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Troppa superficialità in quota. Soccorso Alpino Veneto: “La montagna non é una palestra all’aperto”

Aumentano i soccorsi in montagna e aumenta la percentuale di interventi causati da imperizia, scarsa forma fisica, inadeguata attrezzatura e preparazione degli escursionisti. É quanto emerge dai dati relativi agli interventi e all’attività del Soccorso alpino e speleologico Veneto presentati nella giornata di ieri, mercoledì 22 febbraio. A fare il punto il presidente del Soccorso alpino e speleologico Veneto Rodolfo Selenati, il delegato del Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi Alex Barattin, il vicedelegato del Soccorso alpino Prealpi Venete Luca Nardi.

La presentazione dei dati è stata accompagnata da “un pensiero alle vittime della Marmolada, e al nostro istruttore regionale e guida alpina Paolo Dani, e un ringraziamento a tutti i volontari delle 28 stazioni e alle loro famiglie, senza dimenticare i datori di lavoro che ci permettono di intervenire.”

Il Soccorso Alpino ha inoltre sottolineato le fondamentali collaborazioni con la Regione Veneto, assessorato alla sanità e Protezione civile, con i Suem provinciali, con il Soccorso alpino della Guardia di finanza, con Dolomiti Emergency e Arpav. Era presente il direttore del Suem di Belluno Giulio Trillò e in collegamento: il direttore del Suem di Padova Andrea Spagna e il direttore del Creu Paolo Rosi.

Uno sguardo ai dati

Nel dettaglio tra le montagne del Veneto risultano essere stati svolti 1.183 interventi (13% in più rispetto al 2021) e recuperate 1.333 persone (15% in più). Gli interventi a carattere sanitario sono stati 1.138 mentre gli interventi a carattere di Protezione Civile sono stati 32. Da evidenziare che nella relazione non siano stati considerati gli interventi effettuati dai Servizi di Elisoccorso di Pieve di Cadore, Treviso e Verona in configurazione S.A.R. (presenza del personale CNSAS) in ambiente non ostile ed impervio (zone ad elevata antropizzazione, strade diverse, zone artigianali ed industriali, ambienti di lavoro, ecc.). 

Cifre che, commenta il Soccorso, vanno “a confermare il trend in aumento già verificato nel 2020-2021, dato anomalo considerando le restrizioni dei vari DPCM e Decreti regionali per il contenimento del contagio da SAR CoV2, emanati nel corso del 2020/2021.”

“L’aumento di fatto è in parte dovuto a un costante aumento degli appassionati frequentatori della montagna, in parte, purtroppo, dovuto alla superficialità delle persone che affrontano la montagna senza preparazione fisica né tantomeno tecnica e/o con attrezzatura non adeguata, non dimenticando il fatto che la montagna è stata vista come area “non contaminata” e per questo presa letteralmente d’assalto dai vari utenti. Il fenomeno è legato anche all’idea di una montagna come palestra all’aperto dove mettere alla prova le proprie prestazioni e non piuttosto di un ambiente severo e ostile che non lascia margine all’errore.”

569 è il numero di persone recuperate illese, pari a circa il 42.7% del numero complessivo delle persone soccorse nel 2022. Un valore consistente, in linea con gli anni precedenti.

Difficile a questo punto – commenta il Soccorso – non concludere che sia in aumento la tendenza ad affrontare la montagna con metodologia irresponsabile e senza un minimo di preparazione fisica, consapevoli forse di poter contare su un efficiente sistema di soccorso.”

Gli incidenti in pista risultano invece in salita, arrivando a quota 90. Alla base di tale aumento rispetto al 2020-2021 è la riapertura degli impianti post emergenza Covid.

Il numero delle persone decedute nel 2022 è pari a 70, con un +11 % rispetto al 2021. Al riguardo degli esiti mortali il trend dipende in realtà da fattori piuttosto diversi che non sono sempre riconducibili a ragionamenti coerenti con la statistica, tuttavia le attività più coinvolte risultano essere, l’escursionismo, l’alpinismo, Lavoro e non ultimo, i casi di autolesionismo dovuti essenzialmente al disagio sociale, che nell’ultimo quinquennio sono in costante aumento.”

85 gli eventi di ricerca messi in atto, in aumento del +16.5 % rispetto al 2021, con 92 persone soccorse, dato in leggero aumento rispetto al 2021.Nella maggioranza dei casi gli eventi si sono risolti nella giornata della chiamata, tranne per alcuni casi che hanno comunque duramente impiegato la struttura della scrivente organizzazione, in ordine alla pianificazione e alla gestione delle operazioni, considerato l’importante concorso di volontari e di mezzi aerei impiegati su terreni particolarmente ostili, il tutto in stretta sinergia con il Servizio Sanitario Regionale e la Direzione Protezione Civile e Polizia Locale Regionale con gli altri apparati dello Stato.”

