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Cani da guardiania: dal CAI 7 norme di comportamento per gli escursionisti responsabili

È apparsa a fine settembre, sulla pagina di un noto quotidiano nazionale della Valle d’Aosta, la notizia che un allevatore e stato multato per 240 € per non aver adeguatamente custodito il proprio pastore maremmano impiegato nella guardiania da possibili attacchi di lupo del proprio gregge di pecore in alpeggio a 2300 mt di quota nella valle del Gran San Bernardo.

La sanzione è scattata su denuncia da parte di una escursionista che sarebbe stata morsa in prossimità dell’alpeggio dopo aver superato il gregge al pascolo.

Il Gruppo Grandi Carnivori del CAI ritiene questo fatto emblematico di come siano delicati gli equilibri da instaurare al ritorno dei grandi predatori selvatici a livello generale – e nello specifico del caso – fra gli allevatori e gli escursionisti; se ai primi viene richiesto un particolare impegno – anche economico – per la protezione delle greggi, ai secondi si deve richiedere il rispetto delle attività di pastorizia in montagna semplicemente con la messa in atto di comportamenti adeguati e prudenziali quando si attraversano alpeggi monticati da greggi e mandrie e ancora di più quando queste greggi siano protette da cani da guardiania.

Va ricordato che il cambiamento delle abitudini e delle modalità di rapportarsi con la montagna con la presenza del lupo e dei grandi carnivori non è a senso unico verso gli allevatori, ma è un cambiamento – anche se meno importante ed impattante – per tutti i portatori d’interesse, compresi gli escursionisti. In molti paesi confinanti e nelle zone di presenza storica del lupo queste tematiche sono affrontate con metodo dagli organismi di governo sia centrali che territoriali attraverso attività di informazione a tutti livelli.

Il CAI auspica che queste attività di informazione, oggi previste all’interno di specifici progetti europei, possano e debbano diventare prassi comune e a tal fine si impegna attraverso il suo Gruppo Grandi Carnivori a farsi carico nei confronti del Sodalizio (Soci, Sezioni e gli Organismi tecnici territoriali), di informare e di formare gli escursionisti e più in generale i frequentatori della Montagna a tenere i più adeguati comportamenti all’atto di transitare in alpeggi presidiati dai cani da guardiania.

Senza voler esprimere alcun giudizio di merito sull’evento sopra citato il CAI desidera esprimere la propria vicinanza e sostegno a tutti quegli allevatori che hanno scelto il percorso non facile della convivenza con il ritorno dei grandi predatori, impegnandosi nella messa in atto delle buone pratiche di prevenzione. Questo atto di coraggio e di lungimiranza deve essere affiancato da un lavoro di supporto che miri ad educare i frequentatori della montagna all’accettazione e al rispetto di nuove regole e di comportamenti adeguati. Solo in questo modo si potrà avviare un vero processo di accettazione e si potrà evitare il più possibile futuri nuovi spiacevoli episodi con i cani da guardiania.

Gli Escursionisti Responsabili quando, nei loro percorsi, raggiungono o si avvicinano a pascoli ove sono presenti Cani da guardiania o da protezione, adottano comportamenti di prudenza e di rispetto per le attività che il Pastore svolge aiutato dai Cani. Di seguito sette norme di comportamento elaborate dal CAI:

  1. Non attraversate le greggi; in questo modo si spaventano gli animali e si possono allertare i Cani da protezione i quali, individuandovi come un pericolo, reagiranno abbaiando e venendovi incontro.
  2. Non gridate e fate movimenti bruschi con bastoni ne lanciate sassi verso il bestiame o verso il Cane.
  3. Se il Cane si avvicina STATE FERMI e non guardatelo fisso negli occhi ; questo comportamento potrebbe essere interpretato come una sfida.
  4. Indietreggiate lentamente, senza mai voltarvi, fino al momento in cui il Cane cesserà di abbaiare (non vi riterrà più un pericolo).
  5. Dopo di che riprendete a camminare tranquillamente aggirando il gregge.
  6. Se siete in bicicletta NON attraversate mai un gregge o un pascolo; scendete e lentamente a piedi aggirate il gregge o il pascolo presidiato, potrete poi risalire tranquillamente in bicicletta e proseguire la vostra escursione.
  7. E’ sconsigliato portare con se Cani da compagnia se l’escursione programmata può interessare territori ove siano presenti greggi al pascolo presidiati da Cani da guardiania; nel caso in cui vi trovaste comunque in questa situazione tenete il vostro Cane al guinzaglio e non prendetelo in braccio. Allontanatevi dal gregge e dal pascolo compiendo un largo giro attorno ad esso.

 

Fonte @ CAI

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11 Commenti

  1. È proprio necessario reintrodurre degli animali pericolosi (lupo, orso) o dannosi (capriolo, cervo) per l’uomo e le sue attività in un ambiente ormai antropizzato? A me sembra una forzatura ideologica imposta da chi non ha idea del loro impatto sulle nostre attività e neanche delle sofferenze e dello stress che queste povere bestie devono subire vivendo nei nostri boschi e nelle nostre campagne. Auspico vivamente una presa di coscienza riguardo al fenomeno da parte delle autorità competenti in materia e suggerisco una campagna di sterilizzazioni a tappeto per risolvere il problema in pochi anni ed in modo incruento.

    1. L’unica cosa giusta sarebbe la sterilizzazione dell’uomo cosi no nascerebbero persone che non meritano di esistere.

    2. Forse invece la soluzione è rendere più naturali e meno antropizzati tanti luoghi solo a motivo di interessi egoistici o economici . Lupi orsi caprioli cervi cinghiali fanno parte del nostro ecosistema ed è una ricchezza sotto tanti punti di vista averli , poi che ovviamente ci voglia un controllo e in taluni casi di sovraffollamento anche la caccia di selezione controllata ci può stare , ma eliminarli è un impoverimento della nostra ormai precaria natura

    3. I lupi e gli orsi non sempre sono stati reintrodotti, ma sono arrivati nei territori autonomamente. I LORO territori! I caprioli e i cervi sono così tanti perché non vengono predati. Abbiamo i cinghiali in città, questo non è naturale! Personalmente sono disposto a fare qualche sacrificio o a rinunciare a qualche gita (già accade in zone di arrampicata per permettere la nidificazione dei rapaci), al fine di lasciare un po’ in pace la Natura!

  2. L’ unico modo di salvarsi dagli attacchi dei cani dei montanari è di andare sempre in escursione con i bastoni e a volte sembra che non bastino neppure quelli, ma in loro assenza l’ attacco verso l’ escursionista può avere esiti anche molto gravi.

    I cani in questione conoscono una sola legge, essendo abituati dai loro padroni alla violenza verso gli altri esseri viventi: quella che se un essere umano ha un bastone lo può usare e si può difendere, proprio come
    fanno i loro padroni contro di loro.

    Sarebbe anche utile che il CAI ci spiegasse dove sono tutti questi escursionisti che non si comportano in maniera più che adatta alle situazioni in questione; andare in montagna è sempre un’ occasione di
    vacanza e di allegria: sembra che si debba fare, più che una “escursione” una “incursione” in territorio nemico; piuttosto sarebbe utile introdurre nel codice penale un aggravamento serio di condanne per chi non controlla a dovere i propri cani feroci, considerate le tragedie di cui parlano spesso i mezzi di informazione.

    Perchè mai santificare gli allevatori? Si tratta di imprenditori come gli altri che curano i propri interessi e non possono pensare che la montagna sia “cosa loro”.

    Nessun animale è “dannoso” e in natura nulla è illogico e superfluo, questo lo si può capire anche senza competenze specifiche; i problemi sorgono sempre e solo nel momento in cui l’ uomo altera l’ equilibrio naturale. E’
    contradditorio e illogico, ad esempio, affermare che reintrodurre un erbivoro possa avere effetti negativi: anzi, così facendo, i predatori non si interesseranno più delle greggi, avendo maggiori prede a disposizione, secondo il ruolo assegnato dalla natura a questi animali. Un esempio per tutti: l’ attuale proliferazione dei cinghiali in assenza di predatori naturali.

    I nostri ambienti di montagna, un tempo erano ricchi di vita e pieni di bellezza, si vuole ridurli a qualcosa di simile ai deserti agroindustriali tipici della pianura?

    L’ unica ideologia che esiste oggigiorno è quella degli interessi economici personali, di chi vuole sfruttare l’ ambiente per il proprio tornaconto, sempre e comunque, altro che animali o ambiente.

  3. non basta mettere un cane territoriale e mordace, ma va addestrato allo scopo …moltissimi sentieri passano vicino a gli alpeggi, e non si può vietare la montagna, per il pressapochismo di molti allevatori alla buona e iper-sovvenzionati

  4. A titolo informativo, NESSUN ESEMPLARE di lupo (Canis lupus) è mai stato reintrodotto artificialmente sulle alpi, la sua presenza è il risultato della migrazione spontanea (detta dispersione) di animali provenienti dagli appennini (ovest alpi) e dalla Slovenia (est alpi).

  5. La montagna è uno spazio condiviso, da uomini ed animali.
    Gli animali che dipendono dall’uomo sono sotto la responsabilità di chi li conduce. Vale per i cani sui sentieri e vale per quelli dei pastori.
    Se un cane da pastore ti assale ti difendi come puoi e poi denunci.

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