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Riapre la stagione venatoria, ma i cacciatori sono in diminuzione

Si è aperta nel weekend la stagione venatoria nel Veneto e in diverse località italiane. I numeri diffusi dalla Provincia di Belluno, riguardanti le 67 riserve di caccia alpine, dipingono però il quadro di una pratica dalla popolarità in diminuzione. Si parla infatti di 2.900 cacciatori con licenza nella Provincia, con un trend di decrescita ormai piuttosto costante.

I periodi in cui la caccia è consentita variano in base all’animale coinvolto: per gli ungulati ad esempio è già aperta da un paio di settimane. Ci sono però da considerare particolari stop, applicati per consentire l’accoppiamento di alcune specie, nel caso in cui questo avvenga solo in precisi e brevi periodi dell’anno, o nel momento in cui si raggiunge la quota massima di abbattimenti fissata dalla Provincia.

Il presidente di Italcaccia, nonché membro della commissione faunistico-venatoria della Provincia di Belluno, Guido Calvani, ha espresso al Corriere delle Alpi il suo parere circa le cifre rese note: “È un numero in lenta ma continua diminuzione. Purtroppo non c’è il ricambio generazionale. I giovani non sono più appassionati a questa attività, e i cacciatori che restano inevitabilmente invecchiano e pian piano lasciano. L’età media dei nostri cacciatori è molto elevata“.

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5 Commenti

  1. Accade anche che l’anziano non ce la faccia..sul piano fisico…a reggere la fatica . Gia’ dopo il primo giorno si legge di infarti.Poi i costi sono esorbitanti..gli adempimenti burocratici vanno sbrigati..
    Ci sarebbero anche i pallini di acciaio inox , ma il piombo che inquina va ancora ..e si dissemina nell’ambiente.
    I giovani ,se proprio si sfogano al tiro nei video games o con i pallini di plastica o macchianti.

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