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Callegari rinuncia al Polo Sud, ma l’avventura continua

Che la situazione di Danilo Callegari fosse critica ne eravamo coscienti. Da giorni era infatti impegnato in un’estenuante marcia nella neve fresca e il suo fisico iniziava a risentire del grande sforzo e delle basse temperature. Danilo sembrava però felice, i suoi messaggi erano carichi di entusiasmo e forza di volontà come sempre. Poche ore fa è poi arrivata la notizia. “Così come la vita, anche l’avventura è fatta di scelte, di numeri e di una parte imponderabile resa da quest’ultima attraente e straordinaria”, questo l’incipit del friulano per poi spiegare gli accadimenti che l’han portato a chiudere la traversata verso il Polo Sud Geografico. “Ho superato a fatica i forti venti catabatici iniziali associati a temperature glaciali, sono andato oltre superando intere e lunghissime giornate di white out dove per procedere ero costretto a fissare per oltre dodici ore consecutive al giorno i miei sci e frequentemente anche la bussola per non perdere la direzione dato che il bianco della neve faceva un tutt’uno con il bianco del cielo dandomi una visibilità nulla (si può dire a qualche metro se era tanto) creando disorientamento, visioni e a tratti un forte senso di vomito ma, ritrovarmi a trainare una pesante slitta su neve farinosa a volte perfino umida dove gli sci sprofondano per oltre trenta centimetri, questo no, questo mi ha colto di sorpresa […]. Gli ultimi tredici lunghi giorni di questo quasi mese e mezzo di traversata, mi hanno reso la vita impossibile. Trainare una slitta in queste condizioni, spesso senza vedere oltre una manciata di metri facendomi consumare un numero esagerato di energie, quindi di cibo, rallentando drasticamente la mia marcia, mi hanno costretto a prendere la decisione più logica per garantirmi la possibilità di continuare
l’avventura scalando la montagna più alta d’Antartide
, quarta delle mie 7 Summits e fulcro dell’intero progetto. Il rischio di arrivare troppo tardi al Polo o di non arrivarci nemmeno nei tempi da me calcolati, avrebbe, ogni giorni di più, alzato il rischio di non avere la possibilità di tentare la salita al Vinson”.

Questa che sta per arrivare sarà quindi l’ultima notte di Danilo sul plateau antartico, domani un aereo lo recupererà per portarlo ai piedi del massiccio Vinson, dove l’avventura continuerà. Saltato il primo dei tre obiettivi del progetto Antarctica Extreme, il raggiungimento del Polo Sud geografico in solitaria e autonomia, ora l’avventuriero si prepara per un salto con il paracadute (con cui raggiungerà il capo base del Vinson) e quindi tentare la scalata della più alta vetta d’Antartide.

“Questa scelta l’ho presa con il sorriso, con il solito sorriso che mi porta ogni giorno ad affrontare la vita ed oltre a ritenerla una grande forma di libertà è stata un’esperienza che mi ha dato moltissimo sia dal punto di vista personale che da quello professionale. Come dice un antico proverbio indiano ‘Quando soffia la bufera, l’albero deve piegarsi o verrà strappato alle radici’. Mi sento estremamente fortunato, sto vivendo un’avventura, per me, senza precedenti e ora mi aspetterà un lungo volo in caduta libera e una scalata ad un colosso di neve e ghiaccio che domina maestoso quest’intero Continente bianco”. 

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2 Commenti

  1. “… domani un aereo lo recupererà …” boh, sarò uno da divano, ma nei miei sogni l’avventura è “torni come sei venuto”, ovvero a piedi. Se no, se hai l’aereo pronto a recuperarti cambia tutto.
    “Questa scelta l’ho presa con il sorriso..” e te credo!!

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