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“Bianco”, un film sulla tragedia del ’61 al Pilone Centrale del Freney

Pilone Centrale del Freney al Monte Bianco (Photo Antonio Giani Summitpost.org)
Pilone Centrale del Freney al Monte Bianco (Photo Antonio Giani Summitpost.org)

COURMAYEUR, Aosta — E’ una delle tragedie più note dell’alpinismo alpino, da cui Marco Albino Ferrari ha tratto un grande classico della letteratura di montagna, “Freney ’61”. Il libro oggi diventa un film: la prima tranche di riprese di “Bianco”, diretto dal regista Daniele Vicari, è iniziata nel luglio scorso e proseguirà fino a dicembre.

La tragedia del 1961 al Pilone Centrale del Freney coinvolse due cordate, impegnate entrambe a compiere un tentativo di prima salita assoluta. Una era italiana e ne facevano parte Andrea Oggioni, Roberto Gallieni e Walter Bonatti (al secondo tentativo al Pilone centrale); l’altra era francese, ed era guidata da Pierre Mazeaud. In totale 7 alpinisti. Era metà luglio: si incontrarono in parete e decisero di unirsi.

Furono colti dal maltempo sulla Chandelle a un centinaio di metri dalla cima del Pilone. Sostenettero la bufera bivaccando 4 notti in condizioni estreme, e alla fine erano esausti. Bonatti con una straordinaria forza guidò il gruppo nella discesa, ma 4 di loro morirono: Oggioni, i francesi Pierre Kohlman, Robert Guillaume e Antoine Vieille. Sopravvissero appunto Bonatti, Pierre Mazeaud e Gallieni. Questo per riepilogare evidentemente a grandi linee cosa accadde sulla montagna, tralasciando le polemiche, gli errori dei soccorritori, le dinamiche dei fatti.

Li vedremo tutti sul grande schermo grazie al lavoro di Daniele Vicari, regista divenuto noto al grande pubblico per il discusso e premiato documentario “Diaz. Non pulire questo sangue”. Vicari ha preso il libro di Ferrari e insieme a lui e a Massimo Gaudioso e Francesca Manieri ne ha fatto una sceneggiatura per il suo film.

“Bianco” è una coproduzione Italia-Francia. Le riprese sono divise in due parti, di cui la prima, iniziata il 14 luglio, senza attori. La seconda invece recitata comincerà a marzo, ma il cast è ancora in via di definizione. Nei cinema lo vedremo forse entro la fine del 2015.

Il regista Daniele Vicari e il produttore Francesco Virga sul Monte BIanco
Il regista Daniele Vicari e il produttore Francesco Virga sul Monte BIanco

“Una storia senza tempo – ha dichiarato Vicari al Corriere -: sette giovani che provano a sfidare i propri limiti e vengono sconfitti. Sono alpinisti ma avrebbero potuto essere astronauti, esploratori, avventurieri. Anche il luogo è astratto, quasi magico: le vette così verticali cambiano il rapporto con la superficie terrestre. È la storia di un’impossibilità, un action movie che scava nell’interiorità dei personaggi e chiama in causa sentimenti umanissimi: amicizia fraterna, coraggio, paura della morte, dolore inconsolabile.”

“Qualche anno fa un film come Bianco sarebbe stato impossibile – ha spiegato ancora Vicari secondo quanto riferisce un articolo della Gazzetta dello Sport – e sulle pareti verticali non si può pensare a scene complesse, con attori che recitano mentre scalano per settimane, con movimenti di macchina arditi. Girare un film in quel luogo è una vera sfida tecnologica, produttiva e artistica. Un punto di riferimento importante per me è la lavorazione del grande film di Cuaron: Gravity. In questo film Cuaron ha messo a punto un metodo di lavoro sorprendente e innovativo”.

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2 Commenti

  1. Sono contento erano anni che lo dicevo ed attendevo che qualcuno lo facesse io nel mio piccolo ho fatto una scultura come tributo a quella incredibile storia grandi tutti gli alpinisti che furono al pilone

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