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Riapre il caso irrisolto dello sciatore morto 60 anni fa a Valtournenche

Riaperto un cold case risalente al 2005, quando a quota 3.100 metri in località Cime Bianche, su un ghiacciaio a Valtournenche, vennero rinvenuti i resti di uno sciatore mai identificato. Il fatto singolare è che il decesso risale in realtà a oltre 60 anni fa, particolare che rende ancora più intricato il mistero irrisolto dell’uomo.

La polizia scientifica ha da poco riaperto le indagini, interrotte qualche anno fa per mancanza di risultati. Le uniche informazioni disponibili sulla vittima sono le sue caratteristiche fisiche: mezz’età, circa un metro e settanta d’altezza, miopia da un occhio riscontrata dagli occhiali che portava. Si ipotizza che lo sciatore fosse benestante, poiché il suo abbigliamento e la sua attrezzatura erano di qualità. Gli sci erano di buona marca, modello costoso, e le bacchette erano di ferro, non di bambù come si usava all’epoca. Un ulteriore indizio, che ha parzialmente ristretto il campo di indagine, ma non ha mai portato a una risposta definitiva, sono le iniziali M.M. ricamate all’interno della camicia che portava.

A seguito del ritrovamento i primi tentativi del Gabinetto interregionale di polizia scientifica di Torino e di Aosta di risalire all’identità dell’uomo furono vani. Nel 2010 i suoi dati vennero inseriti nella banca dati “ricerca scomparsi” e tra il 2013 e il 2014 gli agenti li incrociarono con le testate giornalistiche dell’epoca, il tutto senza ottenere risultati. Perfino il profilo genetico dell’uomo venne analizzato, ma anche in questo caso non si ottenne nessun riscontro.

La vittima aveva addosso una moneta coniata tra gli anni ’40 e ’50, un orologio dello stesso periodo (di cui si sa solamente che proveniva dalle colonie francesi, come Tunisia, Algeria e Marocco), degli sci, anch’essi risalenti agli anni’40 e ’50, degli scarponi di qualità e un carnet da 60 corse per una funivia a Cervinia. Questa combinazione di fattori fa pensare a una persona con buona disponibilità economica, che praticasse assiduamente lo sci e frequentasse spesso quelle montagne.

Ciò non fa che accrescere il mistero ancora irrisolto del ritrovamento, sul quale la polizia scientifica intende ora fare chiarezza.

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3 Commenti

  1. Forse non avrebbe neppure desiderato essere ritrovato.
    Caso analogo risolto con riconoscimento dei resti con test DNA:Ettore Zapparoli.Scomparso nel1951, epitaffio di Dino Buzzati,resti ritrovati nel 2007 e identità confermata.Rimane il medesimo dubbio…avrebbe
    preferito tomba comune e solita lapide, magari tra qualche decina d’anni resumazione d’ufficio e ossario comune o l’ambiene montano del ghiacciaio Monte-Rosa tanto amato in vita, nascosto a tutti?

  2. Mah, sai, dubito che una persona abbia il tempo di pensare a scegliere come, dove e quando morire mentre sta precipitando in un profondo crepaccio…

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