Cronaca

Tre Cime di Lavaredo: conto da 8/10 mila euro, ma i due alpinisti non vogliono pagare

Non è finita la vicenda dei due alpinisti spagnoli recuperati lunedì pomeriggio dal Soccorso Alpino sulla Cima Ovest di Lavaredo.

Come ci si poteva aspettare dalla vicenda, l’intervento, ha spiegato all’ANSA il primario del Suem 118 di Pieve di Cadore Giovanni Cipolotti, sarà interamente a carico dei due spagnoli. La cifra dovrebbe aggirarsi attorno agli 8/10 mila euro, ma il conto potrebbe essere molto più alto considerando che l’elicottero si è dovuto alzare per ben tre volte.

Sulla vicenda è intervenuto anche il governatore del Veneto, Luca Zaia: “La sceneggiata è durata anche troppo: verificherò che paghino tutto e, se serve, correrò loro dietro”.

E sembra proprio che Zaina dovrà veramente rincorrerli, dato che i due alpinisti, come spiegato in una intervista al Gazzettino, non hanno alcuna intenzione di pagare. Noi non abbiamo chiamato nessuno, non paghiamo ha dichiarato il capocordata, spiegando che ad allertare i soccorsi fosse stata la madre, non avvertita, a causa dell’assenza del segnale telefonico, che non vi era alcuna emergenza. “Eravamo fermi per il maltempo, avevamo creato un bivacco e stavamo scendendo, con i nostri tempi, senza panico – ha spiegato l’alpinista -. Non siamo degli sprovveduti, come ci hanno dipinto, ma alpinisti esperti”.

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18 Commenti

  1. Visto che le applicazioni dei droni si ampliano, in futuro manderei un drone che si avvicina agli alpinisti , comunica, filma e registra voce e magari cala busta con contratto firmato e torna alla base.Poi si capisce se il soccorso e’ accettato o no..
    Infatti i due affermano a posteriori che volevano allenarsi o semplicemente divertirsi in esperienza di bivacchi pure col maltempo…che in passato erano uno scotto obbligatorio.Si comunicava (Bonatti) con lampeggi di pila e poi le prime radio portatili ricetrasmittenti.( contestate dai puristi)

  2. Alpinisti esperti che, qualche giorno prima, avevano attaccato lo Spigolo Dibona (600m di via, D+, IV+) alle due di pomeriggio e si erano fatti sorprendere dalla notte lungo la discesa della Normale. Si, va bene, poi c’erano anche quegli altri due con le corde incastrate da accompagnare. Ma poi alla fine tutti e 4 in compagnia si son incrodati (e son dovuti andare a prenderli).

    Proprio esperti, si, si.

    Talmente esperti che nemmeno uno straccio di assicurazione avevano.
    Già quella inclusa nell’iscrizione al CAI (ma anche al CAS, al DAV, all’OAV, all’AVS, al CAF, all’equivalente spagnolo) coprirebbe queste spese. E non sarebbe necessario questo teatrino.

    Perchè, stringi, stringi, se non pagheranno loro, pagherà la madre. Che rischia anche una denuncia per procurato allarme.

    1. che c’entra il loro livello di esperienza o i fatti successi in un altro momento, antecedente? fortunatamente il mondo non funziona così, soprattutto quello giuridico.

      a livello puramente teorico (e presupponiamo che le cose siano andate così) se loro veramente non hanno richiesto un servizio… perchè ora dovrebbero essere costretti a pagarlo?

      se al semaforo qualcuno improvvisamente ti salta sull’auto e ti lava il parabrezza.. è poi autorizzato ed è nel giusto ad inseguirti e pretendere il tuo pagamento? No. Eppure tu hai usufruito di quel servizio, e il tuo vetro è ora pulito. Ma tu non l’hai chiesto, e ti senti nel giusto (in effetti, credo tu lo sia) a non pagare.

      Per quanto grandi o piccole che siano, questi servizi, la legge fortunatamente rimane uguale: non importa ciò che hai fatto ieri e quanto sei responsabile;
      se così non fosse e tu fossi obbligato a pagare cose da te NON chieste… vivremmo in un mondo pericolosissimo e davvero ingiusto, con truffe su truffe ogni giorno.

      In conclusione quindi sì, probabilmente sono irresponsabili, pazzi, stupidi o quello che volete: ma pretendere il pagamento in questa situazione non credo sia giusto.

      1. Primo, io confutavo il loro rimarcare su tutti i media di essere “alpinisti esperti”.
        Sono degli improvvisati e hanno dimostrato di non conoscere per niente l’ambiente in cui si muovevano.

        Secondo, avevano un terzo membro della cordata al “campo base”, al Rifugio Auronzo, che teneva monitorati i loro progressi, la suocera.
        Se questa signora ha ritenuto opportuno chiamare i soccorsi, è come se la cordata avesse chiamato i soccorsi.

