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Con l’arrivo della stagione invernale chiude il Buco di Viso

Martedì 9 ottobre gli operai forestali della Regione Piemonte, d’intesa con il Parco del Monviso e il Parco del Queyras, hanno provveduto alla chiusura dell’accesso al Buco di Viso per il periodo invernale. La riapertura per la prossima stagione escursionistica avverrà presumibilmente tra i mesi di giugno e luglio, in base alle condizioni meteo.

La chiusura stagionale viene effettuata a scopo protettivo, per evitare che la neve si accumuli nel tunnel ostruendo il passaggio e recando danni alla struttura recentemente ripristinata in funzione di una migliore fruibilità.

Proprio tra pochi giorni cade infatti l’anniversario dei lavori di ripristino e messa in sicurezza svolti nel 2014 e inaugurati il 15 ottobre, curati dal Parco del Monviso e dalla Regione Piemonte che ha finanziato interamente l’opera.

L’intervento ha incrementato notevolmente il passaggio dei turisti e degli escursionisti nel cuore della Riserva della Biosfera Transfrontaliera del Monviso: il primo traforo alpino è oggi un tratto cruciale del Giro del Monviso e i passaggi registrati sono stati più di 28.000 nel corso della stagione 2017; non ancora elaborati i dati di passaggio nel 2018, stagione che peraltro è iniziata molto tardi a causa dei grandi accumuli di neve sul versante francese del traforo, rimossi soltanto a metà luglio di quest’anno.

Il Buco di Viso, chiamato anche Buco del Traversette per via dell’omonimo colle situato qualche metro più in alto, è un tunnel pedonale che si trova sulle pendici del monte Granero, a 2880 metri di quota, e collega il comune piemontese di Crissolo a quello francese di Ristolas, nella valle del Guil. Si tratta della galleria alpina più antica della storia: risale, infatti, alla seconda metà del XV secolo. È Ludovico II del Vasto, marchese di Saluzzo, a volerne la costruzione, al fine di sviluppare i rapporti commerciali con il Regno dei Valois senza entrare in territorio nemico – quello dei Savoia. I lavori giungono al termine nel 1480.

Il cunicolo è lungo 100 metri e la sua altezza varia tra i 2/2,5 metri, in modo da consentire la circolazione dei muli. Viene regolarmente utilizzato fino al 1601, quando il Ducato di Savoia annette il marchesato di Saluzzo, che perde così l’indipendenza.

Il Buco del Viso resterà impraticabile fino al 1907, anno in cui iniziano i primi restauri, seguiti da ulteriori operazioni nel 1998; l’inaugurazione ufficiale, però, avviene solo sedici anni dopo, nel 2014.

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Un commento

  1. Ben fatto.Magari facessero cosi’ i fruitori di bivacchi libero accesso: spesso ne ho trovato con la porta spalancata in quanto lasciata aperta…con interno bagnato fino ai materassini piu’ bassi e le coperte.Odore di muffa .. parecchio malsano..

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