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La Società Alpinisti Tridentini non molla: mountain bike bannate dai sentieri per escursionisti

La questione dell’apertura dei sentieri di montagna agli appassionati di mountain-bike torna a far discutere.

In occasione dell’ assemblea annuale della Società degli alpinisti tridentini (S.A.T.) la polemica si è riaccesa: i presenti hanno ribadito la loro contrarietà portando come motivazioni la sicurezza degli escursionisti, lo sostenibilità ambientale e la conservazione dei percorsi in quota.

Se ne è parlato soprattutto vista la possibilità di permettere ai ciclisti di percorrere i sentieri del parco Adamello Brenta, in Val di Sole, per rilanciare  l’economia e il turismo della zona. Discutendo di questo caso specifico e in generale dell’utilizzo dei sentieri in quota poi si fatto esplicito riferimento anche ai mezzi che sfruttano una batteria elettrica per garantire una pedalata assistita con cui avventurarsi, secondo la S.A.T., su sentieri al di fuori delle proprie possibilità.

Così si è espresso il presidente Claudio Bassetti: “Registriamo una forte pressione per quanto riguarda la possibilità di percorrere con le biciclette percorsi di ogni tipo, in relazione ad un domanda crescente da parte degli appassionati. Noi siamo disposti a ragionare assieme a cosa si può fare, e mettiamo a disposizione di un uso promiscuo alcuni tratti dei sentieri che abbiamo in gestione e che curiamo per conto di tutti. Ma ciò è possibile solo laddove viene garantita la sicurezza di chi li percorre a piede, la sostenibilità dell’ambiente e la tenuta del fondo. I rischio è che i conflitti si incentivino e vi siano incidenti, e questo per noi è inaccettabile: la rete sentieristica è nata per chi la percorre a piede, mentre vi sono centinaia di chilometri di mulattiere e strade forestale adatte anche alle bici”.

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7 Commenti

  1. Come al solito il Cai dimostra la solita lungimiranza nelle sue posizioni. Ma mollateci un pò e rendetevi conto una volta tanto che la montagna e il mondo cambiamo … E non sempre e solo in peggio…

  2. Intanto si sanciscano la separazione dei percorsi ed i divieti…solo ai fini legali in caso di incidenti.Tanto poi a fare la legge sono le abitudini e le imitazioni dell’andazzo comune, pure in citta’ dove le regole vieterebbero ai ciclisti marciapiedi e sottoportici…invece sfecciano e sfiorano i pedoni
    senza neppure scampanellare. Poi ci si lamenta se in certi sentieri appaiono tronchi e rami di traverso , quando non di peggio.Le usanze cambiano, è vero, allora ci si procurino le bici con due motori elettrici, uno per ruota.In Usa ci sono.Meglio il ritorno ai muli o la novita’ dei Lama andini.

  3. “Bannate”? Che brutta traduzione dall’inglese “banned”! “Bandite” non andava bene? Da montanari, cerchiamo di adeguarci un po’ meno alle mode del momento. E comunque, separare alpinismo e ciclismo – a pari dignità – non è una cattiva idea.

  4. Attualmente il problema più urgente non sono le mtb, ma i troppi cani che andrebbero bannati dai sentieri, se questo non è possibile ( la lobby/moda canista è potente) bisognerebbe controllare che tutti usino quel benedetto guinzaglio e non facciano defecare a caxxo in giro, per non infettare gli animali selvatici. Possibile che nessuno usa il guinzaglio?? La legge non vale più? I sentieri delle Orobie soprattutto nel periodo estivo diventano aree sgambamento cani nel totale disinteresse di chi dovrebbe controllare e sanzionare

  5. Concordo pienamente, da pedalatore non elettrificato e da escursionista/alpinista.
    Spesso, troppo spesso, i MTBikers sfrecciano sui sentieri come non esistesse nessun altro, anche in presenza di persone a piedi. Poi, per chi partecipa anche alle gare, cresce l’illusione di ritenersi capace di andare ovunque. Figuriamoci poi con le MTB elettriche.
    I sentieri per gli escursionisti/alpinisti, strade e mulattiere per i MTBikers: educati e rispettosi entrambi.

  6. ma cosa c’entrano i ciclisti in città e sopratutto i cani? I divieti vi fanno comodo quando non dovete farci i soldi. Proibite alla mtb di usare i sentieri ma tra un pò spianate le sterrate per far arrivare le auto ai rifugi e piantate impianti di risalita a tappeto. Vi lamentate del turismo di massa ma non vi dispiacciono i soldi che porta. L’unica vera discriminante che correttamente hanno sollevato sono le e-bike che permettono a chiunque di arrivare ovunque. Per le bici normali lo trovo estremamente contrastante con altre iniziative che hanno concesso

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