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Ministero dell’Ambiente. 85 milioni di euro ai Parchi Nazionali contro la crisi climatica

Il Ministero dell’Ambiente ha recentemente stanziato 85 milioni di euro per finanziare interventi per le politiche di adattamento e contrasto ai mutamenti climatici dei parchi nazionali.

I fondi, provenienti dal recupero dalle aste per le quote di CO2 immesse nell’atmosfera, potranno essere utilizzati dai parchi nazionali per condurre progetti di riforestazione e rimboschimento, per la creazione di corridoi ecologici ma anche per interventi di manutenzione straordinaria del territorio, come opere per il contenimento del rischio di esondazione, di miglioramento degli habitat inseriti nella rete Natura 2000. E ancora per l’efficientamento energetico degli edifici e l’introduzione di piccoli impianti di autoproduzione di energia o per la promozione della mobilità sostenibile con acquisto di auto e motoveicoli ibridi ed elettrici per spostamenti di servizio, biciclette a pedalata assistita per gli enti parco, realizzazione di nuove piste ciclabili e aree di sosta di sharing mobility. Progetti da presentare entro il 2 agosto.

È un programma ambizioso che si inserisce nella mia visione, e non più soltanto sogno, di avere l’Italia Paese parco.” – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa“Con questo progetto i parchi nazionali contribuiranno attivamente alla strategia per mitigare i cambiamenti climatici. Ecco che gli impegni internazionali dell’Italia diventano progetti concreti e proprio a partire dai polmoni verdi del Paese. Sarà sempre più vantaggioso vivere in un parco, sarà sempre più piacevole farlo e più sostenibile. È un altro mattoncino del nostro grande progetto green”.

A detta di Federparchi – Europarc Italia si tratta di una iniziativa positiva del Ministero che lascia però escluse le aree marine protette e i parchi regionali. Al Ministro Costa “va comunque il merito di aver sbloccato quei fondi e di aver molto incrementato le risorse. In più si è sancito il principio importante che le aree protette possono dare un contributo significativo alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici”.

Ciò che ci si augura è che in futuro sia possibile, secondo lo stesso principio, conferire un ruolo attivo anche ai parchi regionali e alle aree marine protette “che sommate hanno una superficie superiore a quella dei parchi nazionali e quindi possono dare un ulteriore ed importante contributo alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici”.

Ai 24 parchi nazionali tocca ora il compito di elaborare in tempi rapidi le proposte progettuali per utilizzare i fondi stanziati. Una fase delicata che diventa ancor più complessa da gestire laddove il parco sia senza un Presidente. Una condizione comune a ben 13 enti, 3 dei quali commissariati.

“Senza un indirizzo politico forte, che solo un Presidente nel pieno delle funzioni può consentire, è problematico spendere velocemente e bene” – conclude Federparchi che si dichiara disponibile a fornire assistenza ai parchi che ne facciano richiesta.

 

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