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Concerto a Plan de Corones. Carlo Alberto Pinelli: diseducativo e arrogante, una mercificazione della montagna

Da quando Reinhold Messner si è dichiarato contrario al concerto di Jovanotti a Plan de Corones, in molti si sono espressi a favore dell’alpinista, concordando che la montagna non è un luogo adatto ad ospitare eventi simili, e chi invece ha sostenuto il cantante, tra cui anche il WWF, che ha sottolineato l’assenza di rischi per l’ambiente.

Al dibattito mancava una voce importante dell’ambientalismo e della montagna, quella di Mountain Wilderness, che da più di 30 anni lotta in difesa dell’alta quota.

Carlo Alberto Pinelli, tra i fondatori e ora Presidente onorario di Mountain Wilderness International, ha voluto inviarci il suo pensiero, che di seguito vi riportiamo.

 

Il cantante Jovanotti sostiene che nella scelta dei luoghi in cui si possono organizzare grandi concerti un posto vale l’altro. Dal punto di vista strettamente geografico forse ha ragione. Una grande piazza, una prateria, una spiaggia, una elevazione montana fanno tutte parte allo stesso modo dell’ambiente fisico in cui il formicaio degli umani si muove e interagisce. Ma Jovanotti ha torto marcio se si tengono in considerazione le aspettative che ciascuno di quei luoghi suggerisce e stimola, le loro diverse vocazioni culturali, gli investimenti affettivi e esistenziali che essi possono propiziare. In poche parole: il loro significato autentico. Un significato derivato da un indissolubile intreccio di valori estetici, etici, storici, comportamentali, psicologici.

Tutti sappiamo benissimo che non è la stessa cosa trovare una lattina di birra dimenticata sulle gradinate di uno stadio o abbandonata in un bosco o su una vetta montana. In questi ultimi due casi basta la presenza di quel cilindretto di alluminio ammaccato per incrinare la magia del luogo, rendendo di conseguenza più povera l’esperienza di chi ha speso energie e tempo per trovare nell’ incontro con quegli spazi silenziosi e deserti una parte dimenticata di se stesso. Ma – Jovanotti e i suoi accoliti obietteranno- solo una minoranza dei nostri simili cerca quegli incontri . La maggioranza dei cittadini se ne sbatte della natura incontaminata e del messaggio che essa sussurra sottovoce in chi le si avvicina in punta di piedi, a cuore aperto. E allora? Allora noi crediamo che una società davvero civile dovrebbe essere in grado di comprendere e rispettare i bisogni immateriali delle sue minoranze, anche se la maggioranza non ne riesce ancora a individuare fino in fondo le ragioni. Ripetiamo per l’ennesima volta un esempio forse banale: possiamo essere atei, ma dovremmo tutti combattere con le unghie e con i denti per non permettere che una chiesa, anche se ormai frequentata da un esiguo pugno di fedeli, venga trasformata in una discoteca, affollata da un pubblico ben più numeroso. Chi non è in grado di afferrare la differenza non è degno di chiamarsi civile.  Si badi bene: non lo sosteniamo solo noi; lo dice a chiare lettere anche la Costituzione italiana e la stessa preoccupazione è implicita in tutte le leggi promulgate per tutelare gli ambienti naturali di particolare pregio: parchi nazionali e regionali, SIC, ZPS, Natura 2000 ecc.

Nel caso specifico di cui ci occupiamo ora, esiste certamente e ha un certo peso una seconda obiezione: Plan de Corones in Alto Adige è un pezzo di montagna già spogliato in gran parte del suo significato originario a causa di impianti per lo sci altamente invasivi ed anche – duole dirlo – del recente museo (per altro di alta qualità artistica) voluto da Reinhold Messner e progettato dalla grande architetta Zahia Hadid. Basta questo per dare il via libera all’ assalto progettato dal baldo cantante italiano e dai suoi sponsor?

Ne dubitiamo. Plan de Corones, sebbene sfigurato e in vari modi umiliato, resta comunque un luogo montano e come tale continua a rispecchiare simbolicamente (seppure a livello paradossale) quello che è il messaggio della montagna. Le folle in delirio che dovrebbero assistere al concerto vedranno tutt’intorno i profili di altre montagne e saranno portati a considerare lecito – anzi auspicabile – la loro trasformazione nel fondale pittoresco e senz’anima di un rumoroso palcoscenico di inequivocabile ( e non esportabile) connotazione urbana. Salta agli occhi di chiunque sappia usarli il carattere profondamente diseducativo di iniziative di questo tipo. Diseducativo e arrogante: ennesimo affronto escogitato dagli impiantisti per mercificare la montagna, soffocando la percezione dei valori che, attraverso il respiro della natura, possono arricchire di senso la nostra vita.

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15 Commenti

  1. Finalmente qualcuno che fa un analisi a 360 gradi, e non fermandosi ad una visione parziale finalizzata all’ottenimento di quella “ragione” tanto cara a questo popolo di arroganti privi di cultura.
    Come dicevano i grandi filosofi greci la democrazia non è per tutti…e purtroppo la cultura media di questo paese è rimasta ai tempi della ragione del più forte.
    Involuzione.

      1. “Vai così, è una figata
        Perché una storia così
        Non c’è mai stata
        Che ci ammazziamo
        Ci divertiamo
        Facciamo i scemi e qualche volta pensiamo..”

        http://www.jovanottitour.com/jova-beach-party
        “Apre dopo pranzo e va avanti fino a notte. Si suona, si balla, si fa il bagno, ci si sposa. Sì, ci si può anche sposare! “I sindaci mi hanno dato la fascia, quindi candidatevi che vi sposo io!”.

        Complimenti ai sindaci!!

    1. Concordo tutto anche io mandiamo Mesner e tutti gli alpinisti a ripulire l’himayala, luogo sacro ridotto ad una discarica

  2. A parte la questione di principio su cui concordo al 100%…ma stiamo parlando di uno che dopo decenni di attività non ha ancora imparato a cantare.

    E si permette di controbattere a Messner. Ma che stia zitto!

  3. La musica è parte della natura, non lo sono impianti e croci sulle cime. Naturalmente quando tutto viene fatto nel rispetto dell’ambiente.

  4. Ciao a tutti voi, che dire allora del campo base dell’Everest lordato dagli alpinisti??? Tutta questione di EDUCAZIONE!! Vedremo se ne avranno!!

  5. salve a tutti ,
    avendo solo la terza media non sono sicuramente un uomo di cultura. Credo che in quest’epoca in cui appunto viviamo del : tutto subito , dell’usa e getta , dell’acclimatarsi all’alta quota per l’Everest nel proprio giardino di casa ,con la camera iperbarica portatile poi salire con dozzine di bombole di ossigeno , del vivere la vita con ” serenità e felicità” senza però avere un sentimento altruista per chi magari non può , o per l’ambiente e la natura che sono la culla della nostra vita .
    Quelli come me, e credo come molti che leggeranno questo messaggio, che amano il profondo del bosco o la montagna ” non necessariamente la sua cima ” e sentono la sua voce i suoni e soprattutto i silenzi che SONO musica ,musica per le orecchie e senza retorica anche per l’anima .Naturalmente chi è senza peccato scagli la prima pietra . Però , proprio per questo , proprio perchè crediamo e sentiamo fortemente il benessere e l’influenza positiva che un ambiente naturale e selvaggio ci dà , dovremmo cercare di trasmettere nella maniera più positiva possibile a chi ci sta vicino questo nostro sentimento .

  6. Pensiero sicuramente condivisibile.
    Trovo però ancora più azzeccata l’analisi letta sul fatto quotidiano che cerco qui di riassumere.
    Alla luce dei movimenti di sensibilizzazione ambientale che sempre più numerosi nascono dal basso ed alla luce della sempre maggiore consapevolezza che tutti noi abbiamo circa il global warning (Si veda ad esempio il caso Greta Thunberg), il concerto di Jovanotti, se fatto a plan de corones, é semplicemente antistorico. Punto.

  7. Più che antistorico io lo definirei …dannoso.

    Per la fauna selvatica, già stressata dai tanti turisti, un concerto non fa sicuramente bene. Purtroppo.

  8. concordo anche sul fatto che non era necessario costruire un museo in cima ad una montagna, anche se progettato da un archistar e realizzato in ambiente già deturpato da impianti a fune, aggiungere cemento a cemento non migliora certo le cose, e purtroppo dura molto di più dello tempo di un concerto, evento che comunque non condivido

  9. Mi piacciono queste parole, formidabili, esaustive:
    “affronto escogitato dagli impiantisti per mercificare la montagna”.
    Altri preferirebbero mandarci gli elicotteri con altoparlanti di Apocalypse now.

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