Pareti

Premio Consiglio, vincono Della Bordella e Schiera e Franchini e Salvaterra

La consegna del Premio Paolo Consiglio. Da sinistra a destra il Presidente del Caai Giacomo Stefani, i Ragni di Lecco Luca Schiera e Matteo Della Bordella, l'alpinista Tomas Franchini e il presidente del Cai Umberto Martini (Photo courtesy of www.valledeilaghi.it)
La consegna del Premio Paolo Consiglio. Da sinistra a destra il Presidente del Caai Giacomo Stefani, i Ragni di Lecco Luca Schiera e Matteo Della Bordella, l’alpinista Tomas Franchini e il presidente del Cai Umberto Martini (Photo courtesy of www.valledeilaghi.it)

GRADO, Gorizia — É la Patagonia la protagonista del Premio Paolo Consiglio, consegnato quest’anno a due spedizioni di notevole difficoltà svoltesi nella regione sudamericana. La prima ascensione premiata è stata quella dei Ragni di Lecco Matteo Della Bordella e Luca Schiera con la salita della via “Notti Magiche”, la prima sul versante Ovest della Torre Egger (2850 metri). La seconda salita a ricevere il premio è stata la “Ruleta trentina”, via aperta sul Cerro Rincon (2460 metri) da Tomas Franchini e Francesco Salvaterra.

Il Premio Paolo Consiglio è conferito annualmente a una o più spedizioni alpinistiche extraeuropee dell’anno precedente a carattere esplorativo, effettuate in stile alpino e nel rispetto dell’ambiente. L’assegnazione è effettuata dal Club Alpino Italiano (Cai) in occasione dell’annuale Assemblea Nazionale dei Delegati e su segnalazione del Club Alpino Accademico Italiano (Caai).

L’edizione 2014, che ha premiato le spedizioni del 2013, si è svolta sabato 17 maggio a Grado e ha visto vincitori ben due salite sulle pareti della Patagonia: la via “Notti Magiche” aperta sul versante Ovest della Torre Egger (2850 metri) dai Ragni di Lecco Matteo Della Bordella e Luca Schiera e la via “Ruleta trentina” aperta da Tomas Franchini e Francesco Salvaterra sul Cerro Rincon (2460 metri).

Il Presidente del Caai Giacomo Stefani ha motivato così la scelta: «Matteo Della Bordella e Luca Schiera hanno affrontato una via di difficoltà molto elevate, che sale per la prima volta la parete Ovest della Torre Egger. Del gruppo faceva parte anche Matteo Bernasconi che ha dovuto rinunciare alla fase finale dovendo rientrare anticipatamente in Italia».

Sulla via dell’allora inviolata Ovest della Egger avevano lavorato per quasi 3 anni Della Bordella e Bernasconi. Nel febbraio dello scorso anno i due Ragni di Lecco sono tornati in Patagonia con il collega Luca Schiera per il tentativo finale. Dopo il rientro di Bernasconi, i due alpinisti hanno proseguito cambiando la linea di salita negli ultimi tre tiri. Il 2 marzo, dopo tre giorni in parete, hanno raggiunto la cima della Egger aprendo così la prima via sul versante occidentale della nota cima. “Notti Magiche” è un itinerario di 1000 metri e di difficoltà 7a.

Per quanto riguarda l’ascensione di Tomas Franchini e Francesco Salvaterra, Stefani ha spiegato come i due alpinisti abbiano «aperto la “Ruleta Trentina” sulla Sud del Cerro Rincon, una linea molto corteggiata, ma assai pericolosa, con difficoltà M5, WI5». I due alpinisti si trovavano in Patagonia con Ermanno Salvaterra e Paolo Grisa per studiare una via sulla cosiddetta “pera” della Torre Egger.

Proprio di fronte alla Egger è situato il Cerro Rincon così Franchini e Salvaterra hanno deciso di fare un tentativo sulla parete meridionale. Parete su cui è presente un grosso seracco che, come una spada di Damocle, “pende” sopra le teste di chi tenta la salita. I due alpinisti sono saliti molto velocemente, in circa 7 ore, ma il rischio si è rivelato molto alto, tanto che hanno deciso di chiamare la linea appena terminata “Ruleta trentina” perché si è trattato di una sfida simile alla roulette russa. La via ha uno sviluppo di 950 metri e un dislivello di 650 metri.

Photo courtesy of www.valledeilaghi.it

Il racconto di Della Bordella sugli ultimi giorni sulla Togger Egger e la salita di Notti Magiche su Montagna.tv

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3 Commenti

  1. ritengo personalmente che non sia saggio premiare per la salita di una linea così pericolosa e oggettivamente mortale tanto da paragonarla ad una “roulette russa”. E’ un messaggio sbagliato e fuorviante, pericoloso per i più giovani che in caccia di riconoscimenti rischiano di confondere la capacità e la volontà necessarie per una bella salita alpinistica con il la ricerca del pericolo per il riconoscimento e la notizia!

  2. Allora Bonatti dovevano annegarlo a 18 anni e Honnold e Steck fucilarli sul posto.Una volta che premiano 4 in gamba forse gli unici italiani di valore internazionale diciamo che sono fessi?

  3. Alby concordo pienamente l’alpinismo è uno sport piu o meno pericoloso di altri se lo pratichi ti assumi i rischi e poi non te lo ordina il medico di praticarlo!

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