        Perchè, per quanto ne sapeva il CNSAS, potevano esserci stati accordi del tipo “se non hai nostre notizie entro… chiama i soccorsi”. Ti chiama un parente, uno che è al rifugio e che sa esattamente quanto è partita e (si suppone) quando dovrebbe tornare la cordata, e tu che fai? Non esci perchè non ti hanno chiamato dalla parete?

        Che si mettano daccordo tra loro. O la cordata, o l’apprensiva signora, qualcuno dovrà pagare per un servizio che è stato alla fine richiesto.

        1. ok ma il fatto di avere un conoscente – di qualsiasi grado di parentela – al rifugio è chiaramente una cosa diverso dal dichiararlo terzo componente di una cordata.

          in ogni caso non mi pare che nessuno abbia dichiarato che la signora in questione (che potrebbe avere 95 anni e l’alzheimer come anche 15 anni, ma non fa differenza) debba pagare; mi pare anzi che sia chiaro che dichiariate che sia il assolutamente dovere (per legge!) dei due alpinisti, fatto che mi pare contestabile.

          Ripeto, visto che si tratta della LEGGE non si può certo differenziare il fatto che fossero esperti, stupidi, intelligenti o meno. Se fosse capitato a Bonatti – la cui nonna avesse chiamato i soccorsi senza prima avvisarlo – avreste forse dichiarato che deve pagare 10.000 euro e farebbe meglio a stare a casa? No, solamente perchè assumete che Bonatti sia bravo e competente e basandovi sul fatto che il giorno prima non ha combinato qualche altra marachella. Ma la legge non funziona così, è uguale per tutti e basta.
          Magari la nonna con due ictus avrebbe il “dovere” legale di farlo; ma non è certo una critica che potreste fare a bonatti, non è una mancanza etica sua nè una qualsiasi mancanza in generale.

          Se un vostro amico non ti vede tornare per l’aperitivo e mobilita l’esercito, come ti sentiresti quando a te viene chiesto il conto? Ripeto: per la legge (fortunatamente!) non importa il tuo passato o i tuoi modi sgarbati, nè tiene conto se tu sia particolarmente intelligente.

          Chiaramente non è una difesa a spada tratte di questi due, che magari sono le persone più balorde e incompetenti della terra; è solo una questione di principio per non creare precedenti pericolosissssimi anche per il mondo dell’alpinismo

          1. Mi perdoni, ma lei non legge con attenzione quello che scrivo.

            MAI scritto che debbano pagare perchè non esperti.

            Per me la madre nel momento in cui valuta e decide di allertare i soccorsi “de facto” si comporta come membro della “spedizione”.
            Che si mettano daccordo tra loro. Se voglion rivalersi sulla apprensiva signora son ben liberi (e probabilmente ne avrebbero ben donde).

            La situazione è profondamente diversa da un “salve, stavo camminando dal Locatelli al Lavaredo e ho visto due fermi a lungo su una cengia. Valutate voi se andare a vedere se hanno problemi”
            In quel caso nulla sarebbe dovuto nè agli alpinisti, nè a chi ha fatto la segnalazione.

            E’ una cosa che è successa altre volte e non ha assolutamente fatto notizia perchè nessuno è stato tenuto a pagare alcunchè!

            Io non ci vedo nessun precedente pericoloso per il mondo dell’alpinismo.

          2. Scusi mr. Boooh ma rispondo sotto questo mio commento perchè non mi compare il tasto “rispondi” sotto al suo ultimo.

            In realtà siamo parzialmente d’accordo; forse non mi sono spiegato bene. Il problema secondo me stava nelle pretese “morali” e “legali” verso questi due:

            – mi par giusto dire che la responsabilità sia della signora (non chiamerei “colpa” l’apprensione di una parente o conoscente stretta).
            – mi par giusto dire che questi due possano essere imprudenti e spacconi e tutto il resto.

            – NON mi pare giusto appellarsi al fatto che loro due debbano pagare; specialmente per le motivazioni che leggo questi giorni, che in buona parte si basano su argomentazioni inesistenti quali il fatto che “sono stupidi” ecc ecc.
            Qualcuno dovrà pagare, dite voi. E’ vero; la responsabilità legale, però (per quello che ne sappiamo) mi pare proprio sia della signora. Che poi i due (giustamente) si mettano d’accordo con lei e tirino fuori i soldi di tasca loro, è un’altra storia che non mi riguarda.

            Per quanto ne sappiamo (o anzi, non ne sappiamo, visto che non vi è stata una possibilità) potrebbe essere anche vero che si sarebbero salvati con le loro gambe, d’altronde nell’alpinismo si sono viste situazioni molto più incredibili. Non possiamo a prescindere considerare questa opzione come falsa.

            Questa volta è andata “bene” poiché la responsabile è una parente; cosa sarebbe capitato se ad allertare i soccorsi fosse stato un normale alpinista preoccupato, per motivi più o meno solidi? Avrebbe dovuto pagare lui? Se così fosse, in futuro chiaramente chiunque ci penserebbe due volte, vedendo sconosciuti in difficoltà; e statisticamente prima o poi questo si rivelerà fatale per qualcuno. (questo è il pericoloso precedente a cui faccio riferimento). E’ un paradosso di cui non ho veramente una soluzione; credo solo che far pagare i due a prescindere sia potenzialmente pericoloso per il futuro, per quanto possa sembrare giusto ora.

  3. Abbiamo sbagliato noi, come al solito facciamo sempre la figura dei polli. Bisognava lasciarli li’. Loro sarebbero stati felici (madri morenti o meno) e noi avremmo risparmiato le nostre tasse. Alla fine Zaia che rincorre o meno loro non pagheranno (e chi se ne stupisce), per cui paghera’ il pollo Italico. Vorrei vedere nelle Rocky Mountains se avessero i cojones di dire “Io non pago”.

    1. Nelle Rochy Mountains, e sul tutto il territorio montuoso degli Stati Uniti/Canada e in tutta l’Alaska, se chiedi o anche se non chiedi l’intervento del soccorso alpino, ma loro giudicano (come in questo caso) che sei messo male o in pericolo, vengono, ti salvano il culetto e poi se non paghi, finisci in galera fino a quando ti decidi ad estrarre dal portafoglio la carta di credito e pagare.
      Senza andare troppo lontano, i nostri confinanti Svizzeri, dopo l’intervento dalla Rega, ti arriva il conto a casa. Non paghi? bene, resti segnato a tutte le dogane. Se ti beccano che metti il piedino nel territorio svizzero, ti prendono e fidati…. Paghi, e come se paghi !
      Tutto qui.
      Certe volte sarebbero da copiare le leggi degli altri stati, e non copiare solo quello che ci fa comodo….

      1. “se chiedi o anche se non chiedi l’intervento del soccorso alpino, ma loro giudicano (come in questo caso) che sei messo male o in pericolo, vengono, ti salvano il culetto e poi se non paghi, finisci in galera fino a quando ti decidi ad estrarre dal portafoglio la carta di credito e pagare.”

        beh non mi pare un grande esempio da seguire a prescindere solo perchè lo fanno negli stati uniti (che è il primo paese preso come esempio in quanto a sanità da rivedere)

        1. Matteo se leggi attentamente quello che ho scritto, forse capisci.
          Il punto non è sulla sanità, ma sul fatto di pagare o no.
          Avranno anche una sanità da rivedere, ma se sei in pericolo, non c’entra la sanità, loro vengono e ti salvano, tutto qui. Però dopo paghi!
          E’ meglio pagare o lasciarci le penne?

  4. Spero che qualcuno paghi. Sarebbe un freno per gli spacconi, per chi ha l’ansia di prestazione, gli esibizionisti, che in difficoltà, facendo il numero del soccorso alpino, tornano a valle volando gratis con l’elicottero.

  5. L’esempio del lavavetri non calza in quanto i soccorsi sono stati chiamati, non vanno a cercare alpinisti da recuperare per fare cassa. E a chiamare sono stati i parenti dei tizi, pertanto devono pagare un servizio richiesto ed erogato con efficienza. Comunque a questa cordata conviene 1) cambiare parenti 2) cambiare attività. 3) Se a loro diverte bivaccare in parete almeno avvisino a casa che si fermeranno a guardare le stelle … o la nebbia!

  6. Da ex volontario associazione trasporto e soccorso feriti e malati, a chiamata, so che a fine soccorso si faceva firmare un modulo(da parente o assitito se in grado).Si aveva contachilometri parziale ed anche tabella per trasporti standard, si moltiplicava il chilometraggio per 2 ( cioè anche il ritorno da ospedale o abitazione )e si comunicava importo con costo a chilometro.
    Conseguenze:1. chi saldava subito, aveva ricevuta e pure a casa riceveva fattura 2-chi pagava a fattura ricevuta con bonifico non avendo il tempo o il contante o troppopreoccupato per la vicenda..3-chi doveva essere diffidato a scadenza di azione legale e mora . 4-chi, straniero, protestava per esosita’ma noi sapevamo cosa avrebbero fatto pagare in sua zona per analogo servizio:Sempre e comunque la documentazione fornita era utile per eventuali loro assicurazioni .Per fortuna spesso qualcuno a guarigione avvenuta tornava a ringraziare, portava dolcetti od omaggi.Ilcaffe’era molto gradito perche’scorreva a fiumi per tenersi vigili ed arzilli.Altri si iscrivevano come soci sostenitori o facevano donazioni liberali che venivano registrate, messe in bilancio e finivano per acquisti di materiale .Mai successo di avere rifiuto di intervento.

  7. Se fossero stati veramente capaci di cavarsela non avrebbero nemmeno dovuto ricevere informazioni utili a tirarsi fuori da lì…invece l’hanno fatto e si sono incrodati lo stesso. Direi che possono proprio tacere, se troveranno un buon avvocato per difendersi temo che comunque pagherà la mamma per procurato falso allarme…

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