Turismo

Alpi, turismo invernale troppo “vorace”: Cipra cita anche l’Italia

Lavori per la  nuova pista "Orto del Toro" nelle Dolomiti di Sesto (Photo courtesy of www.s-dolomiten.com/it/alta-pusteria/comprensorio.html)
Lavori per la nuova pista “Orto del Toro” nelle Dolomiti di Sesto (Photo courtesy of www.s-dolomiten.com/it/alta-pusteria/comprensorio.html)

SCHAAN, Liechtenstein — Il potenziamento dei comprensori sciistici procede senza sosta in tutti i Paesi alpini al fine di perpetrare una tipologia di turismo invernale che sembra sempre più destinata ad essere cancellata dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. Questa “voracità” negli ultimi tempi non si ferma nemmeno di fronte alle aree protette. Per sensibilizzare le popolazioni dell Alpi sull’argomento, la Cipra ha portato all’attenzione tre esempi, di cui uno italiano.

Scioglimento dei ghiacciai, temperature più miti, neve che arriva solo alle quote più alte e stagioni invernali che si susseguono con caratteristiche sempre diverse sono solo alcuni dei problemi che devono affrontare i comprensori sciistici delle Alpi. Nonostante ciò, i comprensori continuano a puntare sull’ampliamento e il potenziamento delle strutture esistenti con soluzioni tecnologiche innovative, la costruzione di enormi bacini idrici e l’acquisto di schiere di cannoni da neve.

Ciò che più fa preoccupare è però il trattamento riservato alle aree protette, spesso vittime di disboscamenti clandestini. La Cipra ha recentemente analizzato il fenomeno portando tre esempi provenienti da Austria, Germania ed Italia. In Carinzia, nella stazione sciistica Mölltaler Gletscher c’è l’intenzione di costruire una pista da sci tra due aree protette. Nonostante il divieto da parte di un Consiglio nazionale e di leggi internazionali, alcuni partiti politici vorrebbero realizzare il tracciato a qualunque costo.

Nella zona sciistica di Sudelfeld, è stato affermato un sedicente “interesse pubblico” per cui lo scorso aprile le autorità competenti hanno autorizzato la costruzione di un bacino artificiale e relativo impianto di innevamento artificiale all’interno dell’area di tutela del paesaggio della cittadina tedesca. Le organizzazioni della montagna e dell’ambiente criticano la decisione perchè ritengono che, in considerazione del cambiamento climatico, l’investimento sia miope e che molte questioni non siano state chiarite.

In Italia infine il progetto riguarda le Dolomiti di Sesto e più precisamente il collegamento sciistico tra gli impianti del Monte Elmo e quelli della Croda Rossa che prevede la costruzione di due nuove piste e due cabinovie da otto posti. Le associazioni per la protezione dell’ambiente e i comitati di cittadini avevano espresso forti critiche al progetto che distruggerebbe un’area naturale al centro di un habitat di pregio per piante e animali protetti.

Nell’agosto del 2013 un ricorso al Tar aveva interrotto i lavori, ma il giorno prima del pronunciamento era già stata disboscata un’area di 10 ettari di bosco. Lo scorso aprile i lavori sono ripresi, ma il collegamento sciistico potrà essere costruito rispettando una cinquantina di prescrizioni definite dalla sentenza del Tar di Bolzano.

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