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Parco del Gran Paradiso: estesa l’area vietata alle scalate sulle cascate per proteggere il gipeto

Lo scorso anno la cova di una coppia di gipeti non era andata a buon fine, per tale ragione quest’anno il Parco nazionale del Gran Paradiso, in accordo anche con le Guide Alpine, ha deciso di adottare un piano di protezione più forte a tutela dei due rapaci che quest’autunno sono tornati per il quarto anni consecutivo nella Valle di Cogne scegliendo un’altra area per nidificare.

Il piccolo nucleo costituisce la metà delle coppie di questa specie attualmente presenti sulle Alpi occidentali italiane.

Alcune specie sono particolarmente sensibili alla presenza umana e risentono in misura maggiore del disturbo che possiamo arrecare.  Il sito di nidificazione in Valnontey si colloca in un complesso rupestre intensamente frequentato, in periodo invernale, dagli appassionati di arrampicata su cascate di ghiaccio. “Bisogna eliminare gli elementi disturbanti, ossia persone che scalano vicino al nido e camminano sui pianori soprastanti, e soprattutto i voli di elicottero. Poiché non si possono proibire eventuali voli di elisoccorso, bisogna eliminare il problema alla radice, ossia far sì che non ci siano persone da soccorrere, proibendo l’accesso a determinate cascate”, ha spiega Alessandro Crudo presidente della Società guide alpine di Cogne.

Coppia di gipeti nel nido in Valsavarenche, una delle altre valli del Parco interessate dalla nidificazione

Il Parco del Gran Paradiso, consapevole dell’importanza delle cascate per l’economia turistica della Valle di Cogne, ha quindi estes la zona da vietare. Non si potrà quindi accedere al pianoro sommitale del Money e alle cascate: “L’ago di Money”, “Di fianco alla leggenda”, “Repentance super”, “La volpe e l’uva” (via di dry tooling), “Monday Money”, “Gusto di Scozia” e “Flash estivo”, rispettivamente le numero 9, 10, 11, 11bis, 12, 13 e 14 della guida “Effimeri barbagli” di Matteo Giglio (Tipografia valdostana 2014), scelta come riferimento.

Il Presidente del Parco Italo Cerise ha commentato: “La nidificazione del gipeto in Valnontey, per il quarto anno consecutivo, rappresenta un evento di grande interesse scientifico e naturalistico per il Parco, ed è una conferma dell’efficacia della sua azione a favore della conservazione della biodiversità; ma anche una opportunità per il territorio vista la forte attrazione che un evento come questo suscita in tutti coloro che amano la natura. Le misure di tutela che sono state adottate perché la nidificazione vada a buon fine, limitano l’attività di arrampicata su ghiaccio in una zona modesta della Valnontey che potrà continuare ad ospitare questa attività nel resto del suo territorio”.

Oltre alle attività di prevenzione in essere, il monitoraggio del gipeto da parte del corpo di sorveglianza è quotidiano. Il controllo dei siti di nidificazione, in particolare durante la cova l’allevamento del nidiaceo, viene fatto dai guardaparco, insieme ai tradizionali strumenti, con mezzi tecnologici particolarmente avanzati, al fine di assicurare un adeguata protezione ai “tesori” del vero e proprio scrigno della biodiversità che è il Parco. “Saranno posizionate corde con cartelli informativi per delimitare la zona, oltre a dare ampia diffusione del divieto sui media. Soprattutto vorrei precisare che le guide alpine collaboreranno con il corpo di sorveglianza del Parco, che sarà sempre presente in zona, per fare osservare il divieto di accesso. Chi oltrepasserà le delimitazioni andrà incontro a sanzioni amministrative e al sequestro dell’attrezzatura e per chi fosse sorpreso a disturbare il nido scatterà la denuncia penale. Non è uno scherzo, si fa sul serio!”, conclude Alessandro Crudo.

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