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Viminale: “Sì all’abbattimento dei lupi in caso di necessità”. Insorgono Enpa e WWF

Il 29 marzo il Viminale, attraverso una nota inviata ai prefetti delle province di Trento e Bolzano e al presidente della Regione Val D’Aosta e al dipartimento di pubblica sicurezza, ha dichiarato possibile in taluni casi l’abbattimento dei lupi, nonostante si tratti di una specie tutelata dalla legge 357 del 1997. La conditio sine qua non è che “sia stata verificata l’assenza di altre soluzioni praticabili“.

Una decisione che appare come una netta sfida alla presa di posizione del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa che solo lo scorso 2 aprile ha reso pubblico il Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, che non prevede abbattimenti ma “una straregia che abbiamo delineato in 22 azioni“.

La circolare del Viminale è a firma di Matteo Piantedosi, capo di Gabinetto del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, favorevole all’abbattimento in caso di necessità.

Come si legge nella nota, in alcune aree della Penisola si sono di recente registrati incrementi nel numero di esemplari che tendono ad avvicinarsi in branco ai centri abitati determinando stati di allarme nonché danni economici qualora attacchino gli allevamenti.

Un situazione da arginare per la quale si manifesta dunque “l’esigenza di adottare interventi di carattere preventivo ai fini della tutela della pubblica incolumità e della salvaguardia delle attività tradizionalmente legate alla montagna, all’agricoltura e alla zootecnia“.

Netta la risposta del WWF e dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali), secondo cui risulta inaccettabile una simile manovra, che consente di uccidere una specie protetta, la cui reintroduzione sul territorio e dunque allontanamento dal rischio estinzione non è stato un percorso facile. E inoltre si va a rendere nullo il significativo lavoro compiuto, con solide basi scientifiche, dal Ministro Costa per mettere a punto il Piano Lupo.

Il presidente nazionale di Enpa Carla Rocchi ha richiesto esplicitamente spiegazioni al Ministro dell’Interno in merito a “quali criteri scientifici devono essere utilizzati per definire un lupo come problematico o pericoloso“, in considerazione del fatto che in Italia non si registrino aggressioni a esseri umani da parte dei lupi da almeno due secoli, “in pratica dalla morte di Napoleone Bonaparte”.

Stando ai dati forniti da Eurac Research nel 2018, non si può certo parlare di emergenza di ordine pubblico, considerando che nel Trentino le predazioni sono state 65 per un totale di 76.500 euro di indennizzo. La presenza dei lupi sulle montagne italiane risulta anzi attualmente di supporto al mantenimento di un equilibrio tra le varie specie di selvatici che popolano i boschi, in virtù della loro attività predatoria.

Uno studio, quello dell’Eurac Research, che secondo il presidente Enpa andrebbe letto da tutte le parti in causa, in quanto “ribaltando la vulgata tanto cara ai politici, evidenzia come 2 trentini su 3 siano favorevoli alla convivenza pacifica con i lupi. Noi stiamo con loro e siamo pronti a una mobilitazione totale insieme con milioni di italiani contrari alle fucilate. Naturalmente, se anche un solo esemplare dovesse essere ucciso, il nostro ufficio legale è pronto a intervenire con esposti e denunce“.

Secondo la Rocchi è lo stesso Governo a creare una emergenza “per guadagnare qualche voto in più alle prossime elezioni” ed “è doveroso sottolineare che proprio quei politici che invocano a gran voce lo sterminio del lupo, principale predatore del cinghiale, sono gli stessi che alimentano campagne allarmistiche contro i cinghiali“.

Dello stesso avviso il WWF, che dichiara “non c’è alcun allarme lupo” e vede in questa manovra del Governo “l’ennesima mossa propagandistica sulla pelle del lupo”.

Nel documento redatto dall’associazione ambientalista per chiarire il proprio punto di vista sulla questione degli abbattimenti, viene esplicitato che non si tratti solo di una opinione propria del WWF ma che siano gli esperti del Large Carnivore Initiative for Europe della Iucn ad aver redatto i criteri scientifici per classificare i lupi, cosiddetti “problematici”, sulla base dei quali non è possibile definire situazioni emergenziali in Italia.

L’apertura del Governo all’abbattimento del lupo sarebbe, come si legge nel documento del WWF, “un attacco gratuito ed ingiustificato ad una specie fondamentale per la natura d’Italia“.

Il lupo viene considerato una “specie simbolo della natura e della biodiversità italiana”, pertanto da preservare piuttosto che esporre “ai ricatti di quei poteri locali che non vogliono attuare misure di prevenzione opportune, in spregio alle migliaia di allevatori che ogni giorno faticano per rendere possibile una coabitazione pacifica e alla maggioranza degli italiani che si sono espressi per una tutela integrale del lupo“.

Al Ministero dell’Ambiente si cerca intanto di minimizzare le polemiche. Sergio Costa rimane fermo sulla sua posizione. Al momento il Piano Lupo resta attivo. E nel caso di esemplari pericolosi, secondo la legge vigente, i prefetti potranno convocare il comitato ordine e sicurezza pubblica, insieme a rappresentanti dell’Ispra, per capire cosa fare con gli esemplari determinanti uno stato di emergenza.

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3 Commenti

  1. Welcome to ItaGLyA!!!

    Dove la natura deve essere a servizio dell’uomo. Un giocattolino nelle sue mani.

    Che vergogna!

  2. Il governo dei divieti, il governo della non scienza, del regresso culturale e del regresso ambientalista. promettono A e impongono l’inverso di A.

  3. tra il lupo a 4 zampe, quello non feroce se non nel immaginario umano, e il LUPO CATTIVO a 2 zampe del ideiologia della Distruzione della Repressione, forse andrebbero abbattuti gli esemplari pericolosi della seconda specie.

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