AlpinismoNews

Hervé Barmasse legge Walter Bonatti

Domenica sera su Rai 3, ospite al nuovo spin-off della seguitissima trasmissione Kilimangiaro dal titolo “Ogni cosa è illuminata“, Hervé Barmasse ha letto parte dell’introduzione del celebre libro del 1996 di Walter Bonatti “Montagne di una vita”.

L’opera è un lungo racconto che ripercorre la storia di Walter, dalle prime scalate fino alle critiche che l’hanno portato ad allontanarsi dalla tanto amata montagna. È un alpinista e un autore a tratti amareggiato quello che racconta gli eventi del passato, che ha parole da spendere per le nuove tecniche di scalata estrema, per i colleghi scalatori e per lo spesso ostico ambiente dell’alpinismo professionistico in generale.

Quello che colpisce di più dell’opera oggi, lontani dalle seppur in parte attuali critiche, sono però i racconti del Bonatti che si abbandona ai ricordi, che dopo anni di carriera si lascia andare a una nostalgia non melensa ma rigorosa, ordinata da una precisa visione d’insieme e guidata dal senno di poi di chi con, per e sulla montagna ha visto e fatto veramente tanto.

Per questo le sue parole, lette dalla voce di Barmasse, hanno colpito tutti quanti, lettore per primo, che il giorno seguente ha postato le sue impressioni sulla sua pagina facebook: “Ieri sera non è stato facile leggere le parole di Walter Bonatti in tv. Ma l’emozione più grande rimane quella di sapere che a distanza di anni la sua traccia, la sua cultura e il significato che lui dava all’avventura, all’alpinismo e alla solitudine non ha perso valore… che quelle parole non sono ancora state svilite da una società troppo prepotente e insensibile alle emozioni dell’uomo. Quelle stesse emozioni che rimangono la risorsa più grande alla quale attingere nella vita.

Di seguito il profondo e significativo brano letto da Barmasse e tratto da “Montagne di una vita”:

La montagna, fin dall’inizio, è stato l’ambiente più congeniale alla mia formazione. Mi ha consentito di soddisfare il bisogno innato che ha ogni uomo di misurarsi e di provarsi, di conoscere e di sapere. Così, impresa dopo impresa, lassù mi sono sentito sempre più vivo, libero, vero: dunque realizzato. Nella mia vita di scalatore ho sempre obbedito alle emozioni, all’impulso creativo e contemplativo.

Walter Bonatti, Hervé Barmasse, Kilimangiaro, Rai
L’opera di Bonatti, © Rizzoli Editore

Ma fu soprattutto praticando l’alpinismo solitario che ho potuto entrare in sintonia con la Grande Natura, e ancor più a fondo ho potuto intuire i miei perché e i miei limiti. Affrontare in solitudine la natura più severa mi ha abituato innanzi tutto a prendere da solo le mie decisioni, mi ha insegnato a misurarle con il mio metro e a pagarle, giustamente, sulla mia pelle. Dunque la solitudine è stata per me una scuola formativa, una condizione preziosa, un vero bisogno a volte; mai però un’angoscia. È proprio grazie a questi preliminari che ho potuto compiere ogni volta un viaggio affascinante dentro me stesso per meglio scrutarmi, capirmi, e anche per meglio comprendere gli altri e il mondo attorno a me.

Il silenzio che accompagnava questa mia solitaria avventura a volte mi stordiva, con tutti i misteri che porta con sé; ma dire silenzio –ormai lo sapevo benissimo –voleva dire anche ascoltarmi, parlarmi, riflettere. Mi sono chiesto tante volte se sono nato solitario oppure se lo sono diventato. È certo però che alcune esperienze mi hanno fatto perdere molte illusioni nei riguardi degli altri. La mia indole resta in ogni caso quella dell’alpinista solitario. L’azione mi ha portato a sognare, a temere, a esaltarmi; ed era ancora l’azione il più delle volte che scaturiva dal sogno e dalla mia sensibilità. Che io sia un sognatore è dunque fuori dubbio, le mie imprese hanno cominciato a esistere nel momento stesso in cui prendevano forma nella mia mente.

[…] Ma ricordiamoci che non esistono proprie montagne, si sa, esistono però proprie esperienze. Sulle montagne possono salirci molti altri, ma nessuno potrà mai invadere le esperienze che sono e rimangono nostre.”

Di seguito il video della lettura di Barmasse (per chi volesse l’intera puntata del programma è visibile, previa registrazione al sito, su RaiPlay):

Hervè Barmasse lege Walter Bonatti

"Non esistono proprie montagne, esistono solo proprie esperienze". Vi salutiamo con le parole di #WalterBonatti lette dal nostro Hervé Barmasse. Grazie per essere stati con noi. A domenica prossima #OgniCosaèilluminata

Posted by Kilimangiaro on Sunday, June 10, 2018

Tags

Articoli correlati

2 Commenti

  1. Ad un certo punto della mia vita, anche di alpinista, mi sono reso conto che Walter Bonatti era colui che aveva portato alla massima espressione i valori e le aspirazioni che anche io cercavo nella mia esperienza. Capii che era il mio maestro. Un uomo che aveva scalato la vita fra le insidie più pericolose, quelle tra gli uomini. Molto più facili gli venivano quelle apparentemente semplici delle sue pure e esaltanti imprese solitarie. Mi da smarrimento pensare che non ci sei più.

  2. Fans o no diBonatti… meglio leggerseli da soli col proprio ritmo e stile di lettura..Li lessi (prelevandoli in prestito mazx 7 giorni da biblioteca di Paese Dolomitico..Le mie montagne e I giorni grandi..i primi 2)..mentre scrosciavano temporaloni e scoccavano fulmini e non si poteva fare altro.Particolare: veniva allegato cartoncino segna pagine ma praticamete ognuna aveva le “orecchiette”e qualche frequente sbrodolamento o macchia di unto o vino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close