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Polemiche sull’incidente aereo del Rutor. Pilota francese accusato di omicidio colposo

Sette morti e due feriti gravi. Questo il tragico bilancio dello scontro tra un elicottero e un aereo da turismo verificatosi sotto il ghiacciaio del Rutor venerdì pomeriggio, il più grave incidente degli ultimi diciotto anni di volo in Valle d’Aosta.

Philippe Michel, il 63enne alla guida dell’aereo francese, ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Parini di Aosta, è ora accusato di disastro aereo colposo aggravato e omicidio colposo plurimo aggravato. Nei suoi confronti è scattato il fermo di polizia giudiziaria, come dichiarato dal procuratore capo di Aosta Paolo Fortuna, provvedimento reso necessario “alla luce degli elementi raccolti da carabinieri e Guardia di finanza in sinergia”.

Ricordiamo che nell’incidente sono morti il pilota toscano Maurizio Scarpelli, 53 anni, il collega e guida alpina Frank Henssler, 49enne tedesco ma residente da anni in Valle d’Aosta, tre sciatori tedeschi (manca ancora l’ufficialità del riconoscimento), il belga Arnaud Goffin (51 anni) e il francese Bruno Marais (59), che erano sull’aereo. I due sopravvissuti, Philippe Michel e il tedesco Martin Warner, di 34 anni hanno riportato politraumi gestibili.

I pm hanno raggiunto il pilota in ospedale per sottoporlo ad un interrogatorio lo scorso sabato. Un incontro molto breve in cui Michel, difeso dall’avvocato Jacques Fosson, si è avvalso della facoltà di non rispondere. “Al momento il mio cliente è sotto choc e non è ancora in grado di ricostruire quanto accaduto” ha tenuto a precisare l’avvocato Fosson.

Secondo la ricostruzione dei fatti, l’aereo francese modello San Jodel D 140 a cinque posti decollato da Megéve stava effettuando un volo di esercitazione con un atterraggio previsto sul ghiacciaio. Proprio durante le manovre di discesa si è verificato lo scontro in volo con l’elicottero impegnato in un servizio di eliski, che stava scendendo verso valle.
L’urto sarebbe avvenuto in volo, a qualche decina di metri di altezza. I resti dei velivoli sono stati ritrovati sparsi in un’area di circa 400 metri quadrati. Non ci sono testimoni ma, come dichiarato dal pilota, la manovra di atterraggio era già iniziata quando dal nulla è apparso l’elicottero.

Attorno all’incidente del Rutor nel frattempo stanno montando alcune polemiche. Nella relazione di inchiesta dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo sull’incidente del 2005, si legge chiaramente che per l’aereo, decollato da Challes-Les-Eaux, in Savoia, per un volo turistico, non era stato compilato un piano di volo, obbligatorio in caso di attraversamento dei confini nazionali.

Una problematica che, come sottolineano all’ANSA le guide alpine di La Thuile, si ripete di frequente nei cieli valdostani. Da tempo viene infatti segnalata la presenza di aerei francesi che decollano da Megève, in Francia, diretti al Monte Bianco per esercitarsi al volo in alta quota, e atterrano nella zona del Rutor, senza fornire piani di volo e senza comunicare con le torri di controllo. Il presidente delle guide di La Thuile Guido Azzalea, interpellato dall’ANSA, accusa addirittura i piloti francesi di non rispondere se contattati via radio.

È evidente la necessita di una definizione accurata di nuovi protocolli per regolamentare il volo aereo transfrontaliero. Come dichiarato dal presidente della Regione Antonio Fosson in una nota di cordoglio per le vittime dell’incidente, la Valle d’Aosta tenterà di attivare tutti i canali possibili con la collaborazione della Prefettura francese, per scongiurare ulteriori tragedie e tutelare i professionisti della montagna.

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Un commento

  1. fosse successo il contrario la Francia ci avrebbe dichiarato guerra…siamo proprio gli ultimi degli ultimi e fieri di esserlo.

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