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Il Melloblocco 2018 non si farà

Oltre 22mila gli iscritti alla manifestazione. Oltre 80mila turisti portati in valle. Sono questi i due numeri che più colpiscono quando si parla di quello che era l’evento di riferimento, a livello mondiale, per il boulder. Era? Si, “era” perché l’ormai tradizionale appuntamento con il Melloblocco, manifestazione organizzata agli inizi dal Collegio Regionale Guide Alpine della Lombardia e poi dal Comune di Valmasino e ancora dall’Associazione degli Operatori Turistici della Valmasino, non si terrà.

Il problema” ci spiega Sara Fiorelli dell’associazione Operatori, “è il clima di incertezza manifestatosi già sul finire del 2017 che ha portato i vari collaboratori a non essere disponibili per organizzare in così poco tempo l’evento” che si sarebbe dovuto tenere nel mese di maggio. “Soli tre mesi non sarebbero stati sufficienti per organizzare la manifestazione internazionale e garantire gli elevati standard tecnici delle passate edizioni” aggiunge ancora la responsabile dell’organizzazione che ci tiene a precisare come questa “sia stata una scelta sofferta presa dopo che l’anno scorso siamo riusciti a realizzare il Melloblocco nonostante tutte le varie vicissitudini del caso. Quest’anno davvero non c’erano i requisiti e avremmo rischiato di fare un buco nell’acqua andando a danneggiare l’immagine dell’evento” che non è solamente un nome di richiamo per un weekend nella Valmasino, ma che ormai è diventato attrazione per sassisti che durante tutto l’anno vanno a far visita ai blocchi della valle.

D’altronde però il futuro del Melloblocco è sempre stato appeso ad un filo. Raro ricordare edizioni senza polemiche o separazioni in fazioni. Da un lato chi ritiene il turismo dei soli arrampicatori qualcosa di inutile, dall’altro chi invece guarda con interesse a quegli 80mila turisti, visitatori, curiosi, atleti che approdano in valle per l’evento e che magari ci tornano anche al di fuori per testarsi sui blocchi che hanno reso celebre la Valmasino. Non ultima viene infatti la polemica alzata dal consigliere di minoranza, e referente per il Mello subentrato a Michele Comi, Stefano Scetti che in sede comunale ha chiesto alla maggioranza comunale di esprimente chiaramente la propria posizione sull’evento. Domande a cui è arrivata diretta risposta del sindaco che ha precisato come il Melloblocco sia una manifestazione a carattere privato per cui il Comune non ha alcun ruolo nella sua organizzazione.

Quel che noi possiamo dire” spiega Fiorelli “è che se le giornate di maggio saranno belle dal punto di vista meteorologico allora riempiranno la valle di appassionati anche senza l’evento. Dal punto di vista internazionale invece è ovvio che la mancanza di un evento completo ed ecosostenibile avrà dei risvolti negati anche sugli operatori della valle”.

Noi però non vogliamo dire addio. È nostra intenzione ritornare” conclude la responsabile. “Stiamo già discutendo sulla possibilità di organizzare l’evento 2019. Stiamo sviluppando un nuovo progetto turistico per parlare anche di questo tipo di promozione” e con loro anche Michele Comi, storico tra i promotori dell’iniziativa, ha già dato la sua disponibilità nel mettere a disposizione il marchio per le prossime edizioni.

 

 

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4 Commenti

  1. O hanno ingrandito la valle da quando ci sono stato o i numeri che avete scritto non sono all’anno ma somma di tutte le edizioni quindi vanno divisi per almeno 10 e non è che sia molto se il comune come ha risposto non è coinvolto.

    1. Ciao Alby, certo i dati sono in totale dall’inizio della manifestazione. Mia svista non averlo specificato nell’articolo.
      Grazie per la segnalazione.
      Gian Luca

  2. Da turista escursionista non posso entrare nel merito. Tuttavia spiace che una delle più belle valli delle Alpi non sia in grado di esprimere al meglio il suo potenziale. Forse ritengono di non aver bisogno di attrarre troppi turisti, ci può anche stare. Di sicuro hanno bisogno di aiuto nell’organizzare un evento di tale portata.
    Di mio ritengo ci sia ancora scarsa attenzione nei confronti del turista, eppure basterebbe poco. Le macchinette per il ticket della Preda Rossa sono sempre rotte. Manca un sentiero che da Filorera salga al rifugio Scotti evitanto la strada asfaltata (è costretto a percorrerla pure il Kima!). Basterebbe mettere dei bolli rossi sul sentiero vecchio e la gente comincerebbe a passarci. Sono piccole attenzioni che fanno la differenza.

  3. Mi dispiace moltissimo un grande rammarico per un evento cosi internazionale sopratutto per le nuove generazioni di far conoscere la montagna semplicemente,pochi giorni per conoscersi ha livello internazionale per chiudersi nel proprio spazio! Anzichè attingere nella sorgente che sgorga acqua vera è prevalso attingere nella pozza d’ acqua stagnante! E’ mancato lo spirito Alpinistico !…

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