Le principali cause di infortunio in quota

I dati confermano una elevata percentuale di infortuni legati a mancata preparazione fisica e psicofisica, perdita dell’orientamento, incapacità e ritardi, ma le percentuali sono leggermente in calo  rispetto al 2021, attestandosi a 28.40% dei soccorsi (nel 2021 era il 28.8 %). Stesso discorso per il “malore” e la scarsa preparazione fisica, che si attestano al 11.50 %, con un aumento del +2.20%. Cadute e scivolate rappresentano la causa di infortuni nel 36,20% dei casi, dato pressoché invariato rispetto al 2021.

In quali attività “ci si fa più male”

L’escursionismo si presenta in prima posizione tra tutte le attività legate agli interventi di soccorso, con una percentuale del 49.60%. A seguire troviamo l’alpinismo con un 8.20%, lo sci in pista con un 6.50% (in aumento del  +4.30%  rispetto al 2021), le ferrate con un 5.90% (+2.70%  rispetto al 2021), le Mountain Bike e E-Bike con un 5.90% e il parapendio, attività sportiva in forte crescita soprattutto nella fascia delle Prealpi Venete con un 3.80%.

Interventi in elicottero

Le missioni che hanno visto il supporto fornito dagli elicotteri dei vari SUEM 118 e, in misura minore dalla Protezione Civile, Ditte private convenzionate, GdF, VVF, Aiut Alpin Dolomites sono state complessivamente 464, pari al 39.22 % degli interventi complessivi.

Come sottolinea il Soccorso Alpino, “occorre tener presente che l’impiego dell’elicottero non può comunque prescindere dalla presenza delle squadre a terra, sia per risolvere tutti gli interventi dove il mezzo non può intervenire, mediamente circa il 60/62 % degli interventi, sia perché le squadre a terra vengono movimentate anche in caso di intervento aereo per il quale rappresentano, l’insostituibile riferimento a terra per ogni problema legato all’individuazione del luogo, degli ostacoli alla navigazione aerea, al recupero dei compagni di escursione, ecc.”

Si vuole ricordare in particolare l’evento drammatico della Marmolada del 03 luglio 2022  nel quale i volontari del SASV, in collaborazione con i colleghi del Soccorso Alpino Trentino e delle squadre del SAGF-GDF e dei VV.FF di Trento, hanno portato in salvo in tempi rapidi, grazie al supporto delle Base di Elisoccorso di Pieve di Cadore, della base sperimentale di Cortina in collaborazione con Dolomiti Emergency, dell’Alto Adige e del Trentino,   compatibilmente con il rischio residuo, le otto persone ancora in vita, oltre a proseguire per i giorni successivi, alla ricerca dei dispersi ed al loro recupero ed identificazione, in collaborazione con tutte le istituzioni presenti ed autorità di P.G. intervenute, oltre all’indispensabile supporto aereo e logistico, della Protezione Civile di Trento e delle Protezione Civile della Regione Veneto. Il SASV e tutti i suoi Volontari, vogliono esprimere ancora una volta, un forte abbraccio a tutti i familiari delle vittime di questa immensa tragedia, ed agli amici alpinisti sopravvissuti, un particolare abbraccio alla Famiglia di Paolo Dani, Ns. Volontario, nonché Vice Direttore della Scuola Alpina SASV e Tecnico di Elisoccorso della Base di Verona.”

Pochi assicurati

Pochissimi gli assicurati soccorsi. “Anche nel 2022 la percentuale riscontrata di persone soccorse coperte da una assicurazione si è rivelata estremamente bassa – commenta il Soccorso Alpino – . Circa il 94% delle persone soccorse NON dispone di una assicurazione propria che copra le spese di recupero, che testimonia, ancora una volta, come non venga percepita la necessità, ma soprattutto l’utilità, di una polizza che copra le spese in caso di incidente. Risulta pertanto necessario per il futuro, incrementare ulteriormente l’attività di formazione/informazione degli utenti allo scopo anche di diminuire i rilevanti costi sociali che gli interventi di soccorso comportano.”

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2 Commenti

  1. Mmm, concordo su tutto, ma il richiamo all’assicurazione mi sembra un po’ fuori luogo. Le assicurazioni citate sono infatti spesso molto costose, gestite da compagnie private che ci marciano sopra parecchio e spesso rifiutano sinistri per motivi futili (esperienza mia personale). Personalmente sono assicurato e lo trovo utile,ma nella situazione specifica, se si vuole che l’assicurazione sia piu’ diffusa bisogna prima migliorare il rapporto della compagnia assicurativa con gli utenti finali.
    Inoltre fa un po’specie che il direttore di un Soccorso Alpino, che e’ servizio pubblico, consigli di rivolgersi ad assicurazioni private!

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