Cronaca

Due interventi del Soccorso Alpino per recuperare escursionisti nei crepacci

Due incidenti hanno richiesto ieri l’intervento del Soccorso Alpino lombardo per recuperare degli escursionisti caduti in crepacci.

Il primo il Valmalenco, dove tre milanesi si trovavano a circa 3600 metri di quota nella zona del rifugio Marco e Rosa (3609m) quando una ragazza è scivolata e il padre ha cercato di fermarla. Entrambi sono caduti in un crepaccio per una ventina di metri. La terza persona che era con loro, illesa, ha cercato di chiedere aiuto; alcuni alpinisti che si trovavano lungo la ferrata soprastante hanno sentito l’allarme e contattato il 112. La Centrale ha inviato sul posto l’elisoccorso da Como e le squadre territoriali del CNSAS. Nel frattempo il padre era riuscito a risalire il crepaccio. L’area è anche caratterizzata dal rischio di caduta di pietre e c’era nebbia a tratti. Le due persone soccorse hanno riportato alcune contusioni e una leggera ipotermia. Il Soccorso Alpino sottolinea come sia già il terzo intervento in zona in tre settimane e mette in guarda sul fatto che territorio in questione richiede competenze alpinistiche, preparazione adeguata e un equipaggiamento diverso da quello di una semplice escursione in quota.

Il secondo intervento, che si rivelato decisamente complesso, sullo Stelvio. Un uomo di 52 anni di Monza era con la moglie al Passo ed è partito da solo per una camminata verso la zona delle piste, che però è innevata e presenta diversi crepacci. La moglie, non vedendolo rientrare, dopo un po’ si è allarmata e ha chiesto aiuto. Allertato il 112, sono partite le ricerche. La Centrale ha inviato sul posto il Soccorso alpino lombardo e quello di Trafoi (BZ). Sono cominciate le ricerche, ma trovare tracce si è rivelato più complicato del previsto, inoltre a tratti c’era della nebbia che riduceva la visibilità. Lungo il rientro tra il Livrio e il Nagler, mentre i soccorritori ispezionavano alcuni crepacci hanno sentito la voce dell’uomo che chiedeva aiuto e lo hanno recuperato. Era caduto per una quindicina di metri e si trovava in un preoccupante stato di ipotermia. L’elicottero della REGA, Guardia svizzera aerea di soccorso, lo ha trasportato all’ospedale di Zurigo. 

Da molti giorni, soprattutto a causa della cronaca, stiamo insistendo sul tema della sicurezza su ghiacciaio, che è un ambiente bellissimo, ma delicato da affrontare per i pericoli che spesso si celano al di sotto della superficie. È fondamentale capire che compiere un’escursione su un ghiacciaio necessita di tutta una serie di regole di sicurezza che devono essere rispettate, perché l’alternativa è esporre se stessi ed i propri compagni a rischi, talvolta anche mortali. L’esperienza è importante e l’invito è quindi, ancora una volta, a rivolgersi ai professionisti della montagna, come le Guide Alpine, o intraprendere corsi, come quelli del CAI.

Il Soccorso Alpino, in riferimento a quest’ultimi fatti di cronaca, sottolinea anche come sia importante la programmazione attenta dell’itinerario e una valutazione obbiettiva delle proprie capacità prima di intraprendere qualsiasi percorso. In caso di dubbi sulle condizioni e sulle difficoltà chiedete alle Stazioni locali del Soccorso alpino, alle sedi CAI, ai professionisti della montagna o ai Rifugisti.

Inoltre, la gestione della variazione di temperatura in montagna va considerata come un fattore di importanza vitale. Non solo durante le escursioni più agevoli, ma soprattutto quando ci si alza di quota è fondamentale avere un abbigliamento adeguato e in grado di proteggere contro gli sbalzi di temperatura, che possono essere dati dal mutare delle condizioni meteorologiche, dall’esposizione al sole dei versanti e da imprevisti di varia natura. Il ghiacciaio è un ambiente che richiede scarpe e attrezzature specifiche rispetto ai sentieri di bassa quota.

Per approfondire come programmare una gita su ghiacciaio e quale materiale portare con sé, vi lasciamo il link del video totorial di montagna.tv sull’argomento: Alpinismo su ghiacciaio: la pianificazione della gita e l’attrezzatura necessaria

Foto in alto: il rifugio Marco e Rosa @ waltellina.com

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2 Commenti

  1. L’unico aspetto positivo e’ che i volontari o adetti , dopo tante esercitazioni , passano effettivamente a casi reali…che hanno pur sempre un qualcosa in piu’ o di diverso dalle simulazioni.

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