Alpinismo

Everest: David Gottler rinuncia bloccato dalle code. Salgono a 19 le vittime sugli 8000

Sono stati più di 200 a toccare la vetta il 23 maggio, il giorno precedente, il 22 maggio, erano in 300 calcolando anche coloro che hanno raggiunto la cima dal versante tibetano. Altri sono attesi oggi, poi dovrebbero tornare i venti di jet stream.

Una situazione conseguente ai limitati giorni buoni per salire, a causa di un meteo quest’anno particolarmente capriccioso, e che ha creato code di oltre due ore nei punti chiave della salita, come la balconata e l’Hillary Step. “Per ogni persona si calcola circa 8/10 kg di immondizia per sempre abbandonata sulla montagna. Nonostante gli sforzi per ripulirla, la realtà ci propone una sola verità. L’alpinista insegue il proprio ego ed è disposto a sacrificare la montagna per un fatuo successo”ha commentato questa mattina Hervé Barmasse postando la oramai famosa foto scattata da Lydia Bradey.

A farne le spese anche l’alpinista David Gotter, che salendo senza ossigeno, è stato costretto a rinunciare a causa dell’affollamento. Per evitare la congestione sulla vita, il tedesco aveva deciso di lanciare il proprio tentativo tardi, quando oramai erano tutti già partiti per la cima; una strategia vincente fino a poco sotto la vetta quando si è trovato nelle “code del rientro”. “Ho preso la decisione di tornare indietro a 8650 m: aspettare e sprecare energia non è un’opzione lassù senza ossigeno aggiuntivo”. Non si sa se Gottler riproverà nei prossimi giorni.

In vetta senza ossigeno è arrivato Juan Pablo Mohr, compagno di cordata di Sergi Mingote, il quale aveva rinunciato a raggiungere il Tetto del Mondo dopo la salita del Lhotse a causa di un malanno e di una situazione psicologica non ottimale dopo aver effettuato un soccorso in quota non andato bene. La salita di Mhor può essere considerata un concatenamento senza ossigeno supplementare di Everest e Lhotse.

Purtroppo, dobbiamo parlare anche di disgrazie. Le vittime di questa stagione himalayana salgono a 16: sette sull’Everest (sei dal versante sud e uno dal versante nord); tre sul Kanchenjunga e sul Makalu; uno su Lhotse, sull’Annapurna e sul Cho Oyu.

Aggiornamento ore 15.00: Salgono a 19 i morti sugli 8000. Di queste ore la notizia di un decesso sul Makalu di uno sherpa, Nima Tenji, a campo 2 dopo essere tornato dalla vetta. Due nuove vittime sull’Everest: il nepalese Dhruba Bista a causa del mal di montagna è morto al campo base poco dopo essere stato evacuato con l’elicottero da campo 3; un alpinista irlandese, Kevin Hynes, ha perso la vita a 7000m sul North Col mentre era in discesa da C3 dopo aver rinunciato alla vetta.

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6 Commenti

  1. Tra poco lo vedremo in Tv a Kilimanjaro con il suo amico Barmasse a raccontare che non é riuscito ad arrivare in vetta per colpa delle code create dalle spedizioni commerciali o perché, magari, é inciampato nei rifiuti abbandonati (sempre dalle spedizioni commerciali). E intanto la Revol, in silenzio, conquista la vetta dell’Everest e del Lohtse negli stessi giorni! Viva le donne!

    1. Quello che ha fatto la Revol e grandioso…ma da qui a gettare m…a su Gottler e Bermasse mi pare un tantino eccessivo…Non crede?

  2. Però la domanda rimane: perchè Revol, Mohr e forse qualcun altro raggiungono la vetta senza ossigeno e Gottler no? Non hanno trovato traffico loro? Sicuramente, volendo pensare che fisicamente sarebbe riuscito ad arrivare in vetta, Gottler ha sbagliato quantomeno tattica e tempi.

    1. Però hai risposto a metà: Barmasse che c’entra?
      Perché nel mondo dell’alpinismo si deve sempre sparlare di qualcuno?
      Barmasse, Moro e altri vivono e scalano anche grazie agli sponsor. Pertanto è normale che “appaiano”.
      Sarebbe come pensare che un’azienda paghi per pubblicizzare un prodotto e la pubblicità venga oscurata.

  3. Non c’è nulla di male nell’apparire, a patto che lo si faccia con umilità e soprattutto in maniera propositiva. Il mio commento su Barmasse era, evidentemente, ironico. Ma trovo prolisso e contraddittorio il parlare in continuazione di alpinismo puro ed impatto ambientale delle spedizioni commerciali (soprattutto sull’Everest) quando lui stesso ha portato la compagna sul Cervino, la quale (dal suo profilo facebook, post pubblico) ha apertamente dichiarato di essersi attaccata a tutto quello che ha trovato (corde, scale, ecc). Non è di certo un buon esempio. Inoltre, oltre a vedere la solita foto di repertorio della coda sull’Hillary Step (l’avesse almeno scattata lui) con la solita critica alle spedizioni commerciali, non mi risulta che il Sig.Barmasse sia attivo in maniera concreta per cercare di arginare il problema della spazzatura in montagna (problema, tra l’altro, non solo peculiare dell’Everest). Considerato il suo impatto mediatico, mi aspetterei di vederlo a capo di qualche associazione dedita alla conservazione dell’ambiente in alta montagna, ad esempio. Invece ho sempre e solo ascoltato e letto, da parte sua, commenti e critiche fini a se stessi. Per il resto nulla da eccepire in merito alle sue capacità atletiche.

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