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Italiani popolo di allenatori di calcio e … di esperti di valanghe

Valanga al Monte Portella

Purtroppo le montagne per definizione presentano pendii ripidi e canaloni potenzialmente valanghivi in qualunque posto si trovino, Alpi o Appennini che siano, basta che vi avvengano precipitazioni nevose: e queste ormai sono frequenti e abbondanti anche in posti “poco alpini”.

Purtroppo le valanghe non guardano in faccia nessuno e quando decidono di staccarsi dai pendii o dalle creste delle montagne e scendere a valle lo fanno senza mandare una email o un messaggio su whatsapp.

Dopo la tragedia mi vengono in mente alcune considerazioni.

In questa drammatica vicenda mi ha colpito come durante i vari servizi televisivi e negli innumerevoli talk shows sono intervenuti una serie di “esperti” che di valanghe spesso sapevano poco. Ho anche notato che l’egregio lavoro di tutti coloro che sono intervenuti nelle operazioni di soccorso è stato poi presentato anche con un enfasi  di primi piani sui loghi  (che apparivano su tutti i filmati trasmessi a ribadirne la proprietà), fino nelle pettorine dei cani con un eccesso di telecamere, riprese di gopro e cellulari vari.

La cosa che emerge evidente è che i professionisti, quelli veramente esperti di neve e valanghe sono negli uffici dell’AINEVA e che durante tutti questi servizi televisivi la loro assenza suona pesantissima. Nelle regioni del Centro e Sud Italia non esistono questi uffici tecnici, eccezion fatta per le Marche, e le loro funzioni sono svolte da Commissioni Valanghe, che nel caso di Rigopiano avevano espresso pareri solo diversi anni fa, e da Meteomont, che dopo la chiusura del Corpo Forestale (proprio pochi mesi fa) è finito al Ministero delle politiche Agricole e Ambientali.

Sono arrivati dei tecnici AINEVA dalla Val d’Aosta e dal Veneto, ma solo dopo che la valanga aveva già distrutto tutto, senza poter far niente per quella che è una delle sue funzioni fondamentali, cioè la prevenzione dei rischi valanghe, frutto di studi continui, di serie storiche, di catasti delle valanghe avvenute negli anni ecc.

In Italia si dice spesso che ci siano oltre 20 milioni di esperti di calcio ed ognuno di loro è convinto di essere sempre nel giusto, sempre critico sulle scelte fatte specialmente dal commissario tecnico della nazionale e ognuno propone la propria versione sui giocatori da convocare o sullo schema di gioco da adottare.

Allo stesso modo mi è sembrato che tutti sapessero di neve e di valanghe, di soccorso in valanga, anche se in questo caso oltre che sulla valanga si doveva operare all’interno di un edificio collassato con apparecchiature che nulla hanno a che vedere con il soccorso in valanga in senso stretto.

Un’ ultima considerazione va sulla gestione degli interventi di soccorso in casi come questo, dove la funzione di comando deve essere unica e non frammentata fra diversi Corpi militari e fra volontari di diverse associazioni. La gestione del soccorso dovrebbe far capo al Corpo adibito a questa funzione che fa riferimento al Ministero degli Interni Dipartimento per il Soccorso pubblico e la difesa Civile cioè ai Vigili del Fuoco.

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5 Commenti

  1. I muri a secco in pietra antivalanga appartengono alla tradizione.Le foto si trovano sul web .Pur trovati in foto
    alcuni pilastri di costosa cabinovia protetti da paratie in cemento frangivalanga a forma di prora di nave.Volendo e spendendo…
    Volendo sbizzarrirsi , qualche ingegnere potrebbe progettare locali di sopravvivenza antisismico o antivalanga…oltre che piscine superflue.Ho ascoltato le memorie di un gestore rifugio alla base della Marmolada…ricoperto da valanga..ma con locale seminterrato resistente e salvato dopo giorni.
    A costo zero…consultare Guide di montagna e sezioni Cai prima di gestire un resort in stagione invernale.

  2. Finalmente un articolo scritto bene da persona competente.
    In Italia ci dovrebbe essere un unico ente predisposto al soccorso alpino, il tutto per avere maggiore professionalità e anche un risparmio per lo stato.
    Ma purtroppo siamo in Italia e le brutte abitudini ……………

  3. Articolo buono ma tengo a precisare che l’intervento di AINEVA a seguito della criticità valanghe avutasi dopo la valanga di Rigopiano è stato molto più ampio. Dopo la richiesta di intervento diramata dal DICOMAC di Rieti immediatamente sono partiti il Direttore Tecnico di AINEVA e 2 previsori dalla Provincia autonoma di Trento, seguiti poi da 2 previsori dal Friuli Venezia Giulia e 1 previsore dalla Valle d’Aosta, operativi in loco già dalla serata del 20 gennaio, il giorno successivo si sono aggiunti 1 previsore inviato dal Centro Valanghe di Bormio e 2 previsori dal Centro valanghe di Arabba, per un totale di 9 unità.
    Daniele Moro Coordinatore del CTD AINEVA

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