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Un nuovo rifugio, mille anni di storia: Tòsina rinasce grazie ai giovani

A Est di Firenze, su per le strette strade che portano nel cuore d’Appennino c’è un nuovo rifugio. Un’antica struttura, le cui prime testimonianze risalgono al 1100, utilizzata dai monaci Camaldolesi come foresteria in cui offrire ospitalità ai viandanti. Si trova a circa 700 metri di altezza, giusto di fronte alla chiesa di S. Margherita d’Antiochia di Tòsina. “Una piccola chiesa, contenente un trittico di Mariotto Di Nardo risalente al 1300, abbandonata a se stessa per molti anni”. L’arte non è infatti stata sufficiente per attrarre pellegrini, turisti o anche solo le genti del posto. Così l’edificio, rimasto al suo abbandono sia fisico che culturale, si è lentamente degradato. Il tetto è stato compromesso da importanti infiltrazioni che in breve tempo ne avrebbero causato il crollo.

Detto in poche parole, non interessava a nessuno di questo piccolo tesoro. Solo un gruppo di ragazzi di Borselli, nel comune di Pelago, si è appassionato alla storia di Tòsina. Si sono innamorati di questo posto e della sua cultura. Si potrebbe quasi dire che sono stati conquistati, quasi fino alla follia, dalla bellezza di questo sito. Una follia che li ha spinti a cercare di far risorgere il luogo di culto, ma non solo.

“Le direttive della curia – ci raccontano – prevedono che, per le strutture non frequentate e verso cui non c’è interesse da parte dei pellegrini, non vengano elargiti finanziamenti per la manutenzione e ristrutturazione”. Per questo i ragazzi si sono immediatamente mobilitati cercando di organizzare eventi e serate musicali. Momenti di ritrovo a Tòsina per raccogliere fondi e mostrare la partecipazione della popolazione attorno alla storia dell’antica struttura. “Diciamo che non siamo riusciti a recuperare molti soldi, ma abbiamo suscitato l’interessa della curia”. Ci sono riusciti grazie alla forza di volontà e alla passione dimostrata. “Quel che però ha davvero spinto la curia a occuparsi della riparazione del tetto (i cui lavori sono partiti da poco) è stata l’intenzione, da parte nostra, di farci carico dell’ex canonica per trasformarla in un rifugio”.

Per farlo i ragazzi han dovuto impegnarsi in un mutuo da 70mila Euro, in parte garantito dal sacerdote e dal nonno di uno dei ragazzi, con cui poter affrontare tutti i costi di sistemazione e ammodernamento dell’ex canonica. Edificio che oggi si presenta accogliente, originale e in continua evoluzione. “Per ora offriamo posto letto e un piccolo angolo cottura per la colazione. Forniamo inoltre coperte, lenzuola e la connessione a internet”. A novembre inizieranno invece i lavori per lo sviluppo di un piccolo ecomuseo dedicato alla storia e all’economia di questo scorcio di Toscana.

Chi c’è dietro questa storia. Un folto gruppo di giovani, con età comprese tra i 18 e i 30 anni, riunitisi sotto il cappello dell’Associazione di volontariato giovanile “Gruppo perché No?” alla cui presidenza troviamo Claudia, la più grande. A seguire, tra i membri più attivi, ci sono invece Enrico (22 anni), Emanuele (21 anni), Jacopo (21 anni), Viola (19 anni) e Lorenzo (18 anni). “Con noi collaborano poi molti altri ragazzi e ragazze che partecipano quotidianamente alle attività, tra cui molti minorenni”.

Perché, così giovani, avete scelto di prendervi un impegno così importante? Verrebbe da chiedere a questi ragazzi. Ma la domanda non necessita di risposte. Basta guardarli, orgogliosi e fieri del lavoro svolto, per capire cosa li anima. “Siamo innamorati della nostra terra” raccontano. “Crediamo ci possa essere un futuro anche in questi territori appenninici e preappenninici, considerati a torto marginali e quindi privi di valore.”

“Con questo piccolo progetto vorremo valorizzare il territorio, ma al contempo cercare di creare opportunità di lavoro in un luogo da cui purtroppo i giovani sono costretti a emigrare” spiegano oggi, a una manciata di giorni dall’inaugurazione ufficiale del rifugio che si terrà domenica 22 luglio. Manca davvero poco ormai alla concretizzazione di un progetto e di un’ambizione portati avanti per anni. Una dimostrazione pratica di quanto sia sbagliato generalizzare, di quanto sia scorretto additare tutti i giovani come fannulloni o bamboccioni nullafacenti.

Domenica apre il rifugio, fate un salto su se siete in zona. Potrete così vedere il lavoro fatto e conoscere il sorriso orgoglioso di questi ragazzi che, mettendoci il tempo libero dal lavoro o dagli studi, han ridato vita alla storia della loro terra. Una storia che saranno orgogliosi di riscoprire insieme ai visitatori.

Per maggiori informazioni: www.rifugiotosina.it

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