AlpinismoAlta quota

Riuniti gli alpinisti italiani e pakistani a Skardu, una veloce stretta di mano e subito al lavoro

K2 60 Years Later Expedition
K2 60 Years Later Expedition

SKARDU, Pakistan — Composto e al completo il team della K2 Pakistani Expedition. Gli italiani hanno raggiunto, e nel caso di Simone Origone conosciuto, tutti i membri pakistani del team. Una veloce stretta di mano e poi subito al lavoro, per conoscersi davanti ad un te ci sarà tempo.

Dopo una giornata di preparativi, tra bidoni, jeep, check del materiale, la spedizione è stata ufficialmente presentata alle autorità pakistane del Gilgit Baltistan. Sono intervenuti in rappresentanza del Governo del Gilti Baltistan che supporta la spedizione Shiekh Nisar Sarbaz, Minister for agricolture and live stock e Raja Fazal Khaliq, Deputy Commissioner di Skardu rappresentante delle autorità cittadine.

Presenti anche i due Presidenti delle associazioni dei Tour Operator Baato e Pato Mr. Iqbal e Mr. Amjad Ayub, tour operator che vedono nelle iniziative legate alle celebrazioni della prima asce al K2 un’occasione di promozione del territorio e di rilancio del Turismo. A presentare l’iniziativa insieme al Capo Spedizione Muhammad Taqi, Maurizio Gallo, responsabile per tutta la parte logistica.

Il direttore del Central Karakorum National Park Abid Ali ha voluto sottolineare come questa spedizione sia una importante occasione per dare risalto internazionale al Parco che proprio in questo mesi si è dotato di un Management Plan grazie al lavoro svolto insieme alla Kiu e agli amici italiani di EvK2CNR. Un parco ora dotato di campsites attrezzati e pronti a ricevere visitatori, trek era e alpinisti anche lungo i ghiacciai.

“Due giornate in cui abbiamo riaperto tutti i bidoni sia i 1500 chili mandati dall’Italia sia gli altri 1000 chili preparati a Islamabad sia tutti i viveri acquistai a Skardu dai cuochi. Tende sacchi a pelo sono le cose facili da dividere, ma poi tutti i viveri sono stati ripresi in mano e suddivisi in 4 parti: quelli che ci seguiranno durante il trekking al campo base, quelli che vanno direttamente al campo base, quelli per il gruppo che arriverà qui fra qualche giorno quelli per il gruppo che salirà con Agostino Da Polenza.

Poi abbiamo preso in mano tuta la parte energia e comunicazione: i generatori sono stati portati dal meccanico di Skardu per una definitiva messa a punto, tre sistemi di pannelli solari sono stati montati e verificati, i due modem satellitari che saranno utilizzati per mandare le immagini e le informazioni sulla spedizione sono stati provati e verificata la loro capacita. Un lavoro intenso che ha visto coinvolte tutte le tre componenti della spedizione: i climber pakistani, i climber italiani e anche i giornalisti e fotografi che, oltre a girare bellissime immagini, si sono dati da fare con cacciavite, forbici e quant’altro necessario.

Tutti i bidoni sono stati rimunerati, etichettati e una nuova dettagliata lista e stata preparata. Poi sono partiti su due jeep stracariche.

Ieri sera due cose bellissime: la prima la consegna agli alpinisti pakistani del loro materiale personale abbigliamento e verifica del loro equipaggiamento tecnico da quota. Ognuno di loro ha aperto davanti a noi la sua sacca dalla quale é uscito di tutto: vestiti maleodoranti, vecchi sacchi a pelo, spazzolini da denti insieme ai ramponi e a i calzetti ancora sporchi. Abbiamo fatto una sostituzione del materiale non adeguato con quello fornito, abbiamo anche dato a loro tutto il nuovo abbigliamento da quota e lì ho visto nei loro occhi una bellissima luce accendersi, anche un po’ di emozione culminata con abbracci più calorosi del solito e una crescente determinazione.

Poi nella notte, illuminati da una incredibile luna piena, festa nel giardino del PTDC motel fra alberi di ciliegio ( buonissime!!!!), con tutti gli alpinisti, tutto lo staff di supporto pakistano con un barbecue di pollo (come sempre) e musica local. Dopo una prima parte in cui tutti hanno pensato e riempirsi la pancia, la festa è decollata e sono iniziate le danze (solo fra uomini, naturalmente) in un crescendo di grida risate e gioia a cui mi sono unito con tentativo di danza che ha fatto divertire tutti, anche perché le mosse delle braccia e del bacino dei balli locali balti sono in qualche modo con richiami espliciti a atti sessuali (non siamo in Brasileeee!!).”

Maurizio Gallo

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