Alpinismo

Nanga Parbat – In attesa di tornare a salire, le prime foto e impressioni dallo Sperone Mummery

Dopo il rientro al campo base di Daniele Nardi e Tom Ballard, tutti attendevamo il racconto e le foto della prima scalata sullo Sperone Mummery, salito dai due fino a 6200 metri. 

La particolarità di questa via è che una colata di ghiaccio e neve si insinua al centro dello sperone creando una sorta di via di accesso alla sommità. Ghiaccio, neve e roccia si alternano per creare una linea elegante e superba verso la vetta del Nanga ParbatIl tiro a cui sono più affezionato è quello iniziale, ti immette dentro la via con passaggi di misto verticali per alcuni metri”, scrive Nardi, che continua nella narrazione: “Dentro lo sperone e nel nostro flusso personale continuiamo a scalare, tiro dopo tiro di corda, cercando di non lasciarci vincere dal vento e dagli spindrift che continuano a scendere dalla parete. Lo spindrift è una specie di colata di neve polverosa spinta dal vento che ti investe. Non è pericoloso come una valanga o come una slavina, ma è molto fastidioso e rende la scalata un inferno di ghiaccio. Anche sopra la nostra testa, oltre la parete che ci sovrasta, ogni tanto sbruffi di neve polverosa ci ricoprono, togliendoci visibilità per alcune decine di secondi. È una cosa che incute timore“. Poi la decisione sofferta della discesa: “Scaliamo un tiro verticale e cerchiamo una piazzola su cui piantare la tenda, ma non c’è verso di trovarla. Questo è uno dei grandi problemi dello sperone, 1100m di verticalità che sviluppano probabilmente 1500m per circa 30 tiri di corda, su cui è difficilissimo trovare uno spazio per piantare una tenda. Purtroppo l’idea che avremmo avuto una calo del vento nel pomeriggio, è solo una valutazione errata. Abbiamo raggiunto il nostro limite, il vento, la stanchezza che abbiamo accumulato e la mancanza di una piazzola ci costringono a cambiare tattica. Dobbiamo scendere“. Per leggere tutto l’appassionante racconto di Daniele, qui

In attesa che si riprenda l’azione sul Nanga Parbat, bloccata per il momento dal maltempo, ci godiamo le prime e attesissime foto dallo Sperone Mummery.

 

Per vedere il ritorno in parete del team bisognerà aspettare ancora qualche giorno, come ci ha spiegato metereologo Filippo Thiery: “L’ultima giornata di tempo spiccatamente perturbato è oggi, siamo quindi agli sgoccioli. Hanno davanti altre tre giorni, fino al 25 incluso, di cielo nuvoloso con delle deboli spolverate di neve, in cui la speranza è che la montagna scarichi la neve abbondante che è caduta. Dal 26 al 29 si annuncia una finestra stabile con tratti soleggiati e assenza di precipitazioni. I venti non mi sembrano proibitivi, ovviamente siamo sempre sul Nanga. L’augurio è che la pazienza che hanno avuto, dovendo mordere il freno a causa dei forti venti proprio sul più bello, sia ripagata nei prossimi giorni“. 

 

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