Alpinismo

“Denis Urubko è un fuoriclasse, non un pazzo”, le considerazioni di Hervè Barmasse

Anche Hervé Barmasse ha voluto commentare sulla sua pagina Facebook il tentativo di vetta di Denis Urubko e le vicende successive, una volta tornato al campo base, e la questione della fine dell’inverno. 

Di seguito le considerazioni di Hervé: 

 

Ci sono gli alpinisti, e poi ci sono i fuoriclasse. Per esserlo si devono esprimere qualità fisico-atletiche al di sopra della norma, coerenza con i propri ideali, rispetto di valori, etica e soprattutto la capacità di gestire da soli scalate che molti ritengono impossibili ad una squadra.

E anche se non condivido lo stile himalayano usato dalla spedizione polacca sul K2 in questi mesi freddi, come in genere sugli 8000, ritengo Urubko, un fuoriclasse d’altri tempi. Potrei spingermi a dire il nuovo Jerzy Kukuczka, per citare un altro dei grandi alpinisti himalayani. E non solo ho rispettato la sua scelta di partire da solo ma in cuor mio speravo andasse a buon fine. Perché Denis insegue l’impossibile, fa sognare e rende affascinante un alpinismo oramai troppo spesso enfatizzato dagli stessi protagonisti e da molti giornalisti.

Riguardo invece all’inizio e alla fine dell’inverno, ancora oggi leggo persone che si divertono a schernirlo per la sua idea che reputa valido il calendario nepalese (1 dicembre – 28 febbraio) e non quello europeo (21 dicembre- 21 marzo). In difesa di Denis, anche per la coerenza delle sue azioni, ci terrei a sottolineare che non è una sua invenzione, come letto più volte negli ultimi giorni. E il team polacco che oggi prende in giro il kazako con l’ironia della password internet negatagli, lo sa meglio di tutti. Denis, come altri fuoriclasse della storia dell’alpinismo Himalayano (cito ad esempio, tra i tanti, Jean Troillet, P-A Steiner ed Erhard Loretan), hanno sempre sostenuto che la data del calendario invernale segue quello delle regioni in cui le grandi montagne sorgono. Date (1dic/28feb) che furono messe in discussione quando, per l’edizione del Pilotet d’Or 2005, fu nominato il solitario francese Christophe Lafaille per la prima invernale sullo Shishapangma 8027 m ( maggiori info sul link http://www.mountain.ru/eng/climb/2005/piolet.shtml).

Il 24/25 febbraio 2005 ero al Piolet d’Or come spettatore e conduttore di Qui Montagne, e il presidente della giuria, Krzysztof Wielicki (che guarda caso è lo stesso Wielicki capo spedizione al K2), pose un deciso veto negativo sul considerare invernale la salita di Lafaille avvenuta l’11 dicembre 2004. Prima invernale poi riconosciuta alla cordata italo/polacca (Moro e Morawski) per la salita avvenuta a gennaio 2005. Questi sono fatti che pongono Denis e Krzysztof decisamente su posizioni differenti, e rendono ovvio lo scontro tra i due grandi alpinisti.

Ma vedere preso in giro uno scalatore del calibro di Denis, da chi fa finta di non conoscere la storia dell’alpinismo o non la conosce affatto, devo essere sincero mi ha profondamente deluso. Anche perché se esiste una persona genuina e sincera nel nostro mondo di “conquistatori dell’inutile”, quella è proprio Denis. Oggi gli interessi sono così grandi per via di sponsor e primati che tutto viene messo in discussione attraverso l’informazione spesso superficiale e approssimativa che viaggia veloce su internet. Nessuno ha più voglia di informarsi a dovere. Ma al di là delle ragioni dei protagonisti di questa vicenda, per uno come me abituato a pensare che la montagna unisca le persone e non le divida, oggi ne esco sconfitto e amareggiato. L’alpinismo da sport nobile rischia di trasformarsi in spazzatura.

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6 Commenti

  1. Sono d’accordo: Urubko è un fuoriclasse, non è un pazzo.
    Però ha violato gli accordi liberamente presi.

  2. Abbiamo due inverni:inverno astronomico (dal 22 dicembre al 20 marzo) e inverno meteorologico (dall’ 1 dicembre al 28 febbraio).
    Tutto questo senza scomodare culture di altri paesi.

  3. Incredibile il tinello di casa, si scalano tutti gli ottomila e avanza tempo per criticare chi lo fa davvero, rischiando la pelle.

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