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Errore di percorso dei vincitori, è bufera sul Mezzalama

È bufera sul Trofeo Mezzalama, almeno sui social. A far scoppiare la polemica è un errore in discesa all’Indren, sopra il Gabiet, della squadra vincitrice composta dai tre alpini Damiano Lenzi, Matteo Eydallin e Michele Boscacci del Centro Sportivo Esercito, che hanno seguito il tracciato tradizionale della gara anziché la variante decisa dall’organizzazione all’ultimo momento per motivi di sicurezza.

“All’arrivo abbiamo fatto una riunione con tutti – ha commentato Nanao Ceppo (alias ‘Lenzi Damiano’) su Facebook – Kilian e compagni, e ci siamo chiariti e loro non hanno fatto nessun ricorso. Sicuramente sono stati dei signori e sicuramente noi abbiamo ‘sbagliato’ in buona fede”. E poi precisa: “A quel punto eravamo già in testa con più di un minuto. E nessuno ci aveva avvisato di questo cambiamento!”.

Grafica @ La Stampa Aosta

Una polemica, come abbiamo detto, solo social, nata quando un utente si è accorto lunedì della deviazione scaricando le tracce, pubbliche, dei GPS e così apriti cielo. La faccenda in realtà era già stata risolta dai protagonisti della gara, che si erano già chiariti tra di loro, come spiega Favre: “La squadra inseguitrice è stata messa al corrente dell’accaduto e non ha fatto alcun ricorso” che aggiunge a La Stampa, “se avessi applicato il regolamento alla lettera li avrei dovuti squalificare ma ho pensato al bene dello sport e della gara. E ho voluto tenere conto delle posizioni degli atleti danneggiati. Che non si sono sentiti danneggiati oltre misura”. Secondo Killian Jobert, il cui team è arrivato solo 2’18” più tardi, “sono stati scorretti, ma il risultato non sarebbe cambiato. Noi avevamo già perso la gara; eravamo dietro e dietro saremmo rimasti”.

Così è stato deciso di lasciare tutto come se nulla fosse accaduto, senza squalificare o penalizzare la squadra degli Alpini. “Hanno guadagnato metri di dislivello perché non sono dovuti salire, a skating, sino in cima alla salita del nuovo tracciato che aggira la montagnetta, ma poi – dice ancora Favre a La Stampa – con il traverso in quelle condizioni hanno dovuto stare attenti alle rocce. Abbiamo deciso di non penalizzarli perché la variazione di percorso che hanno preso si presentava accidentata. Credo che abbiano potuto guadagnare qualche decina di secondi”.

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9 Commenti

  1. Bene! Tutto è bene quel che finisce bene… Soprattutto in Italia. Ma che mi dite delle squadre non professioniste, e soprattutto non dell’ esercito italiano, che per qualche decina di secondi sono stati fermati ai cancelli orari di controllo lungo il percorso? Non sarebbe cambiato nulla se anche lì qualcuno avesse chiuso un occhio e avesse permesso a chi si fa un mazzo così per un’ intera stagione, di solito dopo il lavoro, per allenarsi e per poter partecipare al mitico Mezzalama e per finire la gara. Ma qui siamo in Italia e come sempre ci sono due pesi e due misure per chiunque.
    Se esiste un regolamento va rispettato, chi sbaglia paga, e va squalificato o penalizzato.
    Grossa caduta di stile per tutta l’ organizzazione del Mezzalama. Gli unici a uscirne da signori sono i soliti Kilian & Soci, che non si sono fatti accecare dall’ agonismo e non hanno presentato ricorso, anche se la squalifica o la penalità andrebbero date a prescindere. La solita questione italiana, fatta la legge trovato l’ inganno.

    Pietro

  2. Favre dice che l’ha fatto per il bene dello sport ??? Il bene dello sport si fa applicando i regolamenti e chi sbaglia ( dicono di averlo fatto in buona fede…mah… ) va squalificato. Punto. Non doveva esserci nessun chiarimento tra atleti e nessun ricorso.. appurato lo sbaglio (i controlli c’erano) andavano squalificati

  3. Sulla buona fede non sarei proprio così sicuro: quando sono passato in quel punto due ore dopo circa, ho notato la presenza di un controllore di gara che indicava chiaramente la retta via da percorrere. Ricordo inoltre che tutto il percorso era segnato con paline ogni due metri, impossibile dunque sbagliare strada. Posso poi testimoniare, conoscendo bene i luoghi, che a fare il percorso corretto ci si impiega ben più di una decina di secondi, dovendo risalire e ridiscendere da più in alto. Quindi tanto di cappello a Jornet e la sua squadra ma ciò non toglie che il valzer di giustificazioni da parte di tutti gli altri sia francamente penoso

  4. Viste l’arroganza e lo scarso rispetto per gli avversari già dimostrati dai ” grandi campioni” nelle interviste dell’Adamello sarebbe auspicabile che l’immagine dell’Esercito Italiano, pagato con i soldi dei contribuenti, fosse affidata a soggetti più ……… Corretti?

  5. ….quello che dico è:
    possibile che si debba arrivare a far deviare il percorso la mattina della gara quando il canalino era in quelle condizioni da giorni se non da settimane?

  6. Ma per piacere! Chi se fatto il Mezzalama lo sa bene, non è possibile sbagliare fra paline e controllori, se son passati di li FUORI PERCORSO la cosa è grave, gravissima per il controllore che è stato scavalcato e di cui nell’articolo neppure si parla, vorrei leggere cosa dice lui della squadra a cui lui avrà certamente indicato la via corretta….ancor piu per una devizione fatta all’ultimo momento!!
    Se sono passati di li è perchè sapevano che ne avrebbero tratto vantaggio, questo è la cosa peggiore….aver sbagliato volontariamente e ignorato un giudice di gare a tutti gli effetti…
    Polemiche sui social? allora viva i social che invocano la verita e la giustizia…

  7. Visto che l’articolo è ancora lì e che mi rode ancora, dico che:
    comandano ancora quelli del K2.
    Con pace all’anima di Bonatti.

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