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Difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire: Buttera racconta un sofferto Ultra trail

arrivo ultra trail (Photo S. Buttera courtesy of runninglovers.wordpress.com)
Arrivo ultra trail (Photo S. Buttera courtesy of runninglovers.wordpress.com)

CHAMONIX, Francia — Nel finale mi è servita la musica. La mia Ultra Trail du Mont Blanc si potrebbe riassumere con le parole del grande Battiato: “… ma il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire…”. La mia prospettiva Nevsky è iniziata venerdì sera alle 19 in punto come da programma, o se vogliamo come da piano B. Ma stavolta voglio iniziare dalla fine.

Sono le due passate, fossi stato bene sarei giunto al traguardo già da un po, ma è andata così e non posso farci nulla. Sono all’ingresso di Chamonix, la luce in fondo al tunnel. Passo sotto lo striscione dell’ultimo chilometro ed inizio a sentire l’abbraccio della gente. Tutti mi incitano ed hanno una parola per me, forse perchè zoppico, o forse perchè ho l’aria provata, o forse perchè per i francesi è semplicemente normale. Ho sofferto, tanto, forse come non mai ma il morale è alto, stavolta nessun muso lungo, ho sorrisi e saluti per tutti. Costeggio il fiume ed il tifo aumenta, chiamo Laura per dirle che il mio calvario sta per finire, e subito un nodo mi stringe la gola. L’emozione, la gente, sentire una persona amata, la voce trema e qualche lacrima bagna le mie scarpe mal ridotte. Gli ultimi trecento metri li corricchio, per me ma soprattutto per questa gente meravigliosa, ed il dolore quasi scompare.

Ci siamo, taglio il traguardo, mi accascio. Mi tolgo a fatica le scarpe, levo le calze, quasi un tutt’uno con i piedi; si avvicina qualche fotografo mi scattano uno, due tre flash. E’ fatta, questa volta ho dato più di quanto avessi, ho corso 57 km con le gambe e 53 km con cuore e motivazione, soffrendo come mai in vita mia.

Ma torniamo all’inizio, la mia trasferta UTMB inizia venerdì mattina quando parto alla volta di Chamonix Mont Blanc con Giuliana e Marco. E’ sempre bello viaggiare in compagnia, in più loro sono due ottimi atleti i cui consigli fanno sempre comodo. Nel corso del viaggio in auto scopriamo che il maltempo imperversa a Chamonix e che la gara subirà delle modifiche di percorso. Ridotta a 100km senza passare da Italia e Svizzera. Peccato ci tenevo a fare il giro completo!!

Arrivati in Francia la temperatura crolla ed il cielo non promette nulla di buono. Pazienza, facciamo la spunta del materiale obligatorio, ritiriamo pettorale ed iniziamo a prepararci alla lunga notte. La partenza è fissata alle 19, ma gia alle 18 e 30 la ressa è notevole e si fatica a farsi spazio. Poco prima delle 19 arriva il primo concorrente della CCC!! Tofol Castanyer, spagnolo, impiega lo strepitoso tempo di 8 ore e 57′, davvero incredibile, viste le condizioni del tempo!! Lo accogliamo con un boato, e poi via verso la nostra UTMB!!

Via subito in discesa verso Les Houches, il ritmo è buono, forse anche troppo, ma mi faccio trascinare dalla folla e dal resto dei concorrenti. La gente sul percorso è tantissima, e ti spinge a correre con entusiasmo. Salendo verso Delevrét si fa buio ed iniza a piovere, la sensazione è che non smetterà a breve. Nella discesa in picchiata verso Saint Gervais ho forzato, stavo benissimo e le Hoka mi davano fiducia così ho passato un bel po di concorrenti. Benissimo fino al ristoro di Les Contamines dove ho preso la solita minestra sotto il diluvio, messo i cerotti per le vesciche e fatto il pieno d’acqua. Bene anche il tratto verso la Balme, fin qui eravamo al 39° km sul percorso originario dell’UTMB.

Al 40° ha comiciato a nevicare copiosamente oltre i 1600/1700 metri, con un forte vento e tantissimo fango sul terreno, tant’è che in alcuni punti si faceva fatica a correre, e la scivolata era dietro l’angolo. Tratti nervosetti e giove pluvio a farla da padrone sino al ritorno a Les Contamines, per il ristoro del 57° km (almeno stando al mio GPS). Ho iniziato ad accusare la stanchezza, e forti dolori ai piedi. Ho cercato di riprendermi, idratandomi e mangiando minestra e moccetta. Alla ripartenza ho accusato subito un forte dolore alla gamba ed alla caviglia destra. In salita ho fatto molta fatica, tant’è che mi hanno sorpassato in moltissimi. In discesa invece riuscivo a tenere un ritmo decente. Il percorso alternativo si è dimostrato tosto, nervoso, ma molto più simile ad una gara appenninica che non ad un trail alpino. Salite dure ma non durissime, e non molto lunge alternate a discese corribili. Un incubo per me che preferisco tratti Sky!!

Mi sono difeso sull’ascesa a Bellevue, l’unico tratto veramente duro, dove mi sono incollato ai garretti di un runner francese facendomi forza e dicendomi di non mollare.

Nel frattempo i piedi mi si sono riempiti di vesciche, soprattutto il destro. Tuttavia ho tenuto duro nella discesa verso Les Houches, un terribile pantano su una pista da sci che ha creato problemi a tutti. Io con le Hoka ai piedi non riuscivo a mantenere l’equilibrio, sbandando continuamente. Probabilmente questo tratto ha peggiorato irrimediabilmente la mia condizione fisica.

Giunto a Les Houches il mio GPS segnava 75 km, e sentivo il traguardo vicino, tant’è che un ragazzo mi ha detto che mancavano 21 km. Fiducioso mi sono fatto forza e nonostante i dolori sempre più forti ho continuato cercando di mantenere il mio passo. Certo vedersi passare da molti concorrenti non dava morale, tuttavia mi sono fatto forza ed ho continuato, cercando di correre in discesa e camminare in salita. Ad un certo punto nei pressi di Chamonix pensavo di avercela fatta, ed ecco puntuale la mazzata.

“Combien de kilometre pour l’arriveé?” chiedo… “vente et troi je croi”…. Cooosa? 23 km ancora con qualche salita, e tutto il pianoro dove lo scorso anno alla CCC ho sofferto come una bestia! Il mio morale vacilla, tuttavia mi faccio forza, alzo il volume dell’Ipod e cerco di pensare il meno possibile come cantano gli Afterhours in sottofondo “…la testa è così piena che non pensi più…”.

Cammino, ma il dolore aumenta costantemente, tuttavia cerco di sorridere a tutti quelli che mi incitano. Nei pressi di Argentiere altra sgradita sorpresa, bisogna salire fin quasi a La Flegere, non ne ho davvero più, ho i plantari in fiamme, sono senza acqua e col morale sotto i piedi. Un runner francese mi fa bere dal suo camel back, dopo che un italiano ha fatto finta di non sentirmi mentre a bordo strada chiedevo acqua. Anche uno spettatore è stato molto gentile, mi ha incitato ed offerto dei sali. In cima penso manchino 10 km, ma in realtà sono ancora 14.

Giungo ad Argentiere all’ultimo ristoro sapendo che mi aspettano ancora 10 km. I più duri, non per le asperità, ma perchè adesso i piedi fanno veramente male. Non c’è canzone o trucco che serva. Mi autoconvinco che ce la posso fare, anzi ce la devo fare. Penso ai bimbi di Arché ed al bene che possiamo fare per loro con il progetto di Charity DB corre per i bambini. Link: http://www.retedeldono.it/initiatives/view/deutsche-bank-corre-per-i-bambini)

Mi dà morale, così come i messaggi di P che mi esorta a non mollare e continuare. Stringo i denti, soffro cercando di trovare un barlume di motivazione. Per chi corre trail a buon livello sembrerà ridicolo il mio racconto, e poi non è nemmeno il percorso dell’UTMB, ma oramai per me sono solo chiacchere, ciò che conta è solo arrivare, pazienza per la prestazione. L’obiettivo è finire, Chamonix è poco lontana. Ufficialmente sarebbero 103km, io ne registro quasi 110.

Sono le due passate, fossi stato bene sarei giunto al traguardo già da un po’, ma è andata così e non posso farci nulla. Sono all’ingresso di Chamonix, la luce in fondo al tunnel…

Ma questa è un altra storia.

Stefano Buttera

PS. La raccolta fondi continua fino al 30 settembre, donate se potete io ho dato l’anima per questo progetto!! http://www.retedeldono.it/initiatives/view/deutsche-bank-corre-per-i-bambini

 

Links: http://runninglovers.wordpress.com/author/sbuttera/

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