Storia dell'alpinismo

La forza di Nives Meroi

In occasione della festa della donna, lo scorso 8 marzo, abbiamo pubblicato un articolo dedicato alle donne e all’alpinismo. In molti ci avete fatto notare che non avevamo citato Nives Meroi. Vogliamo rimediare a questa nostra mancanza (di cui ci scusiamo).

Parlando di Nives, prima donna italiana ad aver raggiunto tutti i 14 8000 senza ossigeno, non si può non citare il marito Romano Benet, compagno di vita e di scalate, con cui la Meroi ha realizzato questo grande obiettivo. Un’obiettivo però che non è mai stato più importante del loro stare insieme e del desiderio di raggiungerlo assieme l’altro.

Era il 2009 quando Nives, in lotta per il record di prima donna a completare la collezione degli Ottomila, rinuncia a questa “gara” perché Romano non si sente bene. Erano all’ultimo bivacco sul Kanchenjunga, prima della giornata di vetta, lui le dice di andare e che l’aspetterà lì, lei gli risponde “Non ti farò aspettare” e scende. “Non è una rinuncia – avrebbe poi spiegato – è stata una scelta. O con Romano, o niente”. 

Si scoprirà poi che il malessere di Romano Benet non era un “banale” mal di montagna, ma una malattia più grave, che gli richiederà due trapianti di midollo. Il loro “quindicesimo 8000”

Una storia il cui lieto fine lo conosciamo tutti e che racconta di una brava alpinista – che ha saputo affrontare le vette più alte della Terra con uno stile leggero, senza ossigeno e senza portatori -, ma soprattutto di una donna dalla grandissima forza. Una storia di amore, tra lei e Romano, ma anche per la montagna e la vita. 

Vi lasciamo con questa intervista a Nives Meroi in cui racconta l’ultima impresa, l’Annapurna, ma anche il viaggio sugli 8000 sempre assieme a Romano. 

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4 Commenti

  1. Sono di Trento e sono molto felice (per ora) che il ricorso sulle chiusure
    Al P.so Sella sia stato bocciato…per chi fa alpinismo in quelle zone la cosa meno piacevole che possa capitare è rientrare alla base e ritrovarsi invasi da centinaia di moto rumorose e inquinanti….spero davvero che non si facciano passi indietro a riguardo.

  2. Non mi pare che la definizione “brava alpinista” sia adatta, direi piuttosto “grandissima alpiinista”, forse la più forte di sempre.

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