Cronaca

“Cosa vuoi? Faccio quello che voglio io” – La lettera del nostro lettore

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore, che domenica scorsa stava effettuando un’escursione sul Grignone. 

 

Temerario e infermabile. Mentre altri non hanno avuto la sua fortuna, lui girava per il Grignone in queste condizioni, indossando dei semplici stivali rinforzati da ramponi già in quota.

Chi lo ha fotografato, guida alpina, ha tentato in tutti i modi di farlo desistere, ma non c’è stato verso. Allora è stato accompagnato un pezzo ma pure questo non è sembrata una mossa gradita: “Cosa vuoi? Faccio quello che voglio io” e alla domanda di chi fosse che nome e cognome avesse la risposta è stata: “Non te lo dico, se vuoi chiama i carabinieri“.

Ciononostante le guide in giro per la montagna lo hanno tenuto d’occhio e visto più volte scivolare, sempre senza conseguenze.

La prima volta è stato incontrato ai Comolli (1.800 mt di altitudine), poi da un’altra guida alpina all’altezza della fine del canalone della Ganda sotto il rifugio Brioschi versante Cainallo. In entrambe i casi gli esperti gli hanno detto di farsi recuperare dal soccorso perché continuava a cadere. Ma come detto senza riscontro.

Un atteggiamento censurabile e da condannare. Una leggerezza che si basa sulla propria convinzione di potercela fare sempre e comunque, non tenendo conto che se l’incidente arriva, anche gli uomini volontari addetti ai soccorsi corrono i medesimi pericoli, essendo la neve sopra i 1.500 metri difficilissima e pericolosa. Se non si vuole pensare a sé , almeno si dovrebbe avere la coscienza che un proprio guaio può mettere a repentaglio la vita di altre persone che si muovono con altruism0 e generosità.

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19 Commenti

      1. Ma per andare in Grigna ci vuole un permesso?
        Se non ci vuole che diritto ha la guida di chiedere le generalità o di insistere?

  1. La montagna non perdona irresponsabilità e imprudenza. Mettere a rischio poi anche la vita dei soccorritori per intervenire in questi casi è assurdo. Resta da chiedersi cosa l’abbia spinto fino la!

  2. Guido Lammer, Paul Preuss e molti altri protagonisti della storia dell’alpinismo non erano conciati meglio di questo signore, che ha ragione da vendere nei riguardi della petulante guida alpina. Chi stabilisce dove sta il limite della prudenza? Quanti sedicenti alpinisti vestiti all’ultimo grido vengono salvati dal soccorso alpino? Per un comune cittadino ogni operazione di soccorso rappresenta una spesa a prescindere che la vittima sia (o fosse stata) un esperto o no. Chi va in montagna, fa il sommozzatore, va in parapendio o si mette la tuta alare è una persona che ha deciso di mettersi alla prova su un terreno pericoloso, quindi se queste attività sono permesse, lo siano per tutti senza che nessuno si senta in diritto di fare la morale solo perchè porta una patacca.

    1. benissimo vai tu a recuperarlo se cade. Non esistono limiti ma si deve ragionare col buon senso e rispetto cosa che non mi sembra sia stata fatta

  3. Un paio di considerazioni fuori dal coro dell’ovvio:
    Dato per molto probabile che la persona abbia qualche problema mentale, c’è una legge che obbliga a dare le proprie generalità a chicchessia ( fosse anche una guida alpina)?
    Questione soccorsi: encomiabili sempre e comunque e a prescindere (e lo dice uno a cui una ventina di anni fa è stata salvata la pelle proprio da loro e, per inciso, non me l’ero cercata con gli stivali di gomma), però che differenza c’è rispetto a quando soccorrono l’ubriaco/drogato che si schianta in autostrada? Non rischiano lo stesso la loro vita? Purtroppo, se si decide di fare un lavoro/servizio che prevede di salvare vite mettendo a rischio la propria, non si può decidere chi “meriti” di essere salvato o meno.
    D’accordo con l’addebito dei costi di salvataggio ma la vedo dura dividere nettamente, tra bianco e nero, tra chi è imprudente o chi è sfortunato.

    E, per finire, mi fa più paura pensare che quest’individuo sicuramente guida una macchina e potrei trovarlo sui tornanti sopra Lecco…

  4. Probabilmente le volte precedenti si era bagnato i piedi, probabilmente non ha neanche un amico da dividere idee ed esperienze. Che tristezza.

  5. Spaventa il fatto che non si pensi nemmeno alla propria vita prima di tutto . Sta bene che bisogna prestare soccorso a chiunque ne abbia bisogno, ma quando la si va a cercare !!!!

  6. Provate a fermare uno che corre in moto su e giù per una qualsiasi strada di montagna spiegandogli che oltre a mettere in pericolo la sua vita mette a rischio quella degli incolpevoli che lo incrociano.

  7. Tanti a dare giudizi e a sprizzare rancore (se l’è cercata, gli sta bene quando succede qualcosa di brutto). Tanti ignoranti piccoli borghesi. Ma che ne sapete di quell’uomo, della sua storia?
    E se fosse semplicemente un contadino della zona, nato e vissuto in quel luogo? Per lui una passeggiata al sole non è “l’avventura” dell’alpinista che vive tutta la settimana in città, per lui è semplicemente una passeggiata.

    Sconsiderato? Aveva i ramponi e una piccozza, a me pare sufficiente per il luogo e le condizioni illustrate nella foto. Cadeva spesso? Probabilmente era al limite delle sue forze. Cosa che a quanto pare voi non concepite non essendovi (mai?) da tempo messi davvero alla prova.
    A quanto pare poi è di una pasta diversa dalla mia e della vostra e non soffre il freddo ai piedi. Non ha bisogno (o non ha la possibilità) di spendere 2000 euro in gore tex.

    Per molti versi questo signore potrebbe essere molto più giovane di tanti di noi. Mai siamo vissuti in una società così sicura e confortevole e più siamo sicuri e più vediamo pericoli dove non ce ne sono. La montagna è pericolosa, ma onestamente mi pare molto più pericolosa l’A4 che da Milano porta a Bergamo. Eppure non mettiamo tubolari aggiuntivi in macchina, non indossiamo un casco e una tuta ignifuga. Probabilmente quel signore se ci vedesse andare tranquillamente al lavoro in macchina ogni mattina con nebbia o pioggia torrenziale, rischiando un tamponamento al giorno, direbbe: ma questi sono matti. In parte gli darei ragione.

    Per quanto riguarda la guida alpina, non so cosa abbia detto al signore in questione e quindi non mi esprimo. La richiesta di identificarsi mi pare per lo meno bizzarra, ma non conoscendo il contesto, ignorando i fatti. Non mi pronuncio.

  8. E allora non avete visto nulla in giro…viva la libertà che è come la democrazia permette ad ogni coglione di dire la sua.. a priori della conoscenza reale e questo vale anche per la montagna..poi con i social e vai…di tutto di più

  9. Il tizio poteva anche equipaggiarsi meglio, come la guida alpina poteva farsi i cavoli suoi, ma i più ridicoli siamo noi che commentiamo da dietro uno schermo. Ad ogni modo rimane sempre più facile sbagliare che fare la cosa giusta.

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