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Bimba morta in slittino sul Renon. Sotto accusa i cartelli di divieto in sola lingua tedesca

Indagini in corso sulla morte di Emily Formisano, la bimba di 8 anni deceduta a seguito di un incidente con lo slittino sull’altipiano del Renon, nelle Alpi Sarentine in provincia di Bolzano. La piccola era arrivata in Alto Adige dall’Emilia Romagna per trascorrere le vacanze con la sua famiglia prima del rientro sui banchi di scuola, previsto per oggi. Chiara la dinamica dell’incidente, meno chiare le cause.

Emily e la mamma Renata Dyakowska, 38 anni, di origini polacche, dopo aver noleggiato uno slittino, avrebbero imboccato una pista nera da sci, la numero 6, vietata a qualsiasi slitta a causa della pendenza del 40%. Una tragedia annunciata. Lo slittino prende velocità al punto da rendere impossibile una frenata e mamma e figlia si schiantano contro un albero. Emily muore sul colpo mentre la mamma viene trasportata d’urgenza all’ospedale di Bolzano in gravissime condizioni. Il suo nome adesso compare nel registro degli indagati insieme a quello di Siegfried Wolfsgruber, presidente della Società Funivie Corno del Reno. La Società si dichiara intanto certa che si sia trattato di una disgrazia, sottolineando che “da quella pista non si può scendere in slittino”.

Bisogna ora comprendere il perché di una simile scelta da parte della mamma, perché una pista nera a 2000 metri di altezza vietata agli slittini invece della classica pista da slitta più a valle, facilmente raggiungibile con la funivia da Pemmernn. E perché una discesa senza casco. All’imbocco della pista 6 è piazzato un cartello di divieto su cui si legge “Rodeln verboten”, ovvero “non slittare”, in lingua tedesca. Accanto il piccolo simbolo del divieto, rosso su sfondo bianco con su disegnato un omino su una slitta. Un’immagine forse ingannevole per i non conoscitori della lingua tedesca, in quanto lo slittino è posizionato sulla fascia rossa del divieto e non al di sotto. Un particolare che è bastato per aprire un’indagine da parte della Procura di Bolzano sulla mancanza di chiarezza del segnale e assenza di traduzioni. Una mancanza definita da esponenti politici locali paradossale, in una regione in cui i turisti italiani sono decisamente numerosi e le piste da sci sono geograficamente posizionate su suolo italiano.

I cartelli presenti sono sufficienti” – ribatte dalla sua Wolfsgruber – “Se c’è un cartello solo in tedesco, c’è però anche il simbolo con l’indicazione del divieto”. E aggiunge che la scritta in tedesco è da ritenersi addirittura superflua in quanto “sullo stesso cartello, poche righe sopra, c’è l’indicazione della pista per slittino con la freccia rivolta verso la parte opposta. Quella scritta sotto in tedesco è da eliminare. La signora purtroppo non ha letto né l’una, né l’altra indicazione. C’è il primo cartello che dà la descrizione della pista, dice che è una pista nera, da sci, questo è l’essenziale. Già da questo si sa che lì non si entra, è una pista da sci e basta, e su una pista da sci non si va con lo slittino”.

 

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9 Commenti

  1. mi dispiace ma non è chiaro per niente!!!! rodelweg e Rodeln verboten sono troppo simili per chi non sà il tedesco. é l’ennesimo abuso di potere di queste persone che mal sopportano il fatto di essere italiani (con tutti i benefici che ne derivano ma che loro non ammettono). Il segnale andava scritto anche in italiano ( nella prima riga perchè siamo in ITALIA!!!!!) e poi in tedesco. Per completezza andava anche in inglese. Probabilmente non sarebbe cambiato nulla perchè la signora girava in slitta a casaccio senza nemmeno essersi informata ma la superficialità delle dichiarazioni del sig. Wolfsgruber merita di essere punita adeguatamente dalla giustizia ITALIANA

  2. Mi sembra che ancora quella regione sia ITALIA….quindi non esistono scuse almeno sulla lingua della segnaletica…se questi signori nn si sentono Italiani ciò nn li giustifica ….. anche la segnaletica x immagini a volte non è che sia chiarissima….poi che la signora nn fosse espertissima è un altro paio di maniche….ma di fronte alla morte di una bimba credo si debbano lasciare da parte le polemiche ed essere vicini a chi piange una perdita così grande … speriamo solo la giustizia degli uomini faccia la sua parte….

  3. è ora di togliere la lingua tedesca da una regione Italiana e togliere i finanziamenti non più giustificati

  4. se questi abitanti della Regione alto Adige non si sentono Italiani andatevene in Austria per sempre

  5. Sul web usato opportunamente si trovano lezioni con istruzioni scritte e pure filmati didattici su come si guida ,svolta e frena lo slittino, anche classico di legno, compreso abbigliamento scarponi e casco .
    Pure di camminata con ciaspole a seconda del terreno.Non fidarsi di attivita’ vendute come “spontanee alla portata di tutti”.
    Come avviene del resto per il Nordic Walking e lo sci di fondo portati avanti in modo superficiale e penoso da chi non vuole istruttori.Le “tabelline” non si saltano…in nessuna attivita’.

  6. Dopo anni quest’ estate sono ritornato a Molini di Tures per rifare passeggiate ai rifugi visti circa vent’ anni fà. Ho visto che hanno tolto da tutti i rifugi le bandiere italiane e cambiato nome a Vetta D’ Italia, naturalmente dedicato ad un personaggio alto atesino di lingua tedesca, ho chiesto il motivo e l’ unica risposta è stata che la decisione era presa dal consiglio di Bolzano. Tutti i cartelli sui sentieri erano scritti in tedesco, qualcuno con sotto l’ italiano. Che sperare da queste persone, spero solamente che il governo tolga tutti i privilegi.

  7. Mettiamo in secondo piano la questione segnali ,avvisi e lingua relativa…slittino su pista da discesa.
    Ho appena dato un’occhiata ad una live web cam di pista sci alpino in neve programmata.Attorno alla pista solo un velo di bianco naturale .Col Margherita al passo San Pellegrino-Trentino.
    Si vedono sciatori che dalla cabina arrivo funivia cominciano la discesa e nel bel mezzo loro, in salita , sci alpinista che sale con le pelli, pacificamente.E’concesso uffcialmente??e’ mancanza di sorveglianza che ha fatto sfuggire un intruso?? Prudenza fa ipotizzare che uno scontro tra discesisti che non se lo aspettano tra i piedi ed uno skialper “da neve programmata ” in salita diurna autoconcessa o carpita con sotterfugio non sia da escludere.

  8. Pessima foto: non si capiscono i simboli, ESSENZIALI per capire. Il cartello doveva essere grande come tutta la foto, non sgranato, senza cielo, senza montagne, senza persone e quant’altro ancora.

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