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La montagna dev’essere “connessa”: l’impegno italiano alla Convenzione delle Alpi

Paolo Angelini - Ministero dell'Ambiente (photo courtesy EvK2Cnr)
Paolo Angelini – Ministero dell’Ambiente (photo courtesy EvK2Cnr)

DARFO, Brescia — Secondo dati Istat, in Italia ben 500 mila persone vivono sopra gli 800 metri, ma solo il 12 per cento di queste puo accedere a Internet, e spesso non con la banda larga. Il digital device è uno dei problemi più urgenti e più importanti da risolvere per sostenere lo sviluppo sostenibile dei territori montani, ma che cosa si sta facendo in proposito? Al Forum Alpinum di Darfo Boario Terme abbiamo intervistato Paolo Angelini del Ministero dell’Ambiente in merito al programma della Convenzione delle Alpi che in questo momento ha la presidenza italiana.

In questo momento la Convenzione delle Alpi è presieduta dall’Italia. Su cosa state lavorando?
I temi che maggiormente hanno impegnato la presidenza italiana e hanno riscosso l’attenzione degli altri Paesi riguardano lo sviluppo sostenibile e la cooperazione tra chi vive in pianura e chi vive in montagna per mantenere in vita servizi essenziali anche in alta quota. Temi caldi da qualche anno, che vengono affrontati anche qui al Forum Alpinum, secondo un ulteriore punto di vista.

Quali sono i risultati raggiunti?
Abbiamo fatto lavori importanti, in primis la nuova Relazione sullo stato delle Alpi che parla dei nuovi cambiamenti demografici in montagna. Abbiamo esaminato come difendersi dai cambiamenti climatici, cercando di definire quali linee guida seguire per chi opera sul territorio a livello locale. Ma chi vive in montagna deve avere anche un forte collegamento con chi vive in città. non è possibile pensare che ci vive in montagna non sia “connesso”.

Il digital device è uno dei problemi più grossi per chi vive in montagna…
Sì. Ci siamo dati un impegno su quella che potremmo definire un’agenda per le Alpi e questa analisi è una delle prime: abbiamo riscontrato che sul territorio italiano – dati Istat – 500mila persone vivono sopra gli 800 metri, ma che solo il 12 per cento di questre puo accedere a internet ma non con banda larga Adsl. Capirà che i servizi che si possono dare sono molti, ma con questo tipo di connessione diventa impossibile.

Altri temi sul tavolo?
C’è il settore delle foreste, emergente e troppo a lungo abbandonato in Italia in termini di gestione. Ci sono temi che devono essere affrontati come la gestione di alcune aree ad esempio quelle che la foresta riconquista o l’abbandono delle pianure, degli spazi aperti. In Convenzione abbiamo affrontato anche il tema cooperazione con altri paesi.

Siamo alle porte di Expo 2015. Che cosa si farà per la montagna in quell’occasione?
Insieme con i paesi della Convenzione delle Alpi abbiamo istituito una settimana che va dal 4 all’11 giugno 2015 e che si chiama “Mountain Week”. Darà la possibilità a tutti i Paesi di ospitare eventi importanti nei rispettivi padiglioni che diano una chiave di lettura montana. Se si parla di acqua si dirà che l’acqua che arriva dalle Alpi alimenta 60milioni di persone. O si parlerà di altri prodotti come il legno, prodotti alimentari di qualità alta che potrebbero dare slancio all’economia.

Come rientrano nei piani del Governo investimenti sulla ricerca e la montagna, che in Italia vede impegnate eccellenze come il Comitato EvK2Cnr, l’Università della Montagna e molti altri ricercatori?
E’ molto importante sostenerli, ma è un investimento che non sfugge alla logica globale dell’economia di un Paese. E’ evidente che il governo farà la sua parte compatibilmente con le risorse che si darà per i prossimi anni per la ricerca, senza la quale sicuramente non si può vivere.

Come vedono gli altri Paesi gli investimenti sulla montagna?
Abbiamo notato che quando si è parlato di una nuova governance da dare alle risorse di montagna c’è stato molto riscontro, tanto è vero che il Consiglio dei Ministri europeo ha deliberato per una strategia macroregionale per le Alpi. E’ molto importante perchè vuol dire dare un nuovo efficace impulso anche alla ricerca che si occupa di montagna.

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Un commento

  1. Certo la connettività è molto importante, ma poi se mancano i servizi e la capacità di usarli nessuno se ne interesserà.
    E’ urgentissimo sistemare le strade che sono in stato pietoso, pericolose.
    Armonizzare la rete sentieristica mettendo tutti i sentieri a disposizione come tracce GPS, così che sia molto più difficile perdersi in montagna.
    Obbligare le ditte che costruiscono piste da sci e strade poderali a fare un lavoro a regola d’arte, con il successivo ripristino ambientale. Altrimenti il dissesto del territorio è certo.

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