.

Detto questo, qualche critica ci sta.
Ma chi ha scelto la Balivo? Sembra una allieva a un corso per escursionismo alle prime armi. Ma chi gli ha curato il guardaroba? Cacciatelo, affinchè non distrugga altri conduttori televisivi, ancorchè più o meno capaci. Gli autori che gli hanno scritto le battute andrebbero mandati a piedi nudi sul Makalu.

Simone Moro: è un pezzo della storia dell’alpinismo per aver riportato l’himalaysmo invernale in auge e non solo. È un grande alpinista, piaccia o no, è così. Ma la televione è un’altra cosa. Un po’ rigido, maestrino nel senso che ha spiegato, chiarito il contesto, giustificato.
Simone è passato per un giudice di gara di giochi senza frontiere, non per il grande alpinista e affabulatore quale è, e che fa anche il giudice di gara. E così non ha trascinato un accidenti di percento in più di ascolti.

Andarsene al Nanga Parbat prima della messa in onda dell’ultima puntata oltre a essere inelegante, denota due cose. Che la Produzione considera questo un reality molto format preregistrato (quasi il documentario di un reality), anche se il competente televisivo Aldo Grasso del Corriere lo assolve come il miglior modo possibile di raccontare ciò che avviene in montagna, che nella realtá ha tempi lenti.

Lascia anche stupiti che Magnolia conoscendo, suppongo, i programmi del suo collaboratore chiave che parte per uno dei progetti alpinistici più importanti degli ultimi anni , dentro un meccanismo competitivo vero come quello che si sta realizzando con i plurimi tentativi invernali al Nanga Parbat, non abbia approfittato per costruirci sopra una campagna di promozione della fase finale del reality.

Non si capisce se la produzione non ci abbia creduto fino in fondo affidando la speranza che una forma nuova di comunicazione della montagna potesse avere successo grazie alla bella faccina della Balivo che messa in gara con la Marcuzzi del Grande Fratello non sarebbe nemmeno ammessa alle preselezioni.

Aver fatto sparire Arisa, Salvi e poi la Mello è come essersi tagliati … Se si dovevano eliminare questi concorrenti di grande popolarità, bisognava anche inventare un qualcosa in studio per averceli fino all’ultima puntata, per far commentare loro le imprese e le “cavolate” degli altri ancora in gara, puntata per puntata.

Invece il format del reality lo hanno usato a metà. Hanno registrato tutto a luglio e ce lo hanno servito ora mettendolo nel micronde e propinandocelo senza nemmeno una spruzzata di parmigiano per ravvivarlo.

In ogni caso spero che il 4,17 % di share basti perchè Monte Bianco possa tornare in televione con i suoi panorami spettacolari e ci riporti ancora in vetta. Agli esperti toccherá aggiustare il tiro dopo questa prima esperienza.[:]

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14 Commenti

  1. Concordo col giudizio sulla conduttrice..aggiungendo la dizione inesspressiva , sempre con lo stesso tono.Per Zambrotta era da scommetterci…non per le abiltà alpinistiche pregresse ma per la condizione fisica..comunque ben guidata dalla Monilardi.Invece non avrei scommesso su Fazi, ricorda i compagni brontoloni che poi trovano sempre un soffio di energia, …spero solo che ritorni…ai monti , scrivendoci magari su e frequentando un poco la palestra per essere più allenato.In fondo aver scelto persone digiune di montagna è stata una mossa vincente, altrimenti che gusto ci sarebbe per chi sta in poltrona , se non si immedesimasse .L’elicottero in discesa è stata una scorciatoia , mentre avrebbe costituito uno sforzo notevole in più anche se non appagante televisivamente. Inutile invece la scalata di quinto sotto la pioggia .Spero si ripeta…magari in Dolomiti, con meno spesa e sfoggio di mezzi e più spettacolo.

  2. Niente di nuovo sotto il sole anche nell’ultima puntata: un sacco di soldi buttati; speriamo NON torni per carità!

  3. Lasciamo perdere le polemiche inutili pro e contro, è stato solo un programma fatto male e abbastanza ridicolo. Da non ripetere

  4. L’alpinismo è sempre stato e sempre sarà condito da discussioni e polemiche. Al di là dei giudizi personali io credo che sia da apprezzare il fatto che ci abbiano provato, che siano stati dei pionieri in questo senso. Nessuno al primo tentativo è esente da errori.
    Certo, vedendo quanta gente viene soccorsa in montagna perchè semplicemente ignorava alcune regole di base, bisognerebbe porre la dovuta attenzione agli aspetti della sicurezza in montagna. Ma del resto i professionisti della montagna sono li apposta per aiutarci!

  5. Positivo: belle riprese di montagna, brave e pazienti Guide alpine, nessuna coppia gay (pare che in tv ultimamente non se ne possa fare a meno…)…
    Negativo: far credere che se si é stanchi o impreparati basta chiamare l’elicottero per salire o per scendere
    Per il resto: un bel Giochi senza frontiere da guardare senza “integralismi montani”, la competizione in montagna non l’hanno inventata ora.

  6. …”speriamo non torni per carita’” “da non ripetere”….essenza di un pensiero piu’ articolato,ma tristemente vero.Condivido gli appunti di Mario e sandro

  7. Salve a tutti. IO però non posso permettere che vengano ipotizzate sciocchezze, tipo che – in un altro post – io non sia davvero arrivato sul Bianco o non abbia battuto Dayane Mello nella competizione più dura della mia vita. Chi ha dubbi mi scriva (filippofacci@tiscalinet.it) oppure, tra qualche giorno, se gradito, potrei scrivere qualcosa su questo ottimo sito. Battere Dayane e arrivare sul Bianco sono state due imprese assolute, per me. Parentesi: da allora vado in montagna due o tre volte alla settimana. Avessi avuto allora la forma che ho adesso.

    1. Grande Facci! Non solo perche’ vai ancora in montagna, ma perché, anche se un po’ lamentoso e rompiballe, sei stato tenace e caparbio. E un grande anche alla tua guida (e a tutte le altre guide alpine).

    1. Opinione rispettabile , ma la montagnae l’alpinismo sono pieni di “lotta con L’Alpe” , dalla conquista del Monte Bianco nel 1784 da parte di Balmat e Paccard, a quella del Cervino con Edward Whymper che “batte” di pochi giorni nel luglio 1865 la guida Jean-Antoine Carrel, fino alle 2 ore e 22 minuti della salita dell’Eiger da parte di Ueli Steck che “batte “se stesso per una manciata di minuti. Non conosco alpinista o trekkinista o comminatore che non si “batta” ( ovviamente con intensità agonistiche molto differenti) con i tempi di percorrenza e controlli la propria prestazione.

      1. per non parlare di Messner il primo, Kukuczka, il secondo, Wielicki, il mio preferito, che correva sugli 8000, e Simone che ha il record delle invernali sugli 8000 …

  8. Quanti alpinisti o più semplicemente pseudo alpinisti che non perdono occasione di criticare questo reality…
    Per lo più gente che crede di avere inventato la montagna e che al posto di commentare le news sulle spedizioni invernali al Nanga o alla Sud del Lhotse perdono tempo a infangare un reality che altro scopo non ha che fare passare una serata alternativa ai telespettatori e non ha alcuna pretesa educativa verso il mondo alpinistico. Per la cronaca ci sono tante alternative interessanti in Tv,

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