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Troppi morti sul Cervino: al via la campagna di sicurezza che punta sulle Guide Alpine

Troppe le vittime sul Cervino, a lanciare l’allarme è il Comune di Valtournenche, ai piedi della Gran Becca, che ha dato vita alla campagna “Hire a guide, climb safe!“. L’iniziativa è stata presentata dal sindaco Jean-Antoine Maquignaz ed è realizzata in collaborazione con la Fondazione Montagna Sicura, il Soccorso alpino della Guardia di Finanza, quello valdostano e la Società Guide del Cervino.

Il progetto punta a sensibilizzare gli alpinisti e gli escursionisti meno esperti circa i problemi e i pericoli che l’ambiente montano può presentare, al fine di promuovere un approccio più sicuro. La prevenzione e l’informazione, secondo i promotori della campagna, sono gli elementi che non devono mancare a chi si avvicina a questo contesto.

Il consiglio fondamentale che l’iniziativa vuole diffondere è quello di affidarsi a una figura professionale. Alla riunione indetta dal Comune per annunciare il progetto, il maresciallo del Soccorso alpino della Guardia di Finanza Massimiliano Giovannini ha commentato in questo modo la situazione: “Il Cervino viene ormai approcciato da alcuni come una sorta di parco giochi, su cui si sale quando si vuole. Non è così. Oltre ad offrire sicurezza elevata, le guide sono detentrici della storia della montagna. Possono spiegare, ad ogni passaggio, e ci si gode veramente l’ascensione”.

Un’ulteriore proposta di soluzione al problema degli incidenti sul Cervino arriva da Christian Zanolli del Soccorso Alpino Valdostano: convertire la Capanna Carrel da bivacco a rifugio imponendo una limitazione di accesso alla parte alta della via solo a chi ha prenotato, un provvedimento del tutto simile a quella in atto sul Monte Bianco con il rifugio del Goûter. Ciò consentirebbe un maggiore controllo dell’accesso alla montagna e potrebbe contribuire a prevenire parte dei numerosi incidenti in quota. In discussione anche il divieto di bivaccare in parete, come già in essere sul versante svizzero, in modo da ridurre il numero degli alpinisti che tentano di scalare la Gran Becca senza un’adeguata preparazione. 

Soluzioni che possono essere indubbiamente utili, ma che risollevano il tema caldo dei divieti. Com’è accaduto per le ordinanze emesse per il Monte Bianco, ma anche altrove, risulta infetti inevitabile uno scontro tra l’esigenza di tutelare la vita di chi frequenta la montagna e la libertà che da sempre contraddistingue le terre alte. Nell’occasione la guida alpina ed ex presidente delle Guide Alpine del Cervino, nonché gestore del Rifugio Teodulo e del Rifugio guide del Cervino, Lucio Trucco, ha sottolineato: “Siamo cresciuti con il sogno di andare sul Cervino, non si devono tarpare i sogni degli altri”.

Quello che è certo è che per il bene del Cervino e di tutti coloro che lo frequentano è la necessità di diffondere una maggiore cultura della montagna. 

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25 Commenti

  1. Davvero stucchevole questo bombardamento mediatico che riconduce qualisasi problema di sicurezza legato alla montagna alla soluzione “ingaggia una guida”.
    Siamo a livelli di sciaccallaggio, oltrettutto ipocrita, considerato il gran numero di incidenti (talvolta mortali) avvenuti quest’anno a guide nello svolgimento della propria attività professionale (nell’accompagnamento di clienti o gruppi) o personale.

    Il problema del Cervino (così come quello del Monte Bianco o di tante altre mete) è primariamente educativo: la gente che va in montagna (anche solo a livello escursionistico) ha sempre meno coscienza dei propri limiti/capacità, dell’ambiente, delle tecniche e matieriali. La diffusione su social e simili di prestazioni pazzesche di super atleti e super alpinisti concorre a balanizzare/semplificare una esperienza escursionistica e alpinistica che tendenzialmente ci si construisce nel corso di anni (talvolta decine).

    Senza adeguata preparazione fisica, psicologica e tecnica sul Cervino non bisogna proprio andarci… guida o non guida!!!
    O la gita con la guida concorre al miglioramento e consolidamento dell’esperienza, preparazione e coscienza di se di cui sopra, oppure il limitarsi a trascinare l’impreparato cliente su per la montagna (come molto spesso si vede in giro) in cambio del lauto compsenso non risolve il problema sicurezza.

    1. Ps: il soccorso alpino proprio non c’entra nulla. Il soccorso alpino non ti fa da accompagnatore. Il soccorso alpino ti salva il culo in caso di bisogno. Sono le guide che incassano centinaia di euri per portare i “clienti”, non il soccorso alpino

  2. E’ una situazione paradossale! Le stesse guide alpine che vogliono imporre le salite guidate sulle Alpi, poi vorrebbero che in Himalaya si andasse in stile alpino, senza guide/sherpa, senza corde fisse ecc…
    Vedi guide alpine stra famose sempre in TV a pontificare le proprie imprese himalayane rigorosamente “by fair mean” e poi vai sul Cervino pieno di impianti di risalita, corse fisse / ferrate rifugi e guai se non prendi la guida ..
    Lontano da casa NO guide mentre sulle Alpi tassative … ma per favore …

  3. Mi sa tanto che molti ambiscono alla cima griffata , senza aver umilmente percorso le tappe e senza aver temprato il fisico…ammesso che fosse anche in buone condizioni.Leggendo “AriaSottile ” di Krakauer…si comprende che le Guide a volte debbano sobbarcarsi certi tipi..pretenziosi solo perche’ han pagato.Ad esempio la corrispondente del gran giornale…che ha fatto solo jogging e mai indossato gli scarponi nuovi..con conseguenze tragiche in successione.

  4. Se si arriverà alla sostituzione della consapevolezza dei rischi con l’obbedienza alle regole dettate da presunti “tenutari della scienza”, smetterò di fare la guida.

    1. Domanda di curiosità: ma le guide pagano le tasse? Fanno ricevuta? Perché se costa tot. Andare su una certa cima devo pagargli anche cena pernotto colazione caffè amaro funivia, crema da sole, taxi, usura materiale nolleggio ecc. Ecc.?

  5. lodevole e certamente disinteressata l’iniziativa del signor Sindaco di Valtournenche sulla quale mi permetto due osservazioni: prima, ridurre o togliere del tutto quegli orribili canaponi e relativa scaletta magari mettendo qualche ancoraggio in piu’ selezionerebbe gli aspiranti alla cima, seconda ma non direttamente legata alla sicurezza: alla capanna Carrel passa nel bene e nel male, il mondo alpinistico ed e’ tragico lo stato della struttura per non parlare del servizio igienico, certamente per colpa nostra ma anche per poco interesse da chi incassa il pernottamento

  6. 2 settimane di riviera adriatica all inclusive in pensioncina costano quanto una uscita con guida su cervino ecc…
    con ricevuta fiscale ,mentre in 7 anni di esperienza di uscite con le guide mai visto una ricevuta(loro anno l esonero per legge..)
    l unica cosa : ci sono guide e guide : onesta e disonestà
    guide alpine ,accompagnatori di media montagna,guide ambientali….ma dai
    però la seggiovia si può prendere.vedi skyway,ortles,zermatt…con annessi e connessi.
    richiesta parlamentare da parte d’un deputato valdostano di includere le guide alpine nella categoria lavori usuranti per pensione….( però ogni giorno sul
    lavoro ci sono 2.5 – 3 morti ….forse perchè mancava la guida…)
    oppure incidenti stradali a gogo ….e via dicendo
    e arrivano questi.

    dimenticavo : sulla riviera i panorami mozzafiato non mancano proprio e sei ci sai fare porti a casa ricordi indelebili

  7. Solita questione delle guide… “prendi una guida puoi fare tutto”. Invece di limitare gli accessi dovrebbero far capire alla gente il ruolo di guida non solo come accompagnatore ma come “insegnante” di alpinismo… forse allora ci sarebbero meno morti in montagna ovunque.

  8. Divieti, limitazioni, salita con guide … mi sembra molto saggio quello che dice Lucio Trucco :

    Nell’occasione la guida alpina ed ex presidente delle Guide Alpine del Cervino, nonché gestore del Rifugio Teodulo e del Rifugio guide del Cervino, Lucio Trucco, ha sottolineato: “Siamo cresciuti con il sogno di andare sul Cervino, non si devono tarpare i sogni degli altri”.

    Poi, comunque ormai siamo a settembre , bastano pochi giorni di brutto tempo, per far chiudere definitivamente
    la stagione favorevole alla salita al Cervino.
    Una qualunque iniziativa, si doveva fare molto prima, ormai è tardi e se ne riparlerà il prossimo anno.

  9. Grazie Michele per le tue parole, che dette da te che sei una guida, assumono un significato particolare e ti fanno onore; peccato che tra i tuoi colleghi ed in primis il tuo presidente del collegio nazionale, non ci sia la stessa consapevolezza e liberalità.

  10. Già nel1988 ( 30 anni fa) chiesi informazioni ad una guida alpina per salire il Cervino, mi consiglió di cambiare obbiettivo, perché troppo commercializzata .

  11. “Il divieto di bivaccare in parete”; “Il divieto di accedere alla parte alta della via per chi non ha prenotato” A questo punto spero che sta montagna crolli giù, così è finito il luna park!
    Lasciate che la gente si ammazzi, le scene che si vedono sul Cervino sono raccapriccianti, ma difendo il diritto di ognuno a lasciarci le penne come e dove vuole. Immaginatevi se questi divieti fossero stati applicati da sempre, immaginatevi quanta storia dell’alpinismo avremmo in meno. D’altronde la storia è iniziata con Whymper e l’incidente che è costato la vita ai suoi compagni.
    Piuttosto sono d’accordo, come ha già detto qualcuno: togliete cordoni e scalette, vedrete che saranno molto meno quelli che vanno oltre lo Cheminee. Magari perderanno clienti anche le guide, ma intanto si ridà un po’ di dignità a questa montagna, lasciando la libertà a chi vuole provarci di farlo.

    1. Nonostante la mia esperienza alpinistica credo che se dovessi fare il Cervino la farei con una guida punto e basta. Ci sono montagne in cui non si può tanto scherzare ed improvvisare E questa mi sembra una di quelle. Poi ripeto Questo è il mio punto di vista ognuno è libero di fare le sue scelte. Quello che dovrebbe essere più accessibile è il prezzo e la trasparenza per salire questa montagna di cui non si capisce bene Quanti soldi ci voglia

  12. In Europa abbiamo tanti 4000 che hanno rarissime visite e potrei elencarne
    alcuni con spigoli creste traversate ecc. che hanno fatto anche loro la storia
    dell’alpinismo,già non si chiamano Bianco,Cervino…saliamo quelli …

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