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Un paese senza auto, 4 ragazzi e una cinepresa all’ombra del Cervino

Sulla costa della Valtournenche, valle laterale della Valle d’Aosta, sorge un piccolo borgo. Un centro di appena 97 abitanti. Un posto da camosci, di mezza montagna che di nome fa per l’appunto Chamois. È un posto affascinante che pare quasi perso nel tempo con quella sua funivia, unico modo per giungere in paese. L’alternativa sarebbe quella di prendere un irto sentiero che, in pochi chilometri, supera un dislivello di 700 metri.

“Una funivia come ponte di contatto con il mondo esterno, un luogo ai confini della realtà contemporanea. Una ragazza alla scoperta di tutto questo” scrivono quattro giovani torinesi che hanno scelto di dedicare un cortometraggio a questa località montana.

Sono ragazzi tra i 25 e i 27 anni spinti principalmente dalla passione per quello che fanno, dall’entusiasmo giovanile verrebbe da dire sentendoli parlare. Ma sono anche giovani con la testa sulle spalle che lavorano seriamente.

Per capire meglio cosa si nasconde dietro questo trailer siamo andati a fare qualche domanda a uno dei protagonisti del lavoro, Emiliano Remelli. Non protagonista della pellicola, ma protagonista dietro le quinte insieme agli altri ragazzi.

Perché avete deciso di cimentarvi in questo progetto cinematografico?

Tutto inizia da Angelica, l’attrice protagonista del corto. Angelica è una ragazza torinese che di mestiere fa l’attrice e ha una casa a Chamois dove, fin dai primi anni di vita, trascorre le estati. Durante questi mesi passati Angelica parla, conosce e si innamora di questo luogo, delle sue realtà e delle persone che popolano il piccolo centro. Si appassiona così tanto da arrivare a decidere di proporci la realizzazione di un cortometraggio. Sentendola parlare abbiamo capito che aveva le idee chiare, aveva un’idea interessante. Dovevamo solo vedere Chamois per capire se sarebbe stata una location interessante.

Lo è stata?

È irrazionale pensare al legame che si crea immediatamente con quel luogo. In un momento in cui nella nostra città, Torino, vivi nel continuo rumore, nel continuo traffico, nel continuo sforo delle polveri sottili arrivare in un posto come Chamois in cui non ci sono messi a motore è una botta emotiva. È qualcosa di travolgente che speriamo di riuscire a trasmettere con il corto.

Chi sono i protagonisti di questo lavoro?

Oltre ad Angelica, tutte le altre persone che compaiono nel corto sono abitanti di Chamois. C’è Emilio, personaggio simbolo del posto e c’è Attilio, l’ex sindaco. Il coprotagonista invece è Davide, giovane pastore di capre da combattimento.

Capre da combattimento?

Si, si tratta di una vecchia tradizione che qui continua a venir portata avanti grazie anche alle nuove generazioni. Si tratta di capre che non producono latte o formaggio, ma vengono usate nelle tradizionali “Batailles des Chèvres” valdostane. Oggi questa tradizione è portata avanti anche grazie a due ragazzini davvero piccoli che la mattina vanno a scuola ad Aosta e il pomeriggio si dedicano agli animali.

Come siete stati accolti in paese?

Con grande disponibilità fin dal primo giorno. Sono sempre stati tutti molto disponibili nei nostri confronti durante le riprese. Il paese pareva essere felice di questa realizzazione. Se dovessimo però ricercare una figura particolare dovremmo certamente citare Mario Pucci, della Pro Loco di Chamois, che ci ha seguiti e chiamati più volte per chiedere come procedevano i lavori. è davvero una belle persona e ci ha anche aiutato nella ricerca della memoria storia del posto. È stato d’aiuto per entrare dentro la realtà del paese.

Siete giovani e non avete una grande casa produttrice alle spalle…

Siamo sono noi. Quattro ragazzi nati tra il 1991 e il 1993 con tanta voglia di mettersi in gioco, di provarci. Quattro ragazzi appassionati e speranzosi, anche per questo abbiamo deciso di provare a finanziare l’opera con un Crowdfunding.

Non si tratta solo di un modo per raccogliere soldi, ma anche di un sistema per testare il nostro prodotto, per capire che emozioni sviluppiamo e se gli spettatori condividono le idee che portiamo avanti, il tutto senza aver visto il corto, dato che è ancora in fase di lavorazione. I sostenitori sono persone che condividono con noi l’amore per il posto, per il patrimonio naturale e sociologico, per la valorizzazione di questo.

Ovviamente poi c’è anche la componente economica. Per sostenere queste riprese e far si che il prodotto finito sia un lavoro professionale le spese economiche sono inevitabili. Abbiamo investito tempo e denaro. Il tempo è stato un piacere investirlo, il denaro anche, ma se riuscissimo ad chiudere il lavoro in pari con le spese saremo soddisfatti di noi stessi.

Il Crowd è ancora in corso?

Certo, fino ai primi di giugno chi volesse sostenerci può farlo cliccando al link: CHEZ MOI – IL FILM

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