Alpinismo

Luca Colli. Lo sky runner che punta alla salita in velocità delle Seven Summits partito alla volta dell’Everest

Venerdì 5 aprile Luca Colli, 49enne di Vigevano, personal trainer, accompagnatore di media montagna, ma soprattutto sky runner intenzionato a completare la salita in velocità delle Seven Summits senza supporto, sci nè ossigeno, ha salutato i suoi follower con una dedica musicale decisamente eloquente, “Never give up on your dreams” dei Two Steps from Hell, ed è partito alla volta dell’Everest.

Ad oggi Luca vanta nella lista delle montagne più alte della Terra salite in velocità l’Elbrus (5.642 m) e il Monte Bianco (4.810 m) in Europa, il Kilimangiaro (5.895 m) in Africa; il monte Kosciuszko (2.228 m) in Australia; l’Aconcagua (6.962 m) in Sud America, il Denali (6.194 m) in Nord America e il Puncak Jaya (4.884 m) in Indonesia.

È giunto il momento di puntare il più in alto possibile dunque, a quegli 8.848 metri che lo porteranno in vetta al mondo. Dopo aver completato la salita dell’Everest dal versante tibetano, sulla lista dei desideri resterà soltanto una traversata estrema del continente antartico con destinazione il monte Vinson (4.892 m).

A conclusione di sette mesi di allenamento – suddiviso settimanalmente in 4 giorni  di training in pianura e uno in quota – assistito per prepararsi al meglio dai medici del Centro di medicina della montagna di Aosta-Chamonix, Luca è partito alla volta del Nepal, dove la vera e propria salita inizierà nella seconda metà di maggio dopo 45 giorni di acclimatamento.

Cerchiamo di comprendere in termini matematici cosa significhi salire in velocità l’Everest. Basta considerare che gli altri alpinisti in spedizione impiegheranno quattro giorni per coprire la distanza tra il campo 3 e la vetta mentre il runner, accompagnato solo da uno sherpa, prevede di percorrerla in 30 ore.

Non stiamo parlando di un record di velocità, attualmente detenuto dal versante sud da Marc Batard con 22 ore e 29 minuti, non è questo il sogno di Luca, quanto quello di diventare il primo uomo ad aver raggiunto in velocità le più alte vette della terra.

Nonostante il suo progetto preveda di raggiungere la vetta senza ossigeno, per sua sicurezza dovrà portare con sè delle bombole e, come lui stesso ha dichiarato prima della partenza, non si può escludere a priori che non sia costretto ad utilizzarle. La “zona della morte” dell’Everest ha una percentuale di ossigeno che è pari al 30% di quella presente a livello del mare e di certo affrontarla in velocità (tempo ipotizzato per superare i 550 metri di dislivello: 8 ore) non sarà una passeggiata.

 

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8 Commenti

  1. Conosco bene Luca.
    A lui devo molto sogni realizzati. Con lui per la prima volta una ciaspolata, poi, in rapida escalation, il Monte Rosa e il Kilimajaro.
    Luca è una “bestia” che a cinquant’anni sogna ancora.
    A questa gente non si può che augurare il meglio.

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