Alpinismo

Alex Txikon: “Nardi forse vivo se fossi riuscito a gestire il rapporto tra lui e Simone Moro nel 2016”

Tempo di riflessioni e sofferenza per Alex Txikon. Intuibili fin dalla sua offerta di supporto, prima ad Agostino Da Polenza e, tramite lui, alla famiglia di Daniele e all’Ambasciata italiana a Islamabad. Con generosa convinzione e umiltà Alex aveva messo a disposizione se stesso, la sua squadra e le sue attrezzature fin dai primi giorni dell’allarme, quando i russi dallo stesso campo base del K2 si erano offerti per il soccorso per poi rinunciare all’intervento.

E così Alex per una settimana ha provato in tutti i modi a individuare e poi capire come fare per aiutare Daniele e Tom, con la speranza nel cuore mantenuta accesa fino all’ultima piccola fiamma, fino al momento nel quale ha annunciato ad Agostino il dubbio e poi la certezza che quei punti individuati dopo ore di osservazione, fino a cavarsi gli occhi, erano loro, Daniele Tom.

Ciò che oggi Alex dice in un’intervista al giornale spagnolo Marca lascia però l’amaro in bocca e denota un dolore umano profondo da parte dell’alpinista basco.

Con Daniele siamo stati al Nanga Parbat nel 2016. Un’esperienza che non ha funzionato. Mi sento in colpa. Se avessi saputo gestire la situazione in altro modo… Avrò questo rimpianto per il resto della mia vita. Se avessi saputo gestire il rapporto tra Nardi e Simone Moro, forse Daniele sarebbe oggi ancora in vita”.

Dichiarazioni e pensieri drammatici, che sono stati espressi da alcuni a bassa voce in queste settimane e che Daniele aveva anticipato con angosciosa lucidità per la morte di Tomek Mackiewicz, prima che toccassero lui e Tom Ballard. Viene la pelle d’oca a leggerle.

 

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33 Commenti

  1. Io penso che non sia assolutamente colpa sua né di Moro né del Nanga Parbat né di nessuno. Quando vai su un 8000 i rischi sono tanti ovunque e lo sai.

  2. Quando sali, nella vita come in montagna, contano i fatti.

    Daniele c’è e trasmette tutta la sua passione perfino in ogni video del canale Youtube. Come lo fa lui, in Italia, non lo fa nessun altro.

    1. Visto che ti sei spinto sino a dire “che cazzata”, conosci le vicende e la storia che cè di base a questa affermazioni di Alex?

      1. Seguo costantemente le vicende quindi penso di sapere quello che sanno tutti a meno che tu non abbia qualche segreto nascosto…
        Cmq il “che cazzata” si riferisce al fatto che nessuno può prevedere il futuro o sentirsi la causa di un evento non direttamente provocato.

  3. Inanzitutto avrebbe dovuto gestire il rapporto tra lui e Nardi, cosa c’entra Moro? quando Moro arrivó i rapporti erano giá tesi.

    1. Corretto. Avevano litigato sulla Khinshofer quando Nardi non arrivò al campo, lasciò lo zaino e scese. Per Nardi lo avevano abbandonato dopo una caduta, per loro non era abbastanza allenato.
      Txikon poi dichiarò che Nardi stava sempre solo su Facebook e Ali dichiarò che non si fidava di lui. Tutto ciò prima di Moro.

    1. appunto..finiamola con i commenti e con lo sciacallaggio mediatico.
      Un po’ di rispetto per i due alpinisti morti e le rispettive famiglie

    2. Per me Nardi non è stato un grande alpinista
      In tutta onestà, ritengo chev un impresa come la sua non rappresenti un compito difficile e rischioso ma solo un gioco d’azzardo

  4. Moro non era nella spedizione di Nardi, ergo Moro non aveva la possibilità, anche volendo, di mandare via nessuno, lo capite o non lo capite?
    Quelli che facevano parte della spedizione di Nardi hanno mandato via Nardi, Moro o non Moro. E basta scrivere cavolate.

    1. Moro ha avuto un peso importante nella scelta presa da txikon di mandare via Nardi.mi dispiace ma resterà sempre una macchia nella carriera di un grande alpinista

      1. Hai detto bene, la spedizione e la decisione erano di Txikon, non di Moro, anche se ognuno può avere il parare che vuole su tutti gli elementi della spedizione.
        Detto questo, se tutti hanno convenuto che era meglio salire in 4 perchè si sentivano più sicuri a farlo, visto anche il risultato, non è di certo una macchia nella carriera di nessuno. E’ semplicemente una decisione scomoda per chi la subisce e che comprendo, ma direi che è ora di dire basta con le insinuazioni che è colpa di Moro se Nardi non c’è più.

  5. Forse e dico FORSE se non ci fossero stati i problemi militari con gli elicotteri si potevano salvare, R.I.P

  6. ora non esistono i se e i ma esiste solo la perdita di 2 persone che secondo me gli ha detto tanta ma tanta sfiga perchè dal mio punto di vista quella parete si può domare e vedrete che il prossimo anno Alex ci riuscirà. ciaoo

    1. Concordo con te Marco, sono stati molto sfortunati in quanto la parte più pericolosa, soggetta a valanghe e cadute di seracchi, era stata superata. Daniele è sempre stato molto scrupoloso nelle sue azioni… forse la stanchezza gli è stato fatale nel ragionare… l’unico errore, come ha detto Alex, è stato scendere tardi e stanchi.
      Ciao Daniele & Tom … GRANDI ALPINISTI!

  7. Queste considerazioni cozzano con quanto dichiarato da Nardi in un video di you tube visibile a tutti nel quale racconta cosa e successo sul Nanga nel 2016 a proposito di Moro Txikon e Sadpara

  8. Le ultime affermazioni di Alex sono incongruenti. Prima dice che sono morti per ipotermia, ma questa dovrebbero essere stata immediata, vista le posizioni del corpo. Poi dice che hanno sparato dei razzi. Infine dice che quella non era la tenda ma tutti dicono che lo sia. Troppi dubbi. E troppi sensi di colpa. Forse c’è qualcosa che non è stato detto. Ma onore a Daniele e Tom, due grandissimi alpinisti ma soprattutto uomini

  9. Marco Anselmi, quando mai Alex ha detto che vuole “domare” (che che termine odioso, la montagna non si doma, si percorre con rispetto) lo sperone Mummery?!? Quello non è mai stato il suo obiettivo.

  10. E’ probabile che i due alpinisti, Daniele e Tom, fossero accomunati da uno spirito di emotività e rivalsa che in montagna non rappresentano le migliori basi per affrontare
    un così forte, ambizioso e rischioso progetto..
    Daniele, potrebbe non aver digerito di essere stato ripetutamente emarginato dai compagni di scalata nel N.P.del 2016, (rivedere il filmato fatto dallo stesso Daniele
    per spiegare l’accaduto..)
    Tom, con nel cuore il tormento che difficilmente un figlio cancella della madre sepolta nel ghiaccio.
    Forse è fondamentale scalare con la ragione e non portare con se aspetti emotivi che possono distorcere la realtà e la capacità di affrontare le situazioni più critiche.
    Queste non sono certo le cause ma c’è da pensare che qualcosa, come dice Alex, si sarebbe potuto risolvere prima, tra uomini, prima di andare a misurarsi con la montagna nel suo percorso più insidioso..

    1. Chi ha conusciuto Daniele sa che non poteva provare sentimenti di rivalsa o di rancore perche’ era un puro d’ animo, cosí come lo era Tom ma vi assicuro che non erano cosi sprovveduti da restare stecchiti sulle corde per ipotermia come sostiene Alex. E’ veramente offensivo pensarlo.

  11. A qualcuno di voi risulta che uno scalatore si aggreghi ad una spedizione con l 80%della via gia attrezzata e si prenda il merito della conquista della vetta??

    1. Vedi Andrea con tutto il rispetto dimostri un pizzico di arroganza in quello che scrivi.
      Se l’80% della via era già attrezzata e se il contributo di Moro risultava inutile al raggiungimento della vetta mi spieghi per quale assuro motivo il capo spedizione decide di fare aggregare due nuovi membri sostanzialmente cacciandone uno già presente?

      Non pensi che magari hanno reputato di avere più possibilità con Moro in squadra vista l’innegabile esperienza nelle invernali? (Con ragione poi visto la mossa di uscire dalla tenda alle prime luci per l’attacco alla vetta e non di notte come voleva Alex).

      Il tifo da Bar vi fa fare brutte figure e lo dico senza polemica alcuna.

  12. a me questa “gente di montagna” comincia a sembrare tutto tranne che bella, francamente delle beghe tra spagnoli e russi, moro e nardi, e tutto il resto, fotte una sega, ma la tendenza è quella di trasformare in una specie di reality estremo quello che dovrebbe essere tutt’altro. Con tutti i rischi del caso, personalmente, ci vado sempre più da solo tra le cime.

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