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Alpinismo Estremo in Patagonia

Cortometraggio di Filippo Salvino con protagonisti Silvan Schüpbach, Matteo Della Bordella e Luca Schiera alle prese con la roccia della Patagonia. 

“Nel 2014 Silvan Schüpbach, Matteo Della Bordella e Luca Schiera – si legge sul profilo Facebook dei Ragni di Lecco – applicano il loro talento e la loro preparazione alpinistica nel più puro stile possibile: l’arrampicata a vista in stile alpino. Solo che il contesto è la Patagonia, dove pochissimi osano affrontare meteo e pareti estreme in maniera leggera (poco cibo, poco materiale, altrimenti il free climbing non è possibile), con zainetti superleggeri in cibo e accessori.

Fortunatamente, un paio di microcamere le avevano… uno stile del genere comporta rischi maggiori soprattutto in Patagonia, perchè la meteo, la peggiore al mondo, non consente errori. E se rimani bloccato, non hai nè cibo nè altro abbigliamento. E non esiste neppure il soccorso, in Patagonia. Un bel documento, dunque, questo di Filippo Salvioni, con riprese dalla base delle pareti anche della (preoccupata…) Arianna Colliard”.

 

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4 Commenti

  1. Belle immagini bei paesaggi, ma parlerei di piu’ di alpinismo esplorativo piu’ che di estremo. Roccia pulita, giornate limpide un po di trad e via..

    1. Esplorativo no. Erano dalle parti del Fitz Roy in posti conosciuti. Estremo molto. Sono andato a vedere. 7a a vista in apertura misto elevato e non stop di 36 ore. E trad con zaino e freddo in Patagonia non è come sul Bianco. Erano gli stessi giorni della traversata Honnold-Caldwell così la loro fu oscurata ma se no è estrema questa cosa

  2. Robe da brividi. Uno con gli scarponcini, senza ramponi, con una piccozza da ghiaccio senza cordino di sicurezza, su ghiaccio solido ripido. Complimenti.

    1. L’ho pensato anch’io. A mio parere si portano dietro da due o tre piccozze e forse un paio di ramponi in tre per essere leggeri preventivando molta più scalata su roccia che ghiaccio. sono cose disumane. Nella traversata del fitz degli stessi giorni Honnold e Caldwell non avevano neppure le piccozze. Sono alpinisti disumani più che estremi davanti ai quali mi inchino e che rendono ridicole altre cose spacciate per alpinismo da prima pagina ma sono anche cose molto tecniche e particolari che pochi, come lei, capiscono

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