AlpinismoCronaca

La Gendarmerie: un equipaggiamento minimo imposto a chiunque voglia salire il Monte Bianco

Dopo l’appello per cercare testimoni che abbiano notizie  su un francese di 46 anni partito per scalare il Monte Bianco in modo “trail” la gendarmeria di Saint-Gervais ha imposto  a chiunque voglia salire il Monte Bianco un equipaggiamento minimo obbligatorio, pena un’ammenda salata.

La lista del materiale obbligatorio è la seguente: cappellino, occhiali da sole, maschera da sci, crema solare, vestiti caldi, vestiti impermeabili, pantaloni da montagna, soprapantaloni, scarponi con ramponi, imbragatura e kit per far sicura in caso di caduta nei crepacci, corda, picozza GPS o bussola e altimetro.

Alla fatidica lista ha risposto con un “po’ di ironia” Kilian Jornet che su Twitter ha postato una foto di lui nudo (con le mani a coprire le parti intime) scrivendo: “In breve se salgo così dal lato italiano è legale?” e ancora: “Non è il materiale ma la conoscenza sull’utilizzo e l’esperienza di ognuno”.

Bisogna però ricordare, a onor del vero, che Kilian Jornet qualche anno fa aveva chiamato il soccorso alpino per lui e per la sua fidanzata proprio perché erano stati colti dal maltempo mentre erano in pantaloncini e scarpe da running sull’Aiguille du Midi.

 

Foto in alto @Twitter Kilian Jornet 

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6 Commenti

  1. Se i raggi del sole rimbalzano su neve da sotto in su, povere parti intime.L’esibizione deve essere ridotta al tempo dello scatto.
    Ai soccorritori occasionali non professionisti che prestano aiuto per spirito samaritano, consiglio di chiedere pagamento di lauta cena o ancora serata vivace ( se trovano le fotomodelle di lingerie in difficolta’)

  2. Se prima la trascuratezza nella dotazione era involontaria e dovuta a scarsa preparazione, ora diventera’ un atteggiamento contestatore di sfida…all’autorita’.Percio’ soccorrere va bene..ma con calma, senza precipitarsi e rischiare la vita se le condizioni del tempo sono proibitive.
    Chi e’ causa del suo mal, pianga se stesso..e assicuro che se le dita ghiacciate poi riacquistano sensibilita’ , si piange davvero.

  3. Sconcertante dove può arrivare l’ umana idiozia. C’è però da dire che la responsabilità dei mass media in questo ambito è enorme nel creare consenso verso un modo molto sbgaliato di andare in montagna; sono le varie tv e giornali che amplificano a dismisura e senza il necessario spirito critico le “imprese” di chi scambia le cime, le creste e i ghiacciai per piste di atletica. Al pubblico generico e meno preparato non viene mai ricordato che queste varie attività “trail” avvengono in condizioni molto particolari, in periodi di meteo ultrafavorevole, con codazzo di gente che assiste e guida il fenomeno di turno fino alla meta. Poi succede che un giorno, sono lassù, quando non hanno la claque, arriva il maltempo, si sentono stanchi…e chiamano il soccorso alpino!

  4. Nell’esercizio del piu’ umile dei mestieri , lo stile e’ un fattore decisivo( H.Boll)
    Il risultato dei programmi fatti con cura è sempre scambiato per fortuna..
    Invece la cretineria e’ spesso scambiata per sfortuna..

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