Itinerari

Angoli remoti della Valcamonica (1)

Non ci sono cime famose attorno all’abitato di Loveno, alta Valcamonica . Un paesino alto 1.300 metri con poche anime che vi risiedono fisse tutto l’anno. I sentieri che battono la zona si possono contare sulle dita di una mano…

Ma se siete abituati a camminare in montagna nella stagione estiva chiedendo "permesso", allora in questi prati e su queste pietraie potrete trovare un qualcosa di alternativo. Probabilmente a voi sconosciuto.

Avvicinamento in auto
Loveno si raggiunge percorrendo la strada della Val Camonica, direzione Passo del Tonale, fino a Forno Allione, da dove si imbocca la carrozzabile per Schilpario ed il Passo del Vivione.

Nove chilometri di curve tortuose e di strada stretta, con la vegetazione che sembra chiudersi sulla vostra auto ad ogni tornante, vi conducono al bivio che, con altri 3 chilometri, vi porta all’abitato di Loveno. Dove la strada termina nella piccola piazza del paese.

Località di partenza: Loveno 1.300 metri
Dislivello: 1.345 metri al rif. Torsoleto. 1.720 metri al biv. Davide
Tempo di percorrenza: 4 ore al rifugio. 4ore e 30min al bivacco 
Difficoltà: E = (Escursionistico) percorso su sentiero o mulattiera ben tracciati e
segnalati. Richiede comunque attrezzatura adeguata e allenamento

Primo giorno
Lasciata l’auto tornate sui vostri passi per poche centinaia di metri e sulla sinistra si incontra una mulattiera che sale ripida con le indicazioni per il Rifugio Torsoleto (indicazioni sentiero n°160 e n°161).

Mezz’ora di cammino e si giunge in località Paghera (1.475 metri) dove si incontra un bivio con cartelli indicatori. Si volge a destra e si continua per la mulattiera che sale fra magnifici boschi e radure guadagnando quota con notevole sviluppo.

A farvi compagnia pinete di larici e abeti che affondano le radici in un sottobosco fittissimo di piante di mirtilli, lamponi e fragoline selvatiche. Finchè, dopo una marcia rilassante e in falso piano, la vegetazione si dirada lasciando il posto al prato tipico di una quota prossima ai 2.000 metri.

Si giunge così alla Malga Camposecco, oggi inutilizzata. Con un diagonale, sempre su sentiero ben segnalato, si raggiunge una spalla erbosa sulla dorsale sud-ovest del monte dei Matti.

Da qui la vista spazia sul gruppo dell’Adamello, con in primo piano l’omonimo passo che porta sul ghiacciaio del Pian di Neve, sulla Val di Scala, con in lontananza la bellissima cresta che conduce ai 2.700 metri del Piz Ivolt.

Si continua sul sentiero che ora costeggia la valle in direzione nord fino a giungere a un bivio. Prendendo a sinistra si taglia il Monte dei Matti a metà e si torna indietro fino a sbucare nella Valle Largone, da dove si prosegue in poco tempo fino al rifugio.

Prendendo la strada di destra invece, in 10 minuti si giunge al primo dei due laghetti della Val di Scala, piccola oasi incantata dove poter riposare e godere di un gioiello incastonato tra le ripide pareti della testata della valle.

Proseguendo sulla sinistra del lago in mezz’ora ci si congiunge al sentiero che dal bivio effettua il giro largo, e da dove si vede il rifugio, che da li dista soltanto pochi minuti.

A questo punto vi si presenta una scelta. Se è tardi, siete stanchi, e non volete rinunciare alle seppur poche comodità di un rifugio posto a 2.400 metri di quota, vi potete tranquillamente fermare a dormire. Altrimente potete proseguire per 40 minuti ancora e raggiungere il bivacco Davide, ai 2.680 metri della vetta del Monte Torsoleto.

Il bivacco è di recente costruzione e offre un ambiente piccolo ma accogliente. Dispone di 12 posti letto ed è provvisto di fornello. Per trovare acqua bisogna scendere qualche centinaio di metri verso il Lago di Piccolo, seguendo i bolli blu, fino alla sorgente sottostante.

Dalla porta del bivacco la vista sembra non avere confini e, oltre al gruppo dell’Adamello e della Presolana con il Cimon della Bagozza a farla da protagonista, nelle giornate serene, si estende fino ai colossi del gruppo del Bernina, in Valmalenco.

 
Massimiliano Meroni
 

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