Alpinismo

Denis Urubko per la terza volta al Gasherbrum II. Obiettivo: una via nuova

Mentre Marco Confortola ha già iniziato il suo trek di avvicinamento al campo base del Gasherbrum II, Denis Urubko è impegnato negli ultimi preparativi prima di prendere anche lui il volo verso il Pakistan. “In questo momento i miei amici polacchi e Marco stanno risalendo lungo il Baltoro con l’ambizione di scalare la via normale alla montagna, sarà bello unire le forze durante la fase di acclimatazione” racconta l’alpinista naturalizzato polacco.

In cordata con lui troveremo la sua compagna Maria José “Pipi” Cardell, anche lei alpinista di livello internazionale. I due, oltre a essere una coppia nella vita, formano un ottimo team alpinistico. Più volte infatti si sono legati per delle interessanti salite, come nel caso di quella al Chapayev Peak (6371 m, Tien Shan) che gli è valsa una nomination ai Piolets d’Or 2017; o lo scorso inverno, durante la loro avventura patagonica. “Con lei ci siamo preparati molto bene e abbiamo in mente di aprire una nuova via sulla montagna” spiega. “La mia conoscenza del GII mi da buone possibilità di successoaggiunge l’alpinista che, insieme a Simone Moro e Cory Richards, ha salito in prima assoluta invernale la tredicesima montagna della Terra.

Era il 2 febbraio 2011, quindi inverno anche per Denis che, ci spiega, al rientro dal GII vuole concentrarsi sulla spedizione invernale al Broad Peak. “Sto organizzando per la stagione 2019-2020” con l’ambizione di realizzare la prima salita in quello che è l’inverno meteorologico. Come infatti ha più volte dichiarato, per lui l’inverno è quello che inizia il primo dicembre e termina l’ultimo giorno di febbraio. Quindi, la salita al Broad Peak realizzata il 5 marzo 2013 dall’amico Adam Bielecki con i compagni Artur Małek, Maciej Berbeka e Tomasz Kowalski rientrerebbe tre le ascensioni estive.

Questa per Denis sarà la terza volta al Gasherbrum II. Prima della salita invernale infatti l’alpinista aveva già raggiunto la vetta della montagna durante l’estate 2001.

Molti si staranno chiedendo cosa spinge Denis che, tra l’altro, ha anche completato la corona dei 14 Ottomila senza ossigeno nel 2009, a tornare ancora su queste montagne. La risposta è semplice: passione. “Per me gli Ottomila sono un’avventura bellissima, un Colosseo dove posso ricercare i miei limiti e realizzare le mie sfide. C’è ancora tanto da fare in altissima quota: vie nuove, estreme, aumentare la velocità senza ossigeno” spiega. “Io amo quello che provo quando mi muovo lassù, quando sento il cuore pulsare in condizioni difficili”.

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