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Daniele Nardi: Elisabeth mi ha scritto per ringraziarmi

Questa sera il Trento Film Festival sarà teatro di una serata speciale dedicata al ricordo di Tomasz “Tomek” Mackiewicz l’alpinista polacco scomparso quest’inverno sul Nanga Parbat dopo aver completato (in inverno e in stile alpino), con la compagna Elisabeth Revol, la via Messner-Eisendle. Vista l’occasione del ricordo ne abbiamo approfittato per fare qualche domanda a Daniele Nardi che, con Agostino Da Polenza, ha contribuito alla movimentazione dei soccorsi nei giorni drammatici del Nanga.

 

“Tornando indietro con i pensieri mi vengono in mente i giorni precedenti la tragedia” ci racconta Daniele Nardi ripensando a quest’ultimo inverno, ai momenti tragici del Nanga Parbat. “Con Ludovic (Giambiasi, nda) ci sentivamo spesso. Aveva in programma di scendere in Appennino a febbraio per andare a scalare insieme. Era stato accattivato dalle foto di misto che mettevo sulla pagina e voleva provare qualche via con me. Aveva voglia di rilassarsi e distrarsi un attimo dalla cronaca del Nanga Parbat.”

“Ricordo che aveva giusto comprato i biglietti quando mi ha mandato un messaggio: ‘Ci sono problemi, Elisabeth è bloccata in montagna. Non so che fare. Non so se chiamare i soccorsi o no’. Leggendolo ho deciso di chiamarlo per farmi spiegare meglio la cosa. Così ho capito che Tomek aveva dei problemi, che erano bloccati sul Nanga.”

“Bisognava mobilitarsi immediatamente da qui la decisione di chiamare Agostino Da Polenza perché se qualcuno può far mobilitare le cose in Pakistan questo è lui”.

Poi?

Ho detto a Ludovic di aprire un gruppo whatsapp con le persone più importanti in modo che ci si potesse confrontare e dividere i compiti.

Ludovic aveva linee dirette. Era abbastanza in contatto con l’ambasciata francese, ma aveva alcune difficoltà a mettersi in contatto con quella polacca. Con lui anche Anu (la moglie di Tomek, nda), grazie ad alcuni suoi contatti, aiutava nelle relazioni con l’ambasciata polacca e con il campo baso del K2.

Io e Agostino invece lavoravamo insieme per cercare di mantenere in piedi la rete e cercare di coordinare il tutto.

Dopo?

Sono sempre rimasto in contatto fino al salvataggio di Elisabeth, dopo mi sono un po’ defilato dalla storia.

Qualche tempo dopo poi Elisabeth mi ha scritto una mail. Probabilmente Ludovic le ha fatto vedere i messaggi della chat e si è resa conto del grande lavoro che abbiamo fatto per cercare di aiutarli, così mi ha scritto questo messaggio toccante. Un ringraziamento per averle salvato la vita, anche se pubblicamente non l’ha fatto in modo così evidente nei confronti miei e di Agostino.

“Un altro ricordo che ho ben impresso è quello legato al crowdfunding per i soccorsi. Arrivati ai 60-70mila euro necessari Ludovic voleva chiuderlo. Io invece insistevo perché continuassero la raccolta. Era importante perché Tomek non aveva un’assicurazione. Era importante per i suoi figli che, anche se si fossero messi in tasca 100mila euro, questi non avrebbero certo ripagato la perdita di un padre rimasto lassù. Era importante anche per Elisabeth che magari avrebbe dovuto sostenere delle spese mediche significative.”

Ricordiamo che parte del ricavato della serata al Trento Film Festival sarà devoluto alla famiglia di Tomek Mackiewicz

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4 Commenti

  1. Con quello che è accaduto nel Vallese trovo imbarazzante per la Redazione l’assenza di un solo articolo aggiornato su quanto successo (vs ultimo aggiornamento in merito: 30/04).. in compenso una bella marchetta a Nardi datata 1/5 per informarci che la Revol lo ha ringraziato.
    Come direbbero a Roma: e stica##i?
    Con oggi smetto di seguirvi, adios

  2. Da un punto di vista umano Nardi continua a non piacermi. Mai di assume le proprie responsabilità, parla via mail anche con persone cui crede di aver salvato la vita, si defila all’occorrenza, Salvo sparare sentenze a posteriori e sempre in maniera indiretta. Non mi ha mai convinto quest’uomO

  3. Dario Rodríguez, dal campo base del Dhaulagiri, raccontando l’incidente e ricupero del corpo di Simone La Terra, fa delle reflessioni molto interessanti.
    (http://www.desnivel.com/expediciones/asi-fue-el-accidente-y-rescate-de-simone-la-terra-en-el-dhaulagiri)
    Spero di riuscire a tradurre un paio di righe: Nel mondo occidentale, nel gioco del proprio ego personale, amplificato dai social network, alla ricerca di followers e likes e di avere la massima visibilità, tutto è valido. Anche strumentalizzare un soccorso in montagna per riuscirci. (En el mundo occidental, con el juego de egos multiplicado por las redes sociales, en busca de seguidores y me gustas y tener la máxima repercusión todo sirve. Incluso utilizar un rescate en montaña para conseguirlo)

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