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Si concludono le spedizioni sull’Everest, ma rimangono i rifiuti

Secondo le testimonianze dei molti alpinisti che in questi giorni hanno fatto ritorno al campo base dell’Everest dopo le scalate, i campi alti sarebbero costellati di rifiuti. Si parla di tutti i tipi di sporcizia: dai residui di materiale esaurito o rovinato, abbandonato sulla montagna, fino agli escrementi umani.

Oltre agli scalatori incivili, uno dei principali responsabili della creazione di questa spiacevole situazione sarebbe proprio il governo nepalese, che avrebbe fallito nel compito di monitorare durante la stagione le attività umane ad alta quota. “Ovunque dal campo II al campo IV, si vede spazzatura“, dice David Liano Gonzales all’Himalayan Times, profondo conoscitore dell’Everest. “Le spedizioni hanno lasciato spazzatura da campo 2 fino al colle sud, dopo aver rimosso i loro loghi dalle tende,” – prosegue – “gli ufficiali di collegamento non si sono presentati al campo base per monitorare le attività degli alpinisti.”

Oltre ai rifiuti organici, che non contribuiscono a tenere pulito l’ambiente in quanto fonte di inquinamento per i ghiacciai, risulta compromettente per l’ecosistema la spazzatura vera e propria abbandonata ovunque dagli scalatori: bombole di ossigeno esaurite, tende, scale, lattine, coperte e molto altro; si tratta ovviamente di rifiuti abbandonati per pigrizia, di scarti che come sono arrivati ai campi alti avrebbero potuto anche essere riportati a bassa quota durante la discesa per essere smaltiti, senza compromettere l’ascesa di chi li ha abbandonati.

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I rifiuti che appestano uno dei campi, © David Liaño

Lo smaltimento dei rifiuti della valle dell’Everest è affidato all’SPCC, Sagarmatha Pollution Control Committee, il comitato istituito allo scopo di tenere sotto controllo l’inquinamento all’interno del parco nazionale di Sagarmatha. Qualche anno fa, grazie a un progetto del Comitato EvK2CNR, è stato inaugurato un nuovo inceneritore nel villaggio di Nanche Bazaar, nella valle del Khumbu, che ha aiutato a snellire il processo di smaltimento.

Anche con l’azione dei vari organismi designati però, che comunque non hanno in questo caso assolto a pieno al loro dovere, controllare l’attività della sempre maggiore mole di scalatori che transitano al di sopra del campo 2 dell’Everest risulta ugualmente molto difficile per le autorità nepalesi. Nonostante nel 2014 sia stata emanata una legge che prevede l’obbligo per ogni scalatore di riportare con sé almeno 8 chili di spazzatura dalla spedizione, anche quest’anno fare in modo che l’Everest non si riempisse di immondizia si è rivelato un compito difficile da assolvere.

Un modello positivo da cui poter prendere spunto per affrontare il problema è quello pakistano, in cui i portatori di alta quota sono incentivati da piccoli premi in denaro a riportare a valle parte dei rifiuti prodotti durante la scalata. Le campagne di pulizia lanciate negli anni scorsi dall’associazione EvK2CNR, in concomitanza con lo sponsor Moncler, contribuiscono a mantenere intatta la naturale bellezza delle grandi montagne pakistane.

Si calcola che gli scalatori dell’Everest, i loro portatori e lo staff al campo base, producano circa 5.5 tonnellate di rifiuti all’anno. Membri dello staff a parte, tutti questi amanti della montagna, che però sembrano un po’ troppo propensi a chiudere un occhio quando sono essi stessi ad arrecarle un danno, proseguono poi verso i campi alti, dove non smettono di produrre rifiuti. Questi vengono quindi abbandonati in quota, dove la situazione diventa di anno in anno sempre meno sostenibile.

Un adeguamento delle tasse sui rifiuti imposte agli scalatori dovrebbe essere presa in considerazione dagli organi di competenza. Nel caso in cui grosse quantità di rifiuti rimangano sulle montagne, devono essere le agenzie locali ad occuparsi della pulizia, attività che però necessita di ulteriore regolamentazione. Risulta infine incompleto il continuo legiferare sulla sicurezza in montagna, quando è la sicurezza della montagna stessa a non venire tutelata.

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3 Commenti

  1. Solo 6 morti quest’anno sull’Everest.
    Speriamo almeno 60 per la prossima stagione.
    Sarebbe una piccola perdita per l’umanità ma un gran guadagno per la montagna.